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"La via dei santuari" di Alfonso Chiaromonte
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Re: "La via dei santuari" di Alfonso Chiaromonte
LA VIA DEI SANTUARI
Proviamo a tracciare un triangolo ideale sulla carta geografica della Capitanata. Un lato va tirato da Ripalta all’Incoronata e gli altri due lati si configurano al vertice di una montagna, dove si trova il santuario di San Michele Arcangelo.
Percorrendo i lati di questo triangolo si propone un pio pellegrinaggio per la via dei Santuari: Santa Maria di Ripalta, San Nazario M., Santa Maria di Stignano, San Marco in Lamis, San Matteo, San Giovanni Rotondo, San Michele Arcangelo, Santa Maria di Pulsano, Santa Maria di Siponto, San Leonardo, La Madonna dell’Incoronata.
Sembra una litania dei santi, invece è soltanto un itinerario religioso, che serviva e serve a rafforzare la fede dei nostri contadini.
Essi percorrevano su carretti addobbati e coperti alla meno
peggio, per ripararsi dalle intemperie atmosferiche, il lungo tratto di strada che li separava dalla meta da raggiungere. Alcuni tratti di strada venivano percorsi a piedi a rafforzare ancora di più la devozione che si nutriva per i sacri luoghi.
Di solito si pernottava nei pressi di qualche taverna, dormendo su giacigli di fortuna, accanto alle proprie cavalcature. Il mattino seguente di buon ora si ripartiva.
Fin dai tempi antichi la strada che parte da San Severo e attraversa tutta la valle di Stignano, per raggiungere il sacro Monte dell’Arcangelo, era chiamata la via sacra dei Longobardi.
La Capitanata è nota soprattutto per le meraviglie del Gargano, splendida penisoletta che si protende verso l’Adriatico. È ricca di sole, di colori e di centri pittoreschi.
Questo itinerario si propone la scoperta di luoghi dove si trovano preziose testimonianze archeologiche ed un notevole patrimonio artistico.
L’occhio si ferma sui luoghi sacri dei santuari e dei monasteri, che sono stati nel passato, e, forse, lo sono ancora oggi, ancore di salvezza per un popolo segnato dalla sofferenza, per il quale “il Santo è uno di casa”.
Durante il cammino nel territorio circostante si trovano alcune grotte carsiche e la spettacolare dolina Pozzatina, un’enorme cavità dalla forma ellittica.
Il giro si sposta verso San Marco in Lamis, che merita una sosta per il pregevole santuario dedicato a San Matteo. Si continua ancora verso San Giovanni Rotondo, dove si vede il convento dei Cappuccini, meta di pellegrinaggi, perché in esso visse Padre Pio da Pietrelcina.
Si prosegue poi verso Monte Sant’Angelo, inerpicandosi verso l’alto monte sacro all’Arcangelo, per ridiscendere verso Santa Maria, gioiello romanico a Siponto e proseguire verso la chiesa di San Leonardo, per raggiungere il Santuario dell’Incoronata, ultimo posto del tragitto.
Lungo la via sacra Langobardorum, che nel Medioevo era il polo turistico della pietà, numerosi sono gli spechi, le abbadie, i santuari, che s’incontrano.
Questa via, allora, era alimentata dal culto per San Michele e oggi, con la stessa risonanza del passato, per San Pio.
Qualcosa oggi è cambiato. La devozione si è motorizzata e non si assiste più allo spettacolo di pellegrini e di armenti di ogni anno, a maggio e a settembre, che s’incrociavano lungo i tratturi che conducevano all’Abruzzo.
http://xoomer.alice.it/alfchiar/Le_mie_pubblicazioni.html
Proviamo a tracciare un triangolo ideale sulla carta geografica della Capitanata. Un lato va tirato da Ripalta all’Incoronata e gli altri due lati si configurano al vertice di una montagna, dove si trova il santuario di San Michele Arcangelo.
Percorrendo i lati di questo triangolo si propone un pio pellegrinaggio per la via dei Santuari: Santa Maria di Ripalta, San Nazario M., Santa Maria di Stignano, San Marco in Lamis, San Matteo, San Giovanni Rotondo, San Michele Arcangelo, Santa Maria di Pulsano, Santa Maria di Siponto, San Leonardo, La Madonna dell’Incoronata.
Sembra una litania dei santi, invece è soltanto un itinerario religioso, che serviva e serve a rafforzare la fede dei nostri contadini.
Essi percorrevano su carretti addobbati e coperti alla meno
peggio, per ripararsi dalle intemperie atmosferiche, il lungo tratto di strada che li separava dalla meta da raggiungere. Alcuni tratti di strada venivano percorsi a piedi a rafforzare ancora di più la devozione che si nutriva per i sacri luoghi.
Di solito si pernottava nei pressi di qualche taverna, dormendo su giacigli di fortuna, accanto alle proprie cavalcature. Il mattino seguente di buon ora si ripartiva.
Fin dai tempi antichi la strada che parte da San Severo e attraversa tutta la valle di Stignano, per raggiungere il sacro Monte dell’Arcangelo, era chiamata la via sacra dei Longobardi.
La Capitanata è nota soprattutto per le meraviglie del Gargano, splendida penisoletta che si protende verso l’Adriatico. È ricca di sole, di colori e di centri pittoreschi.
Questo itinerario si propone la scoperta di luoghi dove si trovano preziose testimonianze archeologiche ed un notevole patrimonio artistico.
L’occhio si ferma sui luoghi sacri dei santuari e dei monasteri, che sono stati nel passato, e, forse, lo sono ancora oggi, ancore di salvezza per un popolo segnato dalla sofferenza, per il quale “il Santo è uno di casa”.
Durante il cammino nel territorio circostante si trovano alcune grotte carsiche e la spettacolare dolina Pozzatina, un’enorme cavità dalla forma ellittica.
Il giro si sposta verso San Marco in Lamis, che merita una sosta per il pregevole santuario dedicato a San Matteo. Si continua ancora verso San Giovanni Rotondo, dove si vede il convento dei Cappuccini, meta di pellegrinaggi, perché in esso visse Padre Pio da Pietrelcina.
Si prosegue poi verso Monte Sant’Angelo, inerpicandosi verso l’alto monte sacro all’Arcangelo, per ridiscendere verso Santa Maria, gioiello romanico a Siponto e proseguire verso la chiesa di San Leonardo, per raggiungere il Santuario dell’Incoronata, ultimo posto del tragitto.
Lungo la via sacra Langobardorum, che nel Medioevo era il polo turistico della pietà, numerosi sono gli spechi, le abbadie, i santuari, che s’incontrano.
Questa via, allora, era alimentata dal culto per San Michele e oggi, con la stessa risonanza del passato, per San Pio.
Qualcosa oggi è cambiato. La devozione si è motorizzata e non si assiste più allo spettacolo di pellegrini e di armenti di ogni anno, a maggio e a settembre, che s’incrociavano lungo i tratturi che conducevano all’Abruzzo.
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