Cerca
Ultimi argomenti attivi
Bookmarking sociale
Conserva e condivide l’indirizzo di Il Forum della Lingua siciliana sul tuo sito sociale bookmarking
Conserva e condividi l'indirizzo di FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA sul tuo sito di social bookmarking
Quelli che creano più argomenti
Flavia Vizzari | ||||
Admin | ||||
Giuseppe La Delfa | ||||
ninnetta | ||||
Renato Di Pane | ||||
Alfonso Chiaromonte | ||||
Antonio de Lieto Vollaro | ||||
cettina | ||||
Marioboss55 | ||||
Felice Serino |
Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
4 partecipanti
FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Dizionario Virtuale :: Biblioteca del Forum
Pagina 1 di 1
Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Giuseppe La Delfa Rita Dugo
VIVAIO di EMOZIONI
Canti,Ottave, Poesie in dialetto siciliano e in lingua
Con disegni artistici di
Flavia Vizzari,
Dionigi Greco,
Lucrezia Raciti
Lettere miniate di Lucrezia Raciti
SIRACUSA 2009
La nuova pubblicazione scritta a 4 mani avrà presto la luce entro la seconda decade di novembre c.a . con recensioni autorevoli e
liriche dedicate ad Alda Merini e ricevute dalla stessa poetessa regina dei Navigli . Una chicca che è frutto di sacrifici diurni e notturni. Pippo [i]
VIVAIO di EMOZIONI
Canti,Ottave, Poesie in dialetto siciliano e in lingua
Con disegni artistici di
Flavia Vizzari,
Dionigi Greco,
Lucrezia Raciti
Lettere miniate di Lucrezia Raciti
SIRACUSA 2009
La nuova pubblicazione scritta a 4 mani avrà presto la luce entro la seconda decade di novembre c.a . con recensioni autorevoli e
liriche dedicate ad Alda Merini e ricevute dalla stessa poetessa regina dei Navigli . Una chicca che è frutto di sacrifici diurni e notturni. Pippo [i]
Ultima modifica di Giuseppe La Delfa il Mer 21 Ott 2009 - 23:09 - modificato 1 volta.
Re: Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Complimenti Pippo non vedo l'ora che l'opera sia disponibile!
Un abbraccio.
Un abbraccio.
Re: Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Giuseppe La Delfa ha scritto:Giuseppe La Delfa Rita Dugo
VIVAIO di EMOZIONI
Canti,Ottave, Poesie in dialetto siciliano e in lingua
Con disegni artistici di
Flavia Vizzari,
Dionigi Greco,
Lucrezia Raciti
Lettere miniate di Lucrezia Raciti
SIRACUSA 2009
La nuova pubblicazione scritta a 4 mani avrà presto la luce entro la seconda decade di novembre c.a . con recensioni autorevoli e
liriche dedicate ad Alda Merini e ricevute dalla stessa poetessa regina dei Navigli . Una chicca che è frutto di sacrifici diurni e notturni. Pippo
Ti sono già arrivati ?!?!?
Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
La bozza sarà pronta venerdì sera. Il testo definitivo prima della cerimonia della consegna del premio ad Alda Merini a Siracusa. Parte del ricavato andra in beneficienza per gli alluvionati di Giampileri . Andrò personalmente a consegnare ai veri bisognosi il contributo di persone generose. Pippo
Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Sono lieto comunicare in anteprima agli amici forumisti , uno dei tanti autorevoli interventi sul libro che sta venendo alla luce :
"Vivaio di Emozioni" Canti , ottave ,poesie in dialetto siciliano e in lingua di GIUSEPPE LA DELFA e RITA DUGO. PIPPO
PREFAZIONE
Sono lieto che i miei Paesani Priolesi si ricordino delle tradizioni, coinvolgendomi nelle attività che essi intendono intraprendere. D’altro canto, ritengo che sia compito per me doveroso e irrinunciabile dar loro il giusto sostegno in ogni occasione, ma specialmente quando si tratti di iniziative encomiabili, come nel caso del libro di Giuseppe la Delfa e Dugo Rita.
Il tempo è fuggito e ha portato via con sé il mio illustre Genitore, che avrebbe saputo trovare con più esperta perizia le parole adatte a illustrarne l’opera. E tuttavia i sentimenti di profondo affetto e solidarietà che Egli provava per tutti i suoi Compaesani sono gli stessi che mi spingono a patrocinare questa realizzazione artistica per la bravura e il fascino della giovane autrice e la grande esperienza di Giuseppe La Delfa.
I testi e i disegni che compongono il volume si integrano a vicenda, scandendo l’universo estetico dei due poeti in maniera singolare e tradendo l’intima radice dell’ispirazione.
Siracusa e Priolo sono rievocate col tratto lieve e ingenuo dei ricordi infantili. I luoghi della memoria s’identificano con quelli dell’immaginario collettivo. Le figure allegoriche del Passato, proposte come modello per il Futuro.
Fuori della terra natia nemmeno le poesie avrebbero potuto esprimersi con l’incanto che le denota. Nei versi in Italiano, un nonsenso aleggia a tratti tra le ombre dalle avversità del Destino.
Ma le rime più felici-che meritano la nostra attenzione- sono quelle in Siciliano, caratterizzate da una vivace ricchezza lessicale e da un’antica saggezza, che sprona ad accettare la lotta per affrontare le difficoltà della vita.
Né va dimenticato che altri Paesi rivendicano alle loro favelle la dignità di lingua, in qualche caso risuscitandole addirittura dopo la loro scomparsa, come il Valenzano. Il Siciliano, che vanta ben più salda continuità e più cospicui pregi letterari, è spesso negletto e considerato una forma minore di comunicazione, dimenticando che fu l’arte poetica siciliana a dare il primo nutrimento a quella italiana.
In tempi in cui la lingua nazionale versa in grave crisi, sempre più ignorata e alterata da barbari neologismi, ben vengono versi come questi, dalla cui intensa energia espressiva il nostro idioma potrebbe ancora una volta trarre linfa vitale.
Tommaso Gargallo marchese
"Vivaio di Emozioni" Canti , ottave ,poesie in dialetto siciliano e in lingua di GIUSEPPE LA DELFA e RITA DUGO. PIPPO
PREFAZIONE
Sono lieto che i miei Paesani Priolesi si ricordino delle tradizioni, coinvolgendomi nelle attività che essi intendono intraprendere. D’altro canto, ritengo che sia compito per me doveroso e irrinunciabile dar loro il giusto sostegno in ogni occasione, ma specialmente quando si tratti di iniziative encomiabili, come nel caso del libro di Giuseppe la Delfa e Dugo Rita.
Il tempo è fuggito e ha portato via con sé il mio illustre Genitore, che avrebbe saputo trovare con più esperta perizia le parole adatte a illustrarne l’opera. E tuttavia i sentimenti di profondo affetto e solidarietà che Egli provava per tutti i suoi Compaesani sono gli stessi che mi spingono a patrocinare questa realizzazione artistica per la bravura e il fascino della giovane autrice e la grande esperienza di Giuseppe La Delfa.
I testi e i disegni che compongono il volume si integrano a vicenda, scandendo l’universo estetico dei due poeti in maniera singolare e tradendo l’intima radice dell’ispirazione.
Siracusa e Priolo sono rievocate col tratto lieve e ingenuo dei ricordi infantili. I luoghi della memoria s’identificano con quelli dell’immaginario collettivo. Le figure allegoriche del Passato, proposte come modello per il Futuro.
Fuori della terra natia nemmeno le poesie avrebbero potuto esprimersi con l’incanto che le denota. Nei versi in Italiano, un nonsenso aleggia a tratti tra le ombre dalle avversità del Destino.
Ma le rime più felici-che meritano la nostra attenzione- sono quelle in Siciliano, caratterizzate da una vivace ricchezza lessicale e da un’antica saggezza, che sprona ad accettare la lotta per affrontare le difficoltà della vita.
Né va dimenticato che altri Paesi rivendicano alle loro favelle la dignità di lingua, in qualche caso risuscitandole addirittura dopo la loro scomparsa, come il Valenzano. Il Siciliano, che vanta ben più salda continuità e più cospicui pregi letterari, è spesso negletto e considerato una forma minore di comunicazione, dimenticando che fu l’arte poetica siciliana a dare il primo nutrimento a quella italiana.
In tempi in cui la lingua nazionale versa in grave crisi, sempre più ignorata e alterata da barbari neologismi, ben vengono versi come questi, dalla cui intensa energia espressiva il nostro idioma potrebbe ancora una volta trarre linfa vitale.
Tommaso Gargallo marchese
Recensione
Ho conosciuto Giuseppe La Delfa ...
... quando ho accompagnato l’amica Alda Merini a Messina per ricevere la laurea honoris causa che insieme al Preside Antonino Pennisi siamo riusciti a farle ottenere.
Sembrava una operazione impossibile. Passai tre giorni a Milano tra il mio albergo e casa di Alda.
Appena usciti dall’aereo Alda ebbe un brivido sotto i colpi di un vento impetuoso. E in macchina proruppe in un pianto struggente. Era lontana dalla sua casa e dalla sua quotidianità.
Io cercavo di consolarla: “Cara Alda, che grande persona che sei! Devi essere contenta. Sei nella terra di Quasimodo e qui riceverai l’onore più grande della tua carriera. Noi siciliani ci teniamo tanto”.
Alda mi rispose: “Mi parli di Quasimodo e dei miei amici scrittori come se li avessi conosciuti”. Poi mi chiese l’età e mi apostrofò nervosa e ironica: “Io a trent’anni ero già in manicomio e tu invece sei ancora per strada”. In realtà era una frase piena di sottotesti. Per Alda il manicomio era stata una scuola di formazione e anche una sorta di sigillo alla sua genialità e singolarità.
Nel discorso di accettazione spiegò lei non riteneva scollegate il compimento della sua arte dalla sua vicenda di internata. E finì dicendo: “Se il manicomio ha premiato la mia parte malata, oggi l’Università ha premiato la mia parte sana”.
Di certo il genio di Alda Merini non aveva bisogno della conferma e del suggello della laurea honoris causa. Ma, come ha riconosciuto più volte, nessuna istituzione accademica italiana le aveva dato un adeguato riconoscimento ed era vero che era dovuta venire in terra siciliana, e non a Milano, per essere celebrata e omaggiata dal mondo universitario.
Espressione di questa attenzione tutta siciliana alla poetessa dei Navigli è Giuseppe La Delfa. Oggi è come se Alda me lo ripresentasse non solo come il suo grande fan siciliano, ma nella sua essenza peculiare di uomo e di poeta. Lei conferma la mia impressione su colui che è davvero “persona eletta”, dai sentimenti alti, capace di delicate accensioni creative.
La Delfa non appartiene alla folta schiera di poeti che fanno versi improbabili senza avere nessuna frequentazione o familiarità con i testi della tradizione. Egli è uomo di diffusa erudizione, capace di eleggere con uno speciale istinto i suoi autori priviliegiati.
Spesso la letteratura è il risultato festoso di una lotta fra Titani: la Cultura e il Sentimento. Spesso questi si fronteggiano, si aggirano, si logorano a vicenda. Qualcuno pensa che l’uno debba per forza prevalere sull’altra o viceversa.
In La Delfa questa guerra si trasforma in idillio. Nella poesia Etna il tumulto del fuoco e delle scintille fa la terra fertile. La sabbia nera luccica. I fiori di ginestra sorridono. E un venticello di primavera spira sereno.
Quello stesso vento che anima la poesia alla Principessa di Ripa di Porta Ticinese che si chiude con un sospiro: “Domani ti rivedrò ancora?”. Questo libro è animato da un fanciullesco afflato di affiliazione e di fraternità con gli uomini eletti. Un bisogno sostanziale di accomunarsi al fluire di uno spirito elevato negli uomini.
prima parte segue
prof. Andrea Velardi
Docente Linguistica e Psicologia Cognitiva presso l'Università degli studi di Roma e Messina
... quando ho accompagnato l’amica Alda Merini a Messina per ricevere la laurea honoris causa che insieme al Preside Antonino Pennisi siamo riusciti a farle ottenere.
Sembrava una operazione impossibile. Passai tre giorni a Milano tra il mio albergo e casa di Alda.
Appena usciti dall’aereo Alda ebbe un brivido sotto i colpi di un vento impetuoso. E in macchina proruppe in un pianto struggente. Era lontana dalla sua casa e dalla sua quotidianità.
Io cercavo di consolarla: “Cara Alda, che grande persona che sei! Devi essere contenta. Sei nella terra di Quasimodo e qui riceverai l’onore più grande della tua carriera. Noi siciliani ci teniamo tanto”.
Alda mi rispose: “Mi parli di Quasimodo e dei miei amici scrittori come se li avessi conosciuti”. Poi mi chiese l’età e mi apostrofò nervosa e ironica: “Io a trent’anni ero già in manicomio e tu invece sei ancora per strada”. In realtà era una frase piena di sottotesti. Per Alda il manicomio era stata una scuola di formazione e anche una sorta di sigillo alla sua genialità e singolarità.
Nel discorso di accettazione spiegò lei non riteneva scollegate il compimento della sua arte dalla sua vicenda di internata. E finì dicendo: “Se il manicomio ha premiato la mia parte malata, oggi l’Università ha premiato la mia parte sana”.
Di certo il genio di Alda Merini non aveva bisogno della conferma e del suggello della laurea honoris causa. Ma, come ha riconosciuto più volte, nessuna istituzione accademica italiana le aveva dato un adeguato riconoscimento ed era vero che era dovuta venire in terra siciliana, e non a Milano, per essere celebrata e omaggiata dal mondo universitario.
Espressione di questa attenzione tutta siciliana alla poetessa dei Navigli è Giuseppe La Delfa. Oggi è come se Alda me lo ripresentasse non solo come il suo grande fan siciliano, ma nella sua essenza peculiare di uomo e di poeta. Lei conferma la mia impressione su colui che è davvero “persona eletta”, dai sentimenti alti, capace di delicate accensioni creative.
La Delfa non appartiene alla folta schiera di poeti che fanno versi improbabili senza avere nessuna frequentazione o familiarità con i testi della tradizione. Egli è uomo di diffusa erudizione, capace di eleggere con uno speciale istinto i suoi autori priviliegiati.
Spesso la letteratura è il risultato festoso di una lotta fra Titani: la Cultura e il Sentimento. Spesso questi si fronteggiano, si aggirano, si logorano a vicenda. Qualcuno pensa che l’uno debba per forza prevalere sull’altra o viceversa.
In La Delfa questa guerra si trasforma in idillio. Nella poesia Etna il tumulto del fuoco e delle scintille fa la terra fertile. La sabbia nera luccica. I fiori di ginestra sorridono. E un venticello di primavera spira sereno.
Quello stesso vento che anima la poesia alla Principessa di Ripa di Porta Ticinese che si chiude con un sospiro: “Domani ti rivedrò ancora?”. Questo libro è animato da un fanciullesco afflato di affiliazione e di fraternità con gli uomini eletti. Un bisogno sostanziale di accomunarsi al fluire di uno spirito elevato negli uomini.
prima parte segue
prof. Andrea Velardi
Docente Linguistica e Psicologia Cognitiva presso l'Università degli studi di Roma e Messina
Recensione al libro Vivaio di Emozioni
Seconda parte...
dal mondo universitario.
Mi sono commosso leggendo la poesia dedicata a Ignazio Buttitta. Comincia con Gnaziu il modo in cui gli amici si rivolgevano confidenzialmente al poeta di Bagheria. Nella mia mente è echeggiata la voce della moglie Angelina. Una sera mio padre Rosario portò il suo figliolo di 8 anni nella villa di Aspra. Ci trattenemmo a cena. Angelina preparò del riso col sugo. Mio padre proveniva dal mondo cattolico, era stato collaboratore di Raimondo Manzini, primo direttore dell’Osservatore Romano. Buttitta brontolava contro quella cultura. Se la prendeva anche con Angelina, la cui devozione era consapevole e verace. Ad un certo punto il discorso cadde sul comunismo, sul lavoro, sull’esistenza di Dio. Angelina gli diceva di non esagerare troppo. Lui era duro e non riconosceva spiragli e probabilità. Io mi ero accorto che alcune sentenze di Ignazio non mi convincevano dal punto di vista della razionalità del discorso. Osai intervenire. Ne nacque una disputa seria, condotta sul filo di argomentazioni filosofiche e appassionate. Angelina era meravigliata di come un piccolo esserino di 8 anni tenesse testa al marito così alacremente. E diceva: “Bravu, bravu diccillu tu. Ganzzù! Gnazzù! Ascuta u picciriddu. Avi raggiuni”. Ignazio mi trattò da pari. Né in alcun momento sollevò come argomento il fatto che io ero un fanciullo, anche abbastanza cocciuto, convinto della propria forza dialettica. Quando seppi che era morto andai a Bagheria nella camera ardente allestita al Comune di Bagheria. Salutai la sorella. Ricordai con lei il rapporto tra suo padre e il mio primo maestro accademico Tullio De Mauro.
La Delfa mi ha fatto rivivere queste esperienze. “Domani ti rivedrò ancora?”. Certo. Perché questi uomini vivono nella esemplarità della loro vita e della loro opera.
E così capita che io riveda Buttitta grazie a La Delfa e mi ricordi che non posso separare la forza e il carattere del poeta bagherese dalla tenerezza e della schiettezza della moglie Angelina.
Forza e tenerezza di cui è intrisa la sua poesia.
Andrea Velardi
Docente Linguistica e Psicologia Cognitiva presso l’Università degli Studi di Roma e Messina
dal mondo universitario.
Mi sono commosso leggendo la poesia dedicata a Ignazio Buttitta. Comincia con Gnaziu il modo in cui gli amici si rivolgevano confidenzialmente al poeta di Bagheria. Nella mia mente è echeggiata la voce della moglie Angelina. Una sera mio padre Rosario portò il suo figliolo di 8 anni nella villa di Aspra. Ci trattenemmo a cena. Angelina preparò del riso col sugo. Mio padre proveniva dal mondo cattolico, era stato collaboratore di Raimondo Manzini, primo direttore dell’Osservatore Romano. Buttitta brontolava contro quella cultura. Se la prendeva anche con Angelina, la cui devozione era consapevole e verace. Ad un certo punto il discorso cadde sul comunismo, sul lavoro, sull’esistenza di Dio. Angelina gli diceva di non esagerare troppo. Lui era duro e non riconosceva spiragli e probabilità. Io mi ero accorto che alcune sentenze di Ignazio non mi convincevano dal punto di vista della razionalità del discorso. Osai intervenire. Ne nacque una disputa seria, condotta sul filo di argomentazioni filosofiche e appassionate. Angelina era meravigliata di come un piccolo esserino di 8 anni tenesse testa al marito così alacremente. E diceva: “Bravu, bravu diccillu tu. Ganzzù! Gnazzù! Ascuta u picciriddu. Avi raggiuni”. Ignazio mi trattò da pari. Né in alcun momento sollevò come argomento il fatto che io ero un fanciullo, anche abbastanza cocciuto, convinto della propria forza dialettica. Quando seppi che era morto andai a Bagheria nella camera ardente allestita al Comune di Bagheria. Salutai la sorella. Ricordai con lei il rapporto tra suo padre e il mio primo maestro accademico Tullio De Mauro.
La Delfa mi ha fatto rivivere queste esperienze. “Domani ti rivedrò ancora?”. Certo. Perché questi uomini vivono nella esemplarità della loro vita e della loro opera.
E così capita che io riveda Buttitta grazie a La Delfa e mi ricordi che non posso separare la forza e il carattere del poeta bagherese dalla tenerezza e della schiettezza della moglie Angelina.
Forza e tenerezza di cui è intrisa la sua poesia.
Andrea Velardi
Docente Linguistica e Psicologia Cognitiva presso l’Università degli Studi di Roma e Messina
Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Dedico questo libro e i versi in lingua ad Alda Merini, grandissima poetessa e donna straordinaria , che mi ha dato l'onore di ritirare per delega il prestigioso Premio Internazionale Sicilia "Il Paladino"
38° Edizione 2009 a Siracusa. Pippo :g1: :g1: :g1: :g1: :g1:
38° Edizione 2009 a Siracusa. Pippo :g1: :g1: :g1: :g1: :g1:
Re: Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Le illustrazioni per le poesie di G.La Delfa ...
http://artevizzari.italianoforum.com/pittura-f6/le-illustrazioni-per-le-poesie-di-gla-delfa-t1945.htm#9502
Re: Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Giorno 1 luglio presso la Fiera EMAIA Città di Vittoria (RG) ,al
concorso letterario di poesia "L 'Angolo del Poeta" in Lingua e in
Vernacolo in Memoria dell'avvocato"Gianni Ferraro; XXIV edizione ,
la copertina del libro "Vivaio di Emozioni " dei poeti Giuseppe La
Delfa - Rita Dugo, ha ottenuto il primo premio per il concorso
"Migliore copertina" del libro edito per la Lingua Italiana.
COMPLIMENTI !
concorso letterario di poesia "L 'Angolo del Poeta" in Lingua e in
Vernacolo in Memoria dell'avvocato"Gianni Ferraro; XXIV edizione ,
la copertina del libro "Vivaio di Emozioni " dei poeti Giuseppe La
Delfa - Rita Dugo, ha ottenuto il primo premio per il concorso
"Migliore copertina" del libro edito per la Lingua Italiana.
COMPLIMENTI !
Recensione di GIUSEPPE GUARRACI suL libro di poesie " VIVAIO DI EMOZIONI" di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Ricevo da parte di Pino Guarraci poeta -scrittore di Siaracusa:
Mi sono accostato spesso all'opera intellettiva di Giuseppe La Delfa
che conosco da molto tempo.. Si può dire che ho assisto alla nascita
di quasi tutte le sue opere . Oggi leggo "Vivaio di Emozioni " scritto
a quattro mani con la poetessa Rita Dugo , e riscopro un La Delfa
diverso , indubbiamente più maturo del poeta delle dediche con cui
omaggiava amici e conoscenti negli anni 70 e 80 . Oggi La Delfa mostra
la grande influenza che ha esewrcitato su di lui la presenza della
scomparsa poetessa Alda Merini che ha rivoluzionato la sua vita
artistica e il modo di porsi poeticamente con pennellate secche ma
intense, ricche di una grande forza comunicativa.
La Delfa fa della sintesi il suo migliore mezzo d'espressione e
riesce a trasmettere immagini e sensazioni di una certa intensità.
Pur rimanendo in parte legato all'omaggio dei versi , molti sono
dedicati alla poetessa dei navigli e al poeta siciliano Ignazio
Buttitta,La Delfa , come un fanciullo felice, ammaliato dalle
bellezze della sua terra , riesce a cantare con semplicità gli effluvi
d'incanto dell'Etna mentre "vibra un venticello di primavera" , o si
veste "di rimpianti /per il perduto amore / mentre "l'anima scappa
via /raggiunge l'infinito /nel lacerante grido di dolore.
Il libretto è abbastanza riuscito e ben si presta come inizio di un
nuovo discorso poetico che sicuramente si aprirà in futuro ad una
poesia sempre più matura ed impegnata.
Giuseppe Guarraci Siracusa 2012
fine prima parte , nella seconda parlerò di Rita Dugo ...
Mi sono accostato spesso all'opera intellettiva di Giuseppe La Delfa
che conosco da molto tempo.. Si può dire che ho assisto alla nascita
di quasi tutte le sue opere . Oggi leggo "Vivaio di Emozioni " scritto
a quattro mani con la poetessa Rita Dugo , e riscopro un La Delfa
diverso , indubbiamente più maturo del poeta delle dediche con cui
omaggiava amici e conoscenti negli anni 70 e 80 . Oggi La Delfa mostra
la grande influenza che ha esewrcitato su di lui la presenza della
scomparsa poetessa Alda Merini che ha rivoluzionato la sua vita
artistica e il modo di porsi poeticamente con pennellate secche ma
intense, ricche di una grande forza comunicativa.
La Delfa fa della sintesi il suo migliore mezzo d'espressione e
riesce a trasmettere immagini e sensazioni di una certa intensità.
Pur rimanendo in parte legato all'omaggio dei versi , molti sono
dedicati alla poetessa dei navigli e al poeta siciliano Ignazio
Buttitta,La Delfa , come un fanciullo felice, ammaliato dalle
bellezze della sua terra , riesce a cantare con semplicità gli effluvi
d'incanto dell'Etna mentre "vibra un venticello di primavera" , o si
veste "di rimpianti /per il perduto amore / mentre "l'anima scappa
via /raggiunge l'infinito /nel lacerante grido di dolore.
Il libretto è abbastanza riuscito e ben si presta come inizio di un
nuovo discorso poetico che sicuramente si aprirà in futuro ad una
poesia sempre più matura ed impegnata.
Giuseppe Guarraci Siracusa 2012
fine prima parte , nella seconda parlerò di Rita Dugo ...
Re: Vivaio di Emozioni di Giuseppe La Delfa e Rita Dugo
Grazie Pippo ... restiamo in attesa di leggere
Argomenti simili
» Antologia poetica in omaggio a Giuseppe Aurelio Costanzo a cura di GIUSEPPE LA DELFA
» Alda Merini
» Canti e poesie , "Vivaio di Emozioni" Recensione
» Rita Dugo
» Lode alla Merini e danza delle ore
» Alda Merini
» Canti e poesie , "Vivaio di Emozioni" Recensione
» Rita Dugo
» Lode alla Merini e danza delle ore
FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Dizionario Virtuale :: Biblioteca del Forum
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
Sab 20 Gen 2024 - 19:51 Da Admin
» Buon Compleanno a Rosetta Di Bella
Mar 30 Ago 2022 - 18:51 Da Admin
» Dind'a 'ndó
Sab 30 Lug 2022 - 13:02 Da Admin
» Benvenuta MariaM
Mer 27 Lug 2022 - 0:02 Da Admin
» Lucio Musto è pure qui... siate pazienti!
Mar 26 Lug 2022 - 23:58 Da Admin
» Per Richiedere la Selezione a Membro Giuria
Gio 21 Lug 2022 - 23:12 Da Admin
» Per Richiedere la Selezione a Membro Giuria
Gio 21 Lug 2022 - 23:11 Da Admin
» Flavia Vizzari
Mar 19 Lug 2022 - 15:20 Da Admin
» Lirica : Il Tenore Amerigo Marino
Sab 16 Lug 2022 - 23:20 Da Admin
» PREMIO POESIA A.S.A.S.
Sab 16 Lug 2022 - 15:15 Da Admin
» Comunicato Stampa
Ven 15 Lug 2022 - 0:03 Da Admin
» Buon Compleanno x Mimmo Spanò
Ven 15 Lug 2022 - 0:01 Da Admin
» Benvenuto NICOLA COMUNALE
Gio 14 Lug 2022 - 23:53 Da Admin
» Flora Restivo Auguri
Dom 13 Mar 2022 - 23:02 Da Admin
» Nuova Edizione Messina in Arte Asas 2022
Mer 16 Feb 2022 - 9:19 Da Admin
» Il caso A.N.PO.S.DI. siciliano
Gio 17 Giu 2021 - 18:25 Da Admin
» Incontri Culturali in Virtuale su chat Jitsi meet
Mar 4 Mag 2021 - 0:12 Da Admin
» Il centenario della nascita di Leonardo Sciascia
Mar 4 Mag 2021 - 0:07 Da Admin
» La scomparsa di Angelo Scandurra
Mar 4 Mag 2021 - 0:06 Da Admin
» Benvenuta Angela Castorelli
Lun 3 Mag 2021 - 23:59 Da Admin
» Gli Auguri 2021 del Presidente
Dom 27 Dic 2020 - 8:40 Da Admin
» PREMIO NAZIONALE DI POESIA ASAS
Sab 13 Giu 2020 - 9:46 Da Admin
» GRAMMATICA SISTEMATICA di Arturo Messina - Sr
Mar 24 Mar 2020 - 15:22 Da Admin
» Antologia poetica letteraria a cura di Giuseppe La Delfa In omaggio a Ignazio Buttitta
Mar 24 Mar 2020 - 12:33 Da Admin
» Vincenzo Aiello
Mar 24 Mar 2020 - 12:27 Da Admin
» BENVENUTO
Mar 24 Mar 2020 - 12:22 Da Admin
» LU ME' SICILIANU
Mar 24 Mar 2020 - 12:07 Da Admin
» Presentazione di "...e chiovi" - 9-1-10
Mar 24 Mar 2020 - 12:05 Da Admin
» Completamento di sacrifici di Pippo
Mar 24 Mar 2020 - 11:48 Da Admin
» Buongiorno Primavera 2020
Mar 24 Mar 2020 - 11:34 Da Admin