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Don Andrea Gallo
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Don Andrea Gallo
Andrea Gallo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) è un sacerdote italiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
Biografia
Andrea venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di San Giovanni Bosco, ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costrinse però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Continuò quindi gli studi ad Ivrea e venne ordinato presbitero il 1º luglio 1959.
Un anno dopo venne inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà; da parte dei ragazzi c'era interesse per quel prete che permetteva loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.
Dopo tre anni venne spostato ad altro incarico [1], e nel 1964 decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese. La spiegazione addotta da don Andrea: "La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".
Ottenuta l'incardinazione a Genova, il cardinale Siri, arcivescovo di Genova in quel momento, lo inviò a Capraia per svolgere l'incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì nuovamente a Capraia.
Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto.
L'episodio che provocò il trasferimento, secondo la Comunità di don Andrea, fu un incidente verificatosi nell' estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. [2] Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.
Il provvedimento dell'arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Andrea di obbedire.
Tuttavia don Andrea rinunciò all'incarico offertogli all'isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
La Canonica della Parrocchia della SS. Trinità e di San Benedetto, sede della comunità di di San Benedetto al PortoQualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto.
Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.
Nel marzo del 2007 è uscito il libro "Io Cammino con gli Ultimi", scritto insieme allo scrittore genovese Federico Traversa.
Nell'aprile del 2008 ha deciso di aderire idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo.[3]
Il 27 giugno 2009 Don Gallo ha partecipato al Genova Pride 2009, lamentando le incertezze della Chiesa Cattolica nei confronti degli omosessuali.[4]
Don Gallo ha anche tenuto l'orazione funebre al funerale di Fernanda Pivano a Genova il 21 agosto 2009. [5]
Curiosità
Don Gallo ha partecipato a La lunga notte, primo album solista di Cisco (ex cantante dei Modena City Ramblers). È stato uno dei più grandi amici di Fabrizio De André.
Don Gallo è anche grande amico del rocker italiano Vasco Rossi e di Piero Pelù, impegnati per la legalizzazione delle droghe leggere.
Don Gallo presenta anche il primo calendario Trans della storia italiana, con le trans storiche del Ghetto di Genova, le trans cantate da Fabrizio De André.
Note
^ Senza fornirgli spiegazioni, sostiene don Andrea.
^ Vedi l'articolo Per non disturbare la quiete sul settimanale Sette Giorni del 12 luglio 1970.
^ Don gallo per V2-Day su YouTube.
^ Articolo de Il Secolo XIX.
^ Video di YouReporter.
Bibliografia
L'inganno droga
Angelicamente anarchico (con la prefazione di Vasco Rossi)
Il fiore pungente
Prete da marciapiede
Io cammino con gli ultimi
Preti contro
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) è un sacerdote italiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
Biografia
Andrea venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di San Giovanni Bosco, ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costrinse però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Continuò quindi gli studi ad Ivrea e venne ordinato presbitero il 1º luglio 1959.
Un anno dopo venne inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà; da parte dei ragazzi c'era interesse per quel prete che permetteva loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.
Dopo tre anni venne spostato ad altro incarico [1], e nel 1964 decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese. La spiegazione addotta da don Andrea: "La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".
Ottenuta l'incardinazione a Genova, il cardinale Siri, arcivescovo di Genova in quel momento, lo inviò a Capraia per svolgere l'incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì nuovamente a Capraia.
Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto.
L'episodio che provocò il trasferimento, secondo la Comunità di don Andrea, fu un incidente verificatosi nell' estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. [2] Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.
Il provvedimento dell'arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Andrea di obbedire.
Tuttavia don Andrea rinunciò all'incarico offertogli all'isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
La Canonica della Parrocchia della SS. Trinità e di San Benedetto, sede della comunità di di San Benedetto al PortoQualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto.
Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.
Nel marzo del 2007 è uscito il libro "Io Cammino con gli Ultimi", scritto insieme allo scrittore genovese Federico Traversa.
Nell'aprile del 2008 ha deciso di aderire idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo.[3]
Il 27 giugno 2009 Don Gallo ha partecipato al Genova Pride 2009, lamentando le incertezze della Chiesa Cattolica nei confronti degli omosessuali.[4]
Don Gallo ha anche tenuto l'orazione funebre al funerale di Fernanda Pivano a Genova il 21 agosto 2009. [5]
Curiosità
Don Gallo ha partecipato a La lunga notte, primo album solista di Cisco (ex cantante dei Modena City Ramblers). È stato uno dei più grandi amici di Fabrizio De André.
Don Gallo è anche grande amico del rocker italiano Vasco Rossi e di Piero Pelù, impegnati per la legalizzazione delle droghe leggere.
Don Gallo presenta anche il primo calendario Trans della storia italiana, con le trans storiche del Ghetto di Genova, le trans cantate da Fabrizio De André.
Note
^ Senza fornirgli spiegazioni, sostiene don Andrea.
^ Vedi l'articolo Per non disturbare la quiete sul settimanale Sette Giorni del 12 luglio 1970.
^ Don gallo per V2-Day su YouTube.
^ Articolo de Il Secolo XIX.
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