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L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
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Flavia Vizzari
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FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Idee e Opinioni sull'Arte e la Poesia
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L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Ho sempre saputo che un artista è tale se riesce ad emozionare, certo l'emozione del fruitore è considerata un cambiamento, ma questo cambiamento può essere momentaneo e non risolutivo... la vera arte deve operare un cambiamento perdurante?!?...
Ultima modifica di Flavia Vizzari il Ven 19 Feb 2010 - 23:56 - modificato 1 volta.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
De hecho es asi; pero se refiere esta frase a un creador de arte. Buenos artistas no tienen que ser creadores de arte.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Boguslaw Ryczko ha scritto:De hecho es asi; pero se refiere esta frase a un creador de arte. Buenos artistas no tienen que ser creadores de arte.
In effetti così, ma questa frase si riferisce a un creatore di arte. Buoni artisti non hanno bisogno di essere creatori d'arte.
Credo la traduzione sia come su riportato...cioè sarebbe a dire che gli artisti sono già in sé creatori d'arte, si certo, ma rinnovano le loro creazioni di arte al rinnovare dell'arte stessa...dunque il cambiamento è solo nel fruitore?!?...
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Hola Flavia:
Me alegro mucho; veo que se ha traducido instantaneamente lo que acabo de escribir. Fantastico.
Un abrazo.
Me alegro mucho; veo que se ha traducido instantaneamente lo que acabo de escribir. Fantastico.
Un abrazo.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Boguslaw Ryczko ha scritto:De hecho es asi; pero se refiere esta frase a un creador de arte. Buenos artistas no tienen que ser creadores de arte.
condivido pienamente...
Un artista all'opera non ha che una sola preoccupazione... Tirare al meglio fuori dall'anima quello che vorrebbe esprimere.
E' in questo senso che sempre ripeto: "l'artista lavora principalmente per sé".
Perché quella è la sua esigenza: manifestare fuori quello che gli urge dentro, in quel momento.
E di sé stesso, della sua opera, è giudice severissimo...
Il sogno che la sua opera finisca al museo, o venga venduta per miliardi naturalmente c'è... ma viene dopo il parto.
Lucio Musto- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
El artista intenta trabajar para si porque de este modo puede resultar mas sincero para los demas, pero le interesa conquistar a los demas con lo que puede, no solamente con la sinceridad.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Boguslaw Ryczko ha scritto:El artista intenta trabajar para si porque de este modo puede resultar mas sincero para los demas, pero le interesa conquistar a los demas con lo que puede, no solamente con la sinceridad.
Grazie Bogus ... eh eh..proseguo..
Ciao Flavia:
Sono molto felice, vedo che hai tradotto istantaneamente ciò che ho scritto. Fantastico.
Un abraccio.
L'artista cerca di lavorare per se, perché in questo modo può essere più onesto di altri, ma gli interessa conquistare gli altri nel modo che può, non solo con l'essere onesti.
spero di non sbagliare nel tradurre....
Si, certo, un cambiamento!
L'artista, se "comunicatore" , è in grado di orientare verso un cambiamento. Cambiamento durevole e definitivo, che farà scuola alle future generazioni.
A proposito dei CANTORI: Non semplice poesia di strada, ma storia e costume di unepoca.
A proposito dei CANTORI: Non semplice poesia di strada, ma storia e costume di unepoca.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Giovanni BonarRIGO ha scritto:L'artista, se "comunicatore" , è in grado di orientare verso un cambiamento. Cambiamento durevole e definitivo, che farà scuola alle future generazioni.
A proposito dei CANTORI: Non semplice poesia di strada, ma storia e costume di unepoca.
Vero!... a questo riguardo, mi viene in mente Giotto.
Dopo di lui, nulla è più stato come prima, e nessuno
ha mai osato dire: "Mai conosciuto!..."
Ma naturalmente non è l'unico esempio...
PS... Admin, posso?...senza scopo di lucro!....
A chiunque ascolti, consiglio l'annuale raduno degli artisti di strada a Pennabilli (PU ?)...
la patria del maestro Tonino Guerra del quale, ove l'admin consenta, riporterei un pensiero
copiato un giorno su un pezzo di carta appoggiato ad un ginocchio, ché non c'era modo di sedersi...
Lucio Musto- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
spitittatu Lucio Musto, consento se è in regola con il regolamento... legga, legga
può liberamente aprire nuovi topic se l'argomento tramuta...
può liberamente aprire nuovi topic se l'argomento tramuta...
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Admin ha scritto:spitittatu Lucio Musto, consento se è in regola con il regolamento... legga, legga
può liberamente aprire nuovi topic se l'argomento tramuta...
Grazie, Admin; credo che qui possa andare bene.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tonino_Guerra
L’angelo coi baffi
C’era un angelo coi baffi
che non era capace di fa niente
e invece di volare attorno al Signore
veniva giù nel Marecchia
dentro la casa di un cacciatore
che teneva gli uccelli impagliati
in piedi sul pavimento di un camerine
E l’angelo gli buttava il granturco
per vedere se lo mangiavano.
E dai e dai
con tutti i santi che ridevano dei suoi sbagli
una mattina gli uccelli impagliati
hanno aperto le ali e preso il volo
fuori della finestra, dentro l’aria del cielo
e cantavano come non mai
Tonino Guerra
Lucio Musto- affiziunatu
testo piccolo
mi dispiace che sia venuto piccolo, il testo... io non ho fatto niente!
Lucio Musto- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Lucio Musto ha scritto:mi dispiace che sia venuto piccolo, il testo... io non ho fatto niente!
Si legge è ok ... purtroppo questo forum a volte è birichino :-))
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Ciao a tutti,
ho letto un po' di cose nel forum e vi chiedo le persone che amano molto l'arte sono persone estremamente sensibili, come pensavo io, oppure possono essere anche persone molto fredde e calcolatrici.
Al tempo del nazismo c'erano comunque personaggi innamorati dell'arte. Insomma vorrei sapere, secondo voi, i crudeli possono amare l'arte?
ho letto un po' di cose nel forum e vi chiedo le persone che amano molto l'arte sono persone estremamente sensibili, come pensavo io, oppure possono essere anche persone molto fredde e calcolatrici.
Al tempo del nazismo c'erano comunque personaggi innamorati dell'arte. Insomma vorrei sapere, secondo voi, i crudeli possono amare l'arte?
nadia- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Che privilegio di essere definito Artista. Ma chi è Artista? decenni fa, viveva un cantore col mandolino che recitava stornelli nelle fiere del bestiame. Diciamolo, era un modo più elegante per chiedere l'elemosina, ma in tanti anni... quella figura non solo entrò nel tessuto sociale del territorio, ma divenne simbolo di una generazione.
Oggi, Artisti di teatro hanno riscoperto il cosidetto "teatro Canzone", che in un modo "vulgaris" rievoca la Sicilia delle pezze nei pantaloni, delle scarpe rotte, delle case in cui vivevano asini e famiglie...
Quell'uomo col mandolino, credo si chiamasse... Anciulu Muscu.
Oggi, Artisti di teatro hanno riscoperto il cosidetto "teatro Canzone", che in un modo "vulgaris" rievoca la Sicilia delle pezze nei pantaloni, delle scarpe rotte, delle case in cui vivevano asini e famiglie...
Quell'uomo col mandolino, credo si chiamasse... Anciulu Muscu.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
nadia ha scritto:Ciao a tutti,
ho letto un po' di cose nel forum e vi chiedo le persone che amano molto l'arte sono persone estremamente sensibili, come pensavo io, oppure possono essere anche persone molto fredde e calcolatrici.
Al tempo del nazismo c'erano comunque personaggi innamorati dell'arte. Insomma vorrei sapere, secondo voi, i crudeli possono amare l'arte?
E appunto siamo in tema ....
un Artista diventa tale, quando? Io credo appunto quando opera un cambiamento!!!
Pertanto valuterei meglio nella "famiglia" delle persone "definite artisti" chi lo è veramente e chi no!!!
Poichè è mia opinione che non è artista chi vende, o fa mostre o è conosciuto come tale, ma appunto chi è in grado attraverso la sua arte di emozionare (operare un cambiamento!)
Secondo me l'artista è necessariamente una persona sensibile e altruista, diversamente può essere considerato tale, da una società che spesso non ci identifica propriamente per quelli che siamo, anche chi veramente non ha l'animo dell'Artista!!!
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
nadia ha scritto:Ciao a tutti,
ho letto un po' di cose nel forum e vi chiedo le persone che amano molto l'arte sono persone estremamente sensibili, come pensavo io, oppure possono essere anche persone molto fredde e calcolatrici.
Al tempo del nazismo c'erano comunque personaggi innamorati dell'arte. Insomma vorrei sapere, secondo voi, i crudeli possono amare l'arte?
Ma certamente!... la crudeltà stessa è un'arte!
Arte oscura, se vuoi, degenere e diabolica, potremmo dire, ma sicuramente arte, se per arte si intende manifestazione visibile di profonde pulsioni dell'anima.
La crudeltà, ma anche altre turbe dell'anima, stabili o occasionali, possono portare anche a produzione di opere di alto valore estetico, e non necessariamente terrifico,
Lucio Musto- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
freddezza ... crudeltà ...
ci sono diversi modi di essere ....
secondo me si può essere freddi e crudeli ... calcolatori incalliti, perchè totalmente insensibili e cattivi ... e consapevoli ...
ma si può essere causa di crudeltà e cattiveria perchè deboli ... magari non perfettamente sani di mente ... dunque sensibili ... perchè gli insensibili difficilmente hanno la capacità del soffrire e a mio avviso di provare forti emozioni da potere trasmettere attraverso la poesia o l'arte figurativa ....
ci sono diversi modi di essere ....
secondo me si può essere freddi e crudeli ... calcolatori incalliti, perchè totalmente insensibili e cattivi ... e consapevoli ...
ma si può essere causa di crudeltà e cattiveria perchè deboli ... magari non perfettamente sani di mente ... dunque sensibili ... perchè gli insensibili difficilmente hanno la capacità del soffrire e a mio avviso di provare forti emozioni da potere trasmettere attraverso la poesia o l'arte figurativa ....
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Flavia Vizzari ha scritto:freddezza ... crudeltà ...
ci sono diversi modi di essere ....
secondo me si può essere freddi e crudeli ... calcolatori incalliti, perchè totalmente insensibili e cattivi ... e consapevoli ...
ma si può essere causa di crudeltà e cattiveria perchè deboli ... magari non perfettamente sani di mente ... dunque sensibili ... perchè gli insensibili difficilmente hanno la capacità del soffrire e a mio avviso di provare forti emozioni da potere trasmettere attraverso la poesia o l'arte figurativa ....
io farei una qualche differenza fra freddezza e crudeltà.
Naturalmente, come spesso capita, bisogna capirsi sull'accezione dei termini.
Io nella freddezza ci vedo indifferenza, abulia, noia, mancanza di iniziativa... vuoto o scarsezza di impulsi; sia nel bene che nel male. Ed in questo senso... difficilmente una persona così può esplodere in manifestazioni artistiche. Piuttosto avanzerà basso, strisciando sulla pancia.
Un "crudele" invece, è comunque un animo tormentato, in subbuglio, in effervescenza... un animo in ricerca.
Non è che questo lo faccia artista, assolutamente!... ne può fare un gaglioffo e basta, come di solito succede!... ma se nasce una spinta alla creatività ("Autoritratto con l'orecchio mozzo" di Van Gogh, frutto di crudeltà folle) può tranquillamente raggiungere vette eccelse!
Lucio Musto- affiziunatu
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Arte ed etica, estetica e morale... i guai iniziano quando si iniziano a scindere queste categorie. Allora si può sgozzare un ebreo e poi piangere ascoltando Beethoven.
Wilde diceva che - ma era un paradosso - che non esistono libri morali o immorali, ma libri scritti bene o male. L'arte come etica in se stessa.
La bellezza salverà il mondo. Questa frase di Dostoevskij è uno dei miei capisaldi. Bellezza come ricerca del bene, del bello, del vero. Chi fa questo è un artista.
Wilde diceva che - ma era un paradosso - che non esistono libri morali o immorali, ma libri scritti bene o male. L'arte come etica in se stessa.
La bellezza salverà il mondo. Questa frase di Dostoevskij è uno dei miei capisaldi. Bellezza come ricerca del bene, del bello, del vero. Chi fa questo è un artista.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Lucio Musto ha scritto:Flavia Vizzari ha scritto:freddezza ... crudeltà ...
ci sono diversi modi di essere ....
secondo me si può essere freddi e crudeli ... calcolatori incalliti, perchè totalmente insensibili e cattivi ... e consapevoli ...
ma si può essere causa di crudeltà e cattiveria perchè deboli ... magari non perfettamente sani di mente ... dunque sensibili ... perchè gli insensibili difficilmente hanno la capacità del soffrire e a mio avviso di provare forti emozioni da potere trasmettere attraverso la poesia o l'arte figurativa ....
io farei una qualche differenza fra freddezza e crudeltà.
Naturalmente, come spesso capita, bisogna capirsi sull'accezione dei termini.
Io nella freddezza ci vedo indifferenza, abulia, noia, mancanza di iniziativa... vuoto o scarsezza di impulsi; sia nel bene che nel male. Ed in questo senso... difficilmente una persona così può esplodere in manifestazioni artistiche. Piuttosto avanzerà basso, strisciando sulla pancia.
Un "crudele" invece, è comunque un animo tormentato, in subbuglio, in effervescenza... un animo in ricerca.
Non è che questo lo faccia artista, assolutamente!... ne può fare un gaglioffo e basta, come di solito succede!... ma se nasce una spinta alla creatività ("Autoritratto con l'orecchio mozzo" di Van Gogh, frutto di crudeltà folle) può tranquillamente raggiungere vette eccelse!
Hai condiviso ciò che io asserivo facendo la differenza fra crudele- cattivo congenito e folle-sensibile
per il resto non ho mai pensato che freddezza e crudeltà siano la stessa cosa, in definitiva penso che non ci discostiamo con le nostre idee
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Maria Lucia Riccioli ha scritto:Arte ed etica, estetica e morale... i guai iniziano quando si iniziano a scindere queste categorie. Allora si può sgozzare un ebreo e poi piangere ascoltando Beethoven.
Wilde diceva che - ma era un paradosso - che non esistono libri morali o immorali, ma libri scritti bene o male. L'arte come etica in se stessa.
La bellezza salverà il mondo. Questa frase di Dostoevskij è uno dei miei capisaldi. Bellezza come ricerca del bene, del bello, del vero. Chi fa questo è un artista.
Secondo me, si può avere emozione buona anche dal negativo e dal brutto o dall'inutile ... dipende dall'artista
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Maria Lucia Riccioli ha scritto:Arte ed etica, estetica e morale... i guai iniziano quando si iniziano a scindere queste categorie. Allora si può sgozzare un ebreo e poi piangere ascoltando Beethoven.
Secondo il mio modesto parere, (e spero secondo il parere di tanta gente con il sale in zucca), etica e morale e per chi crede Fede, devono rappresentare nella Poesia - come in qualsivoglia atto di essere umano - il punto cardine ed ispiratore dello scritto e dell'Arte.
No, non vedo come si possa definire "bella" una scultura o una poesia che inneggi alla guerra, alla morte, alla disunione, sebbene tutte queste cose siano vita di ieri, di oggi e purtroppo di domani.
Chi è dunque dotato di "talenti", offra il suo niente al servizio della pace e della fratellanza, che in giro di pazzi e imbecilli ce ne sono già abbastanza.
Re: L'arte opera un cambiamento? Deve emozionare?
Io sono convinto profondamente che giusto, buono e bello siano gemme identicamente preziose della divina corona del "Bene".
E sono convinto anche che arte più sublime non può esistere di quella che celebra queste altissime virtù.
Mi vengono invece innumerevoli scrupoli e dubbi quando delle persone che vedo o intuisco simili a me presumono di stabilire con certezza per se, ed imporlo anche a gli altri, cosa debba esattamente intendersi per giusto, buono, bello e bene... per non entrare in merito a chi pontifica sul divino!
E non parlo solo di malafede, che pure è ampiamente diffusa e comunemente riscontrabile; ma soprattutto di incapacità di comprensione intesa come superbia preconcetta e di ignoranza, intesa come rifiuto di accogliere criticamente il pensiero altrui.
Pensavo adesso alle mutande più famose del mondo, quelle che i "correttori di vergogne" misero nel 1565 ai corpi nudi del Giudizio Universale di Michelangelo in Cappella Sistina.
Non ci fu alcuna malafede all'epoca, per carità!... anche due pontefici, di cui uno santo (Pio IV e S.Pio V) avallarono, o forse vollero lo scempio del capolavoro Michelangiolesco.
E non perché quell'affresco non fosse un'opera d'arte!
Non certo perché i corpi nudi e le pudenda di quegli immensi personaggi potessero offendere l'occhio divino!... Dio non si vergogna certo delle sue creature.
E nemmeno perché quell'esibizione di umanità potesse turbare gli animi fragili dei fedeli. A quei tempi di promiscuità quotidiana, al di là delle leggende,si era assai più disinvolti di oggi!
Semplicemente perché non erano capaci di rispondere al "perché" dei corpi ignudi, incapaci di comprendere il simbolismo profondo che quell'atteggiamento portava con se.
Nella loro tracotante superbia i due santi uomini decisero che quelle nudità erano solo un insulto dell'artista turbinoso alla loro maestà ed alla santità del luogo. Una protesta inaccettabile contro il pudore orbo e bigotto che l'epoca imponeva ai cittadini.
Cordialità a tutti.
E sono convinto anche che arte più sublime non può esistere di quella che celebra queste altissime virtù.
Mi vengono invece innumerevoli scrupoli e dubbi quando delle persone che vedo o intuisco simili a me presumono di stabilire con certezza per se, ed imporlo anche a gli altri, cosa debba esattamente intendersi per giusto, buono, bello e bene... per non entrare in merito a chi pontifica sul divino!
E non parlo solo di malafede, che pure è ampiamente diffusa e comunemente riscontrabile; ma soprattutto di incapacità di comprensione intesa come superbia preconcetta e di ignoranza, intesa come rifiuto di accogliere criticamente il pensiero altrui.
Pensavo adesso alle mutande più famose del mondo, quelle che i "correttori di vergogne" misero nel 1565 ai corpi nudi del Giudizio Universale di Michelangelo in Cappella Sistina.
Non ci fu alcuna malafede all'epoca, per carità!... anche due pontefici, di cui uno santo (Pio IV e S.Pio V) avallarono, o forse vollero lo scempio del capolavoro Michelangiolesco.
E non perché quell'affresco non fosse un'opera d'arte!
Non certo perché i corpi nudi e le pudenda di quegli immensi personaggi potessero offendere l'occhio divino!... Dio non si vergogna certo delle sue creature.
E nemmeno perché quell'esibizione di umanità potesse turbare gli animi fragili dei fedeli. A quei tempi di promiscuità quotidiana, al di là delle leggende,si era assai più disinvolti di oggi!
Semplicemente perché non erano capaci di rispondere al "perché" dei corpi ignudi, incapaci di comprendere il simbolismo profondo che quell'atteggiamento portava con se.
Nella loro tracotante superbia i due santi uomini decisero che quelle nudità erano solo un insulto dell'artista turbinoso alla loro maestà ed alla santità del luogo. Una protesta inaccettabile contro il pudore orbo e bigotto che l'epoca imponeva ai cittadini.
Cordialità a tutti.
Lucio Musto- affiziunatu
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