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IL Ponte Sullo Stretto

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Messaggio  Admin Dom 8 Nov 2009 - 23:51

Per Cannitello hanno dato l'ok a patto che non fosse un preludio al ponte ... LEGGI:

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Messaggio  Flavia Vizzari Dom 29 Nov 2009 - 17:59

Comunicato della Rete NOPONTE da Facebook:

https://www.facebook.com/group.php?gid=184871299602#/event.php?eid=210854135168




"MANIFESTAZIONE 1 DICEMBRE ORE 18.00 MESSINA-TORRE FARO - Via Circuito (davanti Campeggio dello Stretto)" :

"PONTE: FERMIAMO TUTTO, DAVVERO! LOTTIAMO PER LE VERE PRIORITÀ"


Il Governo ha annunciato che il 23 dicembre verrà dato avvio ai cantieri del Ponte sullo Stretto. Il primo atto sarà la modifica di un tratto di linea ferrata prossima alla Stazione ferroviaria di Cannitello-Villa San Giovanni. Non sono stati sufficienti, evidentemente, i morti di Scaletta e Giampilieri per porre fine a questa idea scellerata e destinare le risorse pubbliche del Ponte per la messa in sicurezza del territorio. Da anni ci battiamo contro quello che abbiamo definito "il mostro sullo Stretto" perché riteniamo che così vengano sperperate ingenti risorse pubbliche, perché riteniamo che sia inutile, perché riteniamo che sia devastante per l'ambiente. Lo scorso otto agosto siamo scesi in piazza in migliaia per dire no al Ponte. Quella manifestazione presentava una piattaforma alternativa che vedeva come elemento centrale la messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio, accompagnata dalla richiesta del potenziamento del trasporto pubblico nello Stretto. Con questa stessa piattaforma saremo in piazza il 19 dicembre a Villa San Giovanni in un appuntamento che rivestirà carattere nazionale. Nell'ambito del percorso che ci porterà a quella manifestazione, indiciamo per giorno 1 dicembre un corteo a Faro, a due mesi dai tragici eventi che hanno colpito la zona sud della città e la riviera jonica, nei luoghi nei quali vorrebbero far sorgere il pilone della sponda messinese.

Messina, 04.11.09

Rete No Ponte


"I SOLDI DEL PONTE PER LA SICUREZZA DEI TERRITORI"

La rete Noponte da anni si oppone, in tutte le sedi e con i più vari mezzi (documentazione scientifica, dibattiti, campeggi, volantinaggi, manifestazioni sempre più partecipate) alla progettazione e realizzazione del cosiddetto manufatto stabile sullo stretto, per l’ingentissimo spreco di risorse che ha già inutilmente sperperato e ancor più sperpererà, per la devastazione ambientale e il dissesto idrogeologico che provocherà, per la sua inutilità sostanziale in un contesto trasportistico da quarto mondo . La Rete Noponte si oppone a una delle tante scelte calate dall’alto grazie alla famigerata legge obiettivo che ignora i bisogni e i diritti dei territori per privilegiare opere faraoniche e grandi imprese come lmpregilo, nota ormai più per l'abilità finanziaria e le disavventure giudiziarie con i cantieri dell’alta velocità, la casa dello studente all’Aquila e i megainceneritori campani che per la celerità e la correttezza dei lavori. Da sempre il movimento no-ponte si batte perché si investa sulle cosiddette opere di prossimità, il risanamento delle colline delle coste e dei torrenti, il consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente evitando nuove aggressioni speculative a un territorio gia compromesso, il potenziamento e il rilancio del trasporto marittimo nello stretto. Oggi, dopo il tragico e annunciato disastro dell’ 1 ottobre e il rischio che possa di nuovo accadere anche in altre parti del nostro territorio, occorre invertire decisamente la rotta e porre con forza la necessità di realizzare con gradualità ma con determinazione quello che ha detto, a caldo, anche il presidente Napolitano: non sprechiamo soldi per il ponte ma investiamoli per il risanamento del territorio. Senza questa scelta netta continuerà il balbettio confuso sulle responsabilità, sulle scelte da fare, sui soldi da trovare, su dove e se ricostruire, aggravando la sofferenza e il disagio degli sfollati che hanno il sacrosanto diritto di tornare, presto e in sicurezza, dove hanno sempre vissuto. Il governo invece persevera imperterrito: proprio in questi giorni ha stanziato 1,3 miliardi di euro per la progettazione esecutiva e le cosiddette opere collaterali e compensative e la Regione Sicilia ha dichiarato che investirà 100 milioni di euro per la costruzione dell’opera. Una delle opere compensative, la variante ferroviaria di Cannitello, sarà inaugurata in pompa magna il 23 dicembre e gabellata come inizio dei lavori del Ponte. La rete siciliana e calabrese risponderà con una grande manifestazione nazionale a Villa San Giovanni il 19 dicembre e con altre iniziative sul territorio. La rete Noponte messinese indice pertanto a Torre Faro, a due mesi dall’alluvione, in un luogo simbolo minacciato dal megapilone del Ponte e lì dove oggi trovano accoglienza in strutture alberghiere buona parte degli abitanti delle zone alluvionate, una MANIFESTAZIONE MARTEDI’ 1 DICEMBRE ore 18.00 con concentramento in Via Circuito (davanti Campeggio dello Stretto) per chiedere l’utilizzo del miliardo e trecento milioni di euro stanziato per il Ponte per la messa in sicurezza dei nostri territori e, prioritariamente, per le aree alluvionate.

Messina, 10.11.2009

Rete No Ponte


Per ulteriori informazioni potete visitare il sito internet del comitato www.retenoponte.it


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Messaggio  Admin Mer 29 Set 2010 - 11:15

Nel ricordarvi l'appuntamento a sabato 2 ottobre ore 16:00 a piazza Cairoli per il corteo nazionale No Ponte (in occasione dell'anniversario dell'alluvione) a cui aderiremo, volevamo anche noi - da cittadini che vivono da tanti anni in questa città - esprimere le nostre considerazioni sulle vicende della Caronte & Tourist, dall'aumento dei prezzi alle lunghe code per l'imbocco degli imbarcaderi.
Anzitutto il nostro auspicio è quello che venga al più presto messo in atto l'ampliamento del porto di Tremestieri, il quale sarebbe stato un ottimo "salvagente" in casi di giornate di controesodo come quella che i turisti hanno vissuto quest'estate. Ma sarebbe bastata anche un miglior coordinamento con i finti concorrenti dell'Rfi, i quali stanno vivendo un momento critico a causa delle dismissioni dei traghetti e dei tagli al personale, a scapito della qualità del servizio offerto ai viaggiatori e soprattutto dei posti di lavoro (centinaia di licenziamenti negli ultimi 10 anni).
Il risultato è stato quello di far sì che alcuni non messinesi (o addirittura "anti-messinesi") chiedessero un'accellerazione dei lavori del Ponte, non conoscendo importanti dettagli riguardante tale argomento.
Il nostro scopo oggi è sfatare questo luogo comune: si ponte, no traghetti e viceversa. Anche se all'apparenza è un ragionamento logico, chi vive a Messina e conosce la sua realtà sa che non c'è niente di più falso. L'aumento dei prezzi dei biglietti pare sia "voluto" anche a scopo demagogico, dunque? Sembrerebbe di si. Basterebbe pensare ad esempio che gli "uomini dei traghetti" (in primis i Franza, grandi amici dell'ex sindaco del PD Francantonio Genovese) figurino anche tra gli "uomini del Ponte", tra consorzi con la Stretto di Messina, pacchetti azionari collegati alla Impregilo e altri interessi (ovviamente privati). Uno strano modo di fare concorrenza, no?

Dal libro "I padrini del Ponte" di Antonio Mazzeo (pag.74):

Il traghettamento nello Stretto è da sempre l’attività più redditizia per la holding Franza-Matacena. Un vero e proprio moltiplicatore di utili e profitti che erroneamente (o strumentalmente) è stato ritenuto “a rischio” nel caso in cui entrasse in funzione il Ponte. Eppure la megainfrastruttura non sembra aver mai fatto paura ai due potenti gruppi imprenditoriali che, al contrario, hanno tentato di entrare direttamente nella gestione delle opere relative all’attraversamento stabile Calabria-Sicilia.
La famiglia Matacena, ad esempio, ha costituito la società Ponte d’Archimede (presidente Elio Matacena, figlio di Amedeo senior, vicepresidente Ludovico Fulci) che ha brevettato il progetto di un ponte sommerso, ancorato ai fondali da una serie di tiranti metallici. Lo studio di fattibilità fu eseguito vent’anni fa per conto di un raggruppamento d’imprese che vedeva insieme Saipem, Snamprogetti, Spea e Tecnomare, ma l’ipotesi di un ponte sommerso fu poi scartata dalla Stretto di Messina Spa che preferì orientarsi verso il ponte sospeso. Per qualche tempo gli armatori calabresi tentarono inutilmente di ribaltare la decisione della concessionaria di Stato. Nel 1996 Amedeo Matacena junior, al tempo deputato forzista, giunse a scrivere direttamente a Silvio Berlusconi per chiedere di “approfondire i motivi che hanno sempre privilegiato il progetto Ponte a scapito di un tunnel collegante lo Stretto”, ed invitare il governo a considerare “i progetti relativi al tunnel che costano un terzo rispetto al ponte e hanno un impatto ambientale meno dannoso”. (1) Preso atto dell’irrimediabilità della scelta pro-Ponte, i Matacena hanno invertito l’Archimede verso altre rotte, avviando la progettazione di infrastrutture di collegamento sommerso in Cina, Filippine, Indonesia, Norvegia e Scozia. Solo di recente la Ponte d’Archimede è tornata attiva nell’area dello Stretto, avviando in partnership con una società cinese un programma sperimentale per la produzione di energia dalle correnti marine. Il progetto prevede il finanziamento dell’Unione Europea, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido) e della Regione Siciliana. Pure la famiglia Franza si è preparata a dovere al grande appuntamento del secolo. Nel 1986, quando era in corso uno scontro politico tra le classi dirigenti calabresi e siciliane sulla reale fattibilità dell’opera, intervenne pubblicamente a difesa del progetto del Ponte l’ingegnere Giuseppe Franza. “Come operatore economico – dichiarò Franza – ritengo che un’opera così grandiosa aiuti il nostro territorio, risolva il problema del collegamento con un’altra sponda e crei comunque un così vasto movimento da rivoluzionare tutta la nostra realtà economica e sociale. Gli effetti positivi si vedranno già durante la costruzione, a parte poi, a opera ultimata, il beneficio del richiamo turistico e ambientale nonché l’interesse culturale per un manufatto di alta ingegneria e di tecnica specializzata”. Nell’occasione l’ingegner Franza espresse inaspettatamente il proprio dissenso verso l’ipotesi progettuale sostenuta dal socio Matacena. “Contrario mi ritengo al tunnel che trovo un congiungimento anomalo, che non potrà mai dare al territorio gli stessi benefici del ponte sospeso”. (2)
Sedici anni più tardi, la vedova Olga Mondello Franza avrebbe fatto da anfitrione del ministro Pietro Lunardi e del presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro, durante la loro visita ai luoghi dei futuri cantieri del Ponte. Un mezzo navale fu pure messo a disposizione del presidente della Stretto di Messina, Giuseppe Zamberletti, e del consiglio d’amministrazione della concessionaria, per un successivo sopralluogo a Scilla e Cariddi. Sostenitori della megaopera sono pure i figli Pietro e Vincenzo Franza. Il primo, amministratore delegato della maggiori società del gruppo, in un’intervista al sito internet del Gruppo Bancario Credito Valtellinese (istituto che ha assorbito il Credito Siciliano di cui i Franza sono stimati clienti), ha affermato che “una volta che sarà costruito il Ponte sullo Stretto e finite le autostrade, a quel punto la Sicilia potrà diventare la Florida del sud Italia e del sud Europa”. “Con tutti i soldi che arriveranno, saranno le nostre olimpiadi, la grande occasione per rilanciare la città”, ha dichiarato Vincenzo Franza, ingegnere ed amministratore delegato della Caronte & Tourist. “I disagi ci saranno. E comunque i messinesi dovranno sacrificarsi: possono duecentomila persone bloccare un’opera utile a cinque milioni di siciliani? E no! No che non possono!” (3)
Dato che al progresso e agli affari non possono essere posti ostacoli, i Franza hanno promosso un’intesa con le maggiori società edili locali, fondando il Consorzio Costruttori Messinesi per competere con le imprese del Nord nel settore delle grandi opere e nella gestione di società miste per lo sviluppo dei servizi pubblici e privati. Il consorzio è apparso subito lo strumento più idoneo per accrescere il peso dell’imprenditoria peloritana nella contrattazione diretta degli appalti e dei subappalti per il manufatto. Senza dimenticare che attorno al Ponte dovrebbero sorgere infrastrutture turistico-immobiliari e “culturali”, settori dove il gruppo Franza non conosce rivali nell’area dello Stretto. I principali soci del Consorzio Costruttori Messinesi? Innanzitutto la Siceas Building (presidente Paolo Franza, amministratore delegato del nipote Pietro), la Ing. Paolo Arcovito Srl di Messina, la Edilmoter di Barcellona Pozzo di Gotto, la Vincenzo Oliva di Milazzo, Studi progetti e costruzioni Spa di Messina, la Trio Srl di Pace del Mela e l’immancabile C&D Costruzioni nella titolarità di Eugenia Elda Vitacolonna e dell’ingegnere Roberto Caligiore. Quest’ultimo è stato pure nominato vicepresidente del consiglio d’amministrazione del consorzio.
Ma è particolarmente nel settore bancario e finanziario, strategico per la reperibilità dei finanziamenti necessari alla realizzazione del Ponte, che il gruppo Franza è intervenuto con invidiabile lungimiranza. Da sempre vicini agli uomini di vertice dei maggiori istituti presenti in Sicilia, attraverso Co.Mi.Fer., la cassaforte del gruppo, i Franza hanno acquisito nei primi anni Novanta lo 0,51% del pacchetto azionario della Banca Commerciale italiana (Comit), successivamente entrata a far parte di Banca Intesa. Ma il vero colpo dell’universo creditizio, il gruppo Franza lo ha messo a segno inserendosi in Consortium, la finanziaria che nel marzo 2001 ha scalato Mediobanca, acquisendo il 14,5% del suo pacchetto azionario. Due holding lussemburghesi, la Work and Finance e la Tourist International, società riconducibili ai Franza, possiederebbero il 5% delle quote di Consortium. Altri azionisti della finanziaria sono Mediolanum (famiglia Berlusconi), Unicredito, Capitalia, le Assicurazioni Generali e i legittimi eredi del “re delle autostrade” Marcellino Gavio (recentemente scomparso), comproprietari di Igli, il consorzio che controlla Impregilo.
Dal 2002 la dinasty messinese possiede inoltre il 28% di Engineering Tourinternet, società d’ingegneria e servizi per il turismo, i beni culturali e i trasporti. Il 51% di questa azienda è in mano ad Engineering Ingegneria Informatica, una delle primissime società italiane di servizi informatici di cui sono azionisti “21 Investimenti” del Gruppo Benetton (altro proprietario di Igli-Impregilo attraverso Autostrade Spa), Argo Finanziaria dell’immancabile Gavio, il gruppo Intesa-Sanpaolo, la Banca Monte dei Paschi e Unipol fanno invece parte del pool bancario che ha fornito la garanzia fideiussoria all’associazione d’imprese general contractor.
La Caronte & Tourist dei Franza ed Elio Matacena, si è infine consorziata con la Società Stretto di Messina per eseguire una singolare ricerca sulle “modalità di trasporto nello Stretto”. Una prova in più che i signori dei traghetti attendono il Ponte come una manna dal cielo.


(1) Gazzetta del Sud, 25 luglio 1996
(2) Il Soldo, 25 gennaio 1986
(3) Panorama, 21 ottobre 2003



http://www.meetup.com/grillidellostretto/messages/boards/thread/9797772#initialized
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Messaggio  Flavia Vizzari Lun 11 Ott 2010 - 8:12




30-09-10
PONTE STRETTO: PD, PREMIER CONFERMA APPALTO PILOTATO, INTERVENGA GIUDICE

(ASCA) - Roma, 30 set - ''Oggi di fronte al Senato il presidente Berlusconi ha detto testualmente che l'appalto per i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina e' stato pilotato per evitare la partecipazione delle imprese straniere. Se questo e' vero si tratta di una violazione palese di tutte le norme sulla concorrenza. Ci auguriamo che la magistratura e la stessa Unione europea accertino rapidamente se davvero il Governo italiano si e' reso autore o complice di quello che e' a tutti gli effetti un reato''. Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che annunciano in merito un'interrogazione parlamentare e un esposto alla magistratura.

''E' gia' surreale che il 'liberale' Silvio Berlusconi si vanti di aver contribuito a violare le regole sulla concorrenza. E' decisamente penoso che lo faccia per difendere un'opera del tutto inutile rispetto all'arretratezza drammatica del meridione in fatto di mobilita', e che costerebbe a tutti i contribuenti svariati miliardi di euro'', concludono Ferrante e Della Seta.


http://www.asca.it/news-PONTE_STRETTO__PD__PREMIER_CONFERMA_APPALTO_PILOTATO__INTERVENGA_GIUDICE-953072-ORA-.html
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Messaggio  LeonardoR Lun 29 Nov 2010 - 22:17

e intanto l'inizio dei lavoro viene posticipato...al prossimo anno
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Messaggio  Flavia Vizzari Mar 30 Nov 2010 - 1:18

LeonardoR ha scritto:e intanto l'inizio dei lavoro viene posticipato...al prossimo anno

Uhahuuu .. peccato che non siamo già a gennaio ... eh eh
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Messaggio  Flavia Vizzari Mer 1 Dic 2010 - 22:36

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2010/30-novembre-2010/d-alia-udc-sono-pentito-aver-detto-si-ponte-vi-spiego-perche-1804279524820.shtml


D'Alia (Udc): «Sono pentito di aver
detto "sì" al ponte e vi spiego perché»
L'esponente centrista: «Lo sviluppo della Sicilia passa
per i trasporti ferroviari. Meglio pensare alle emergenze»

Giampiero D'Alia

MESSINA - Tra le variegate posizioni politico-ideologiche sul ponte di Messina ne spicca una per i termini di spietata concretezza con i quali viene posta e perché rispecchia la posizione di una grande quantità di persone che si possono definire i «pentiti del sì» al ponte. Sostiene Giampiero D’Alia, leader dell’Udc di radici messinesi: «Sono favorevole al manufatto stabile perché ritengo che possa favorire la realizzazione dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità da Napoli a Palermo. Sono altresì convinto che lo sviluppo futuro della nostra isola passi per i trasporti ferroviari. Tuttavia il nodo del ponte non si può sciogliere nel breve-medio periodo per due ordini di motivi, uno finanziario e l’altro emergenziale».
Ragiona così D’Alia: «Il capitalista privato, se investe, pretende di trovare nell’opera una remuneratività; ora, se l’arco temporale di messa in opera del manufatto si aggira intorno ai trent’anni o forse di più, non si può più parlare di remuneratività. Le stime economiche del ponte, quelle fatte cinque anni fa, non reggono a fronte della situazione economica di oggi. Il pil è calato di molto, la crisi mondiale ci ha portato indietro di anni luce, sono crollati il Portogallo e l’Irlanda, il duello Stati Uniti-Cina on ci rimanda nulla di positivo, insomma le stime sui pedaggi e sui flussi di traffico fatti dalla propaganda di Pietro Ciucci non sono più valide, siamo in piena recessione».
I toni di D’Alia si fanno ancora più aspri quando si passa al secondo ordine di motivi, quello emergenziale. Dice D’Alia: «La mia opinione su questo argomento è radicale. A Giampilieri l’anno scorso si sono contati amaramente 34 morti. Si disse che il dissesto idrogeologico era circoscritto solo a quel territorio perché a Giampilieri avevano costruito male e quindi la responsabilità di quel disastro era dell’abusivismo. Ma a distanza di poco tempo, si dimostrò che quelle erano solo balle. Dopo Messina si allagarono la Liguria, il Veneto, la Toscana, la Campania, la Calabria. Berlusconi alla Sicilia e a Giampilieri, dopo avere promesso 200 milioni di euro non ne ha dati neanche uno. Questo è un Paese unito dalle inondazioni e dal dissesto idrogeologico. Siamo in piena emergenza nazionale. E allora invece di parlare di ponte perché non si fa un "Piano Nazionale delle Emergenze"? Solo però dopo avere detto grazie alla signorina Prestigiacomo che si fatta rapinare il suo capitolo di spesa di ben un miliardo di euro. E già, il ministero dell’Ambiente, nella nuova Finanziaria di Tremonti, ha soltanto 550 milioni di Euro e Zaia per il solo Veneto ha chiesto 1 miliardo di euro».

Adele Fortino

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Messaggio  Admin Ven 17 Dic 2010 - 7:29

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Messaggio  Admin Ven 17 Dic 2010 - 7:30

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Messaggio  Admin Gio 1 Nov 2012 - 10:03

Ponte Stretto: Cdm non dice stop. Proroga 2 anni fattibilita' progetto
01 Novembre 2012 - 08:58
Obiettivo governo: in momento di crisi economica, evitare pagamento penali. Senza ok sostenibilita', nel 2014 revoca contratti.

(ASCA) - Roma, 1 nov - Chi pensava che il governo Monti avrebbe messo la parola ''fine'' alla storia del Ponte sullo Stretto di Messina rimarra' deluso. L'esecutivo non ha deciso lo stop, ma ha rinviato di due anni l'approvazione o meno del progetto definitivo dell'opera. Progetto in sospeso gia' da oltre un anno. L'obiettivo di Palazzo Chigi sarebbe quello di evitare di pagare la penale per la mancata realizzazione, verificare nel frattempo la fattibilita' tecnica della struttura e, in caso di parere favorevole, ricevere i finanziamenti da parte dell'Unione europea. Il Consiglio dei ministri di ieri ha pertanto deciso di ''prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilita' tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilita''', come si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi diffusa a mezzanotte, al termine della riunione durata quasi quattro ore. Eppure, durante il Cdm del 12 ottobre scorso, nella Legge di stabilita' il governo aveva inserito la norma secondo la quale al Fondo per lo sviluppo e la coesione era stata assegnata ''una dotazione finanziaria aggiuntiva di 300 milioni di euro per l'anno 2013 per far fronte agli oneri derivanti da transazioni relative alla realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale''. L'allegato tecnico precisava che si trattava ''in particolare delle penalita' contrattuali per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina''. Durante il Cdm di ieri il governo avrebbe dunque trovato il modo di non incorrere in penali, almeno per il momento. La decisione di rinviare tutto di due anni ''e' motivata - si legge ancora nella nota - dalla necessita' di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed e' in linea con la proposta della Commissione europea dell'ottobre 2011 di non includere piu' questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario''. Se nei prossimi due anni non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scattera' ''la revoca dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale (Eurolink ndr), con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%''. ''Questa nuova procedura - spiega ancora la nota - dovra' essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso, durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalita' autonoma e siano gia' compresi nel progetto generale''. Ancora una volta la storia del Ponte sullo Stretto va avanti tra annunci e dietrofront. Era stato il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, nel giugno scorso, a dire che il Ponte sullo Stretto ''non e' una priorita'. Non c'e' una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritarie a cui dedicarci''. Queste parole avevano lasciato spazio a coloro che, come le associazioni ambientaliste, chiedevano lo scioglimento della societa' Stretto di Messina, dal momento che, non dovendo piu' costruire il Ponte, aveva perso la sua ragione di esistere. Invece sara' il prossimo governo a sbrigare la faccenda. Eppure il mese scorso, Jacopo Giliberto, portavoce del ministro dell'Ambiente Corrado Clini, aveva smentito alcune voci su un nuovo avvio dell'iter per la realizzazione dell'infrastruttura dicendo che ''non esiste l'intenzione di riaprire le procedure per il Ponte sullo Stretto di Messina, anzi - aveva spiegato - al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l'iter di legge''. Intanto dal 1981, anno dalla fondazione della societa' proposta alla realizzazione della grande opera, ad oggi, senza avere un progetto definitivo, sono stati spesi quasi 300 milioni di euro Al momento l'investimento complessivo per la realizzazione del Ponte e' di 8,5 miliardi, mentre in precedenza era di 6,3 miliardi.

http://www.asca.it/news-Ponte_Stretto__Cdm_non_dice_stop__Proroga_2_anni_fattibilita__progetto-1213461-BRK.html
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