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Pasqua Andalusa
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FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Storia, tradizioni e leggende
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Pasqua Andalusa
le feste che animano la Semana Santa, hanno un’origine antica, e si sono affermate nel tempo come strumenti di espressione di fede autentica, e insieme di aggregazione sociale
La Spagna, nella settimana che precede la Santa Pasqua, la Semana Santa si anima con spettacolari manifestazioni che percorrono l’intera nazione.
Le celebrazioni più folcloristiche sono sicuramente quelle che attraversano l’Andalusia e che ogni anno attirano migliaia di fedeli e di semplici curiosi. Siviglia, Cordoba, Granada, Cadice si vestono a festa per offrire ai turisti uno spettacolo che unisce la devozione alla sacralità.
Il turismo culturale religioso oltre a generare fede, si trasforma così in occasione di spettacolo.
Del resto le feste che animano la Semana Santa, hanno un’origine antica, e si sono affermate nel tempo come strumenti di espressione di fede autentica, e insieme di aggregazione sociale. Assistere ad una di queste celebrazioni, significa condividere le emozioni di una folla entusiasta che vive un’esperienza religiosa collettiva, o più semplicemente assistere ad un rito millenario che rispecchia la tradizione di un popolo. Così, la fede si fa storia, e la storia diviene spettacolo.
Le origini storiche delle processioni andaluse, che hanno influito sulla spettacolarità e sulla intensità di queste manifestazioni, sono da rinvenire nella volontà popolare di affermazione e identificazione della fede religiosa cattolica in un contesto storico-culturale che ha conosciuto lunghi secoli di dominazione islamica.
I musulmani, i cosiddetti Mori, dominarono la Spagna per quasi quattro secoli e, posero come centro del proprio potere, le principali città andaluse: prima Cordoba, poi Siviglia, ed infine Granada. I Mori, hanno lasciato alla Spagna, e soprattutto all’Andalusia, una grande eredità culturale, che è fatta non solo di palazzi, moschee, ma anche di colori e sapori che vivono ancora oggi come parti integranti della tradizione spagnola.
Siviglia, capitale dell’Andalusia, si trasforma durante la Semana Santa, quando le antiche strade del centro storico, vengono percorse per sette giorni a partire dalla Domenica delle Palme dalle processioni che in lenta sfilata ricreano, giorno e notte, l’atmosfera del cristianesimo spagnolo. I membri delle 58 confraternite della città, si vestono da <1> nazarenos, con cappuccio, tunica e mantello di tradizione medioevale, e con lo stemma di appartenenza.
Le confraternite, portano in processione i pasos, ossia gruppi scultorei di pregiato valore artistico che risalgono per lo più al seicento, raffiguranti la Crocifissione di Cristo, la Vergine, o ancora le sculture raffiguranti le scene della Passione. Addobbati da ricchi paramenti religiosi, i mantones, e trasportati dai costaleros, i pasos procedono a passo lento, accompagnati dal rullo dei tamburi e dalle saetas , invocazioni popolari.
Anche Cadice, che per la sua posizione geografica fu senz’altro la città spagnola più esposta alla dominazione araba, rivive ogni anno giorni di intensa partecipazione religiosa. Anche qui i cittadini riuniti in confraternite, issano le statue sacre in ricchi baldacchini, per portarle in processione a commemorare la morte e la Resurrezione di Gesù. In questa settimana frenetica e caotica, eppure profondamente spirituale, si rinnova ogni anno la devozione della città.
Le celebrazioni iniziano la domenica delle Palme nella chiesa della Nuestra Senora del Carmen. In un’estasi di colori e profumi, i membri delle confraternite incappucciati in lunghi cappelli di foggia medioevale, sfilano per le strade del proprio quartiere in una lenta processione che raggiunge il duomo della città, con le sculture sacre erette su alti piedistalli.
Il lunedì Santo è il giorno dedicato alla confraternita del culto della Virgen protettice. Stavolta, sono i marinai, incappucciati in lunghe tuniche color avorio e lunghi cappelli azzurri, a sfilare lungo un percorso di circa tre ore fino alla cattedrale.
Sono giorni di penitenza allo stesso tempo di preparativi di festa. Nei vicoli adornati di vasche di fiori e di immagini sacre, l’odore del mare si confonde con quello della cera arsa e del caramello, tipico dei dolci pasquali di origine araba.
Il giovedì le donne indossano il caratteristico traje de mantilla adorno di garofani; mentre il venerdì è il giorno del lutto, della penitenza.
La settimana si conclude con la domenica della Resurrezione, con una messa solenne nella cattedrale, gremita di gente, e la processione dell’ultima confraternita quella di Sant’Antonio. E’ solo col finire della giornata, che la città abbandona la sua magica veste medioevale, e si prepara, guardando il mare, al nuovo giorno.
http://turismo.stile.it/articoli/2001/04/09/92813.php?ppid=0
La Spagna, nella settimana che precede la Santa Pasqua, la Semana Santa si anima con spettacolari manifestazioni che percorrono l’intera nazione.
Le celebrazioni più folcloristiche sono sicuramente quelle che attraversano l’Andalusia e che ogni anno attirano migliaia di fedeli e di semplici curiosi. Siviglia, Cordoba, Granada, Cadice si vestono a festa per offrire ai turisti uno spettacolo che unisce la devozione alla sacralità.
Il turismo culturale religioso oltre a generare fede, si trasforma così in occasione di spettacolo.
Del resto le feste che animano la Semana Santa, hanno un’origine antica, e si sono affermate nel tempo come strumenti di espressione di fede autentica, e insieme di aggregazione sociale. Assistere ad una di queste celebrazioni, significa condividere le emozioni di una folla entusiasta che vive un’esperienza religiosa collettiva, o più semplicemente assistere ad un rito millenario che rispecchia la tradizione di un popolo. Così, la fede si fa storia, e la storia diviene spettacolo.
Le origini storiche delle processioni andaluse, che hanno influito sulla spettacolarità e sulla intensità di queste manifestazioni, sono da rinvenire nella volontà popolare di affermazione e identificazione della fede religiosa cattolica in un contesto storico-culturale che ha conosciuto lunghi secoli di dominazione islamica.
I musulmani, i cosiddetti Mori, dominarono la Spagna per quasi quattro secoli e, posero come centro del proprio potere, le principali città andaluse: prima Cordoba, poi Siviglia, ed infine Granada. I Mori, hanno lasciato alla Spagna, e soprattutto all’Andalusia, una grande eredità culturale, che è fatta non solo di palazzi, moschee, ma anche di colori e sapori che vivono ancora oggi come parti integranti della tradizione spagnola.
Siviglia, capitale dell’Andalusia, si trasforma durante la Semana Santa, quando le antiche strade del centro storico, vengono percorse per sette giorni a partire dalla Domenica delle Palme dalle processioni che in lenta sfilata ricreano, giorno e notte, l’atmosfera del cristianesimo spagnolo. I membri delle 58 confraternite della città, si vestono da <1> nazarenos, con cappuccio, tunica e mantello di tradizione medioevale, e con lo stemma di appartenenza.
Le confraternite, portano in processione i pasos, ossia gruppi scultorei di pregiato valore artistico che risalgono per lo più al seicento, raffiguranti la Crocifissione di Cristo, la Vergine, o ancora le sculture raffiguranti le scene della Passione. Addobbati da ricchi paramenti religiosi, i mantones, e trasportati dai costaleros, i pasos procedono a passo lento, accompagnati dal rullo dei tamburi e dalle saetas , invocazioni popolari.
Anche Cadice, che per la sua posizione geografica fu senz’altro la città spagnola più esposta alla dominazione araba, rivive ogni anno giorni di intensa partecipazione religiosa. Anche qui i cittadini riuniti in confraternite, issano le statue sacre in ricchi baldacchini, per portarle in processione a commemorare la morte e la Resurrezione di Gesù. In questa settimana frenetica e caotica, eppure profondamente spirituale, si rinnova ogni anno la devozione della città.
Le celebrazioni iniziano la domenica delle Palme nella chiesa della Nuestra Senora del Carmen. In un’estasi di colori e profumi, i membri delle confraternite incappucciati in lunghi cappelli di foggia medioevale, sfilano per le strade del proprio quartiere in una lenta processione che raggiunge il duomo della città, con le sculture sacre erette su alti piedistalli.
Il lunedì Santo è il giorno dedicato alla confraternita del culto della Virgen protettice. Stavolta, sono i marinai, incappucciati in lunghe tuniche color avorio e lunghi cappelli azzurri, a sfilare lungo un percorso di circa tre ore fino alla cattedrale.
Sono giorni di penitenza allo stesso tempo di preparativi di festa. Nei vicoli adornati di vasche di fiori e di immagini sacre, l’odore del mare si confonde con quello della cera arsa e del caramello, tipico dei dolci pasquali di origine araba.
Il giovedì le donne indossano il caratteristico traje de mantilla adorno di garofani; mentre il venerdì è il giorno del lutto, della penitenza.
La settimana si conclude con la domenica della Resurrezione, con una messa solenne nella cattedrale, gremita di gente, e la processione dell’ultima confraternita quella di Sant’Antonio. E’ solo col finire della giornata, che la città abbandona la sua magica veste medioevale, e si prepara, guardando il mare, al nuovo giorno.
http://turismo.stile.it/articoli/2001/04/09/92813.php?ppid=0
Re: Pasqua Andalusa
Foto di Nicola Comunale Rizzo
http://picasaweb.google.it/nicolacomunale/2010a1procesionesjuevesanto#
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