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Messaggio  Alfonso Chiaromonte Mar 30 Dic 2008 - 15:15

A Poggio Imperiale il 31 dicembre si aspetta l'anno nuovo giocando a tombola, a carte o a tanti altri giochi di società, come si fa per il Natale, consumando i dolci fatti in casa, conservati per queste occasioni. (Si fa la scorta che deve durare per tutte le feste fino all'Epifania).
A mezzanotte, dopo il bridisi e lo scambio di auguri, la famiglia si disfa della roba vecchia e inservibile, con un atto di valore simbolico.
Il lancio dei cocci a mezzanotte è il rito di eliminazione del male fisico e morale, accumulatosi nell'anno trascorso.
Quest'usanza, ancora viva, è variamente diffusa.
All'inizio dell'anno le forme rituali hanno l'intento di assicurare con ogni mezzo la felicità per tutto l'anno, il benessere, l'abbondanza. Ecco perché si mangiano la minestra di lenticchie, l'uva... simbolo della ricchezza.
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Messaggio  Alfonso Chiaromonte Mar 30 Dic 2008 - 16:21

INIZIO DELL'ANNO

CAPODANNO

Il lancio dei cocci è l'usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male fisico e morale accumulatosi nell'anno. Spesso ripetiamo in diverse ricorrenze dei rituali antichi, senza però saperne il significato originario. Molte feste tendono ad eliminare il male accumulato nel tempo e a propiziare il bene per il periodo di cui quel giorno segna l'inizio. Molte usanze e credenze di queste feste sono ispirate alla spiritica tradizione che, in quei giorni fatidici, le forze soprannaturali come la fortuna, gli spiriti benigni e maligni e i vari elementi, agiscano nel massimo della loro potenza, condizione favorevole per auspici. Il lancio dei cocci a mezzanotte è l'importanza più caratteristica come rito di eliminazione del male fisico accumolatosi nell'anno. L'usanza è variamente diffusa in Italia, molte volte provoca danni ingenti. Spesso ai cocci rotti si accompagnano gli spari, nel duplice significato di scacciare gli spiriti maligni ed esprimere allegrezza.

E' all'inizio dell'anno che i rituali hanno soprattutto l'intento di assicurare con ogni mezzo l'abbondazza, il benessere e la felicità per tutto l'anno. Importante è la scelta dei cibi e dei dolci tipici di quel giorno. La minestra di lenticchie e l'uva passa, ad esempio, richiamano alla mente le monete: nel mangiare, la ricchezza diventa sangue del nostro sangue.
Un altro elemento propizio è dato dalla strenne: ricevere molti regali accumulerà l'abbondanza per tutto l'anno.
In varie regioni la notte di Capodanno, comitive di giovani girano cantando la strenna con gli auguri di buon anno nuovo e la richiesta di doni. Tra le manifestazini delle forze soppranaturali vi sono i prodigi. In Abruzzo vi è una leggenda: si dice che quando scocca la mezzanotte di Capodanno, l'acqua del fiume si arresti e diventi oro e subito torni a scorrere come prima. Una donna ignara del prodigio si trovò un giorno ad attingere in quell'attimo e invece dell'acqua portò a casa la conca piena d'oro.

Tra i pronostici è di buon augurio incontrare un vecchio o un gobbo; disgrazie porterà imbattersi in un bambino o in un prete. Un pronostico legato al mondo agricolo consiste nel prevedere quale sarà il prezzo del grano; i contadini prendono dal pagliaio una spiga, scelgono 12 chicchi che pongono sul focolare entro un cerchio di brace: se il chicco, corrispondente ad un mese, salta in avanti, il prezzo del grano in quel mese aumenterà

da http://www.trebeschicatullo.it/trebeschi/folk/inizio.htm
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Messaggio  Alfonso Chiaromonte Mer 31 Dic 2008 - 17:03

L'usanza del lancio dei cocci è variamente diffusa in Italia, specialmente nelle grandi città, come Roma e Napoli., spesso causando sanni alle automobili in sosta e anche agli incauti passanti.

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Messaggio  Alfonso Chiaromonte Mer 31 Dic 2008 - 17:22

In varie regioni la notte di Capodanno comitive di giovani girano cantando la strenna, con gli auguri di buon anno nuovo e la richiesta di doni. Così i ragazzi nel Veronese: "Bon dì, bon ano, bon capo d'ano; - le bone feste le bone minestre; - na roca de cana, la padrona la staga sana: - a Natal un bel porzèl, a Pasqua un bel agnèl; - un granar carco de formento e formenton, una càneva de vib bon, - una borsa d'oro e n'entra d'argento: - caro paron, feme la bona man, che mi son contento".
Tra le manifestazioni delle forze soprannaturali ricorderemo i prodigi. A Pettorano sul Gizio, in Abruzzo, dove le donne portano ancora il vecchio costume, vi è la leggenda che, nel preciso momento in cui scocca la mezzanotte di Capodanno, l'acqua del fiume si arresti e diventi oro, e subito torni a scorrere come prima. Una donna ignara del prodigio si trovò ad attingere proprio in quell'attimo e invece dell'acqua portò a casa una conca piena d'oro.
Tra i pronostici è importante ricordare la prima persona che incontreewremo per strada. E' di buon augurio incontrare un vecchio o un gobbo, disgrazia invece porterà imbattersi in un bambino o in un prete. La ragione di queste credenze è nel principio dell'analogia: il vecchio, vuol dire che vivremo a lungo; il gobbo, porta bene sempre.
Il principio dell'analogia e del contrasto si ha per Capodanno in Romagna, dove i contadini dicono che "bisogna fare un po' di tutti i lavori così vanno a riuscire tutti bene".
Nell'Abruzzo invece sono le donne che danno principio a quante più faccende è possibile. In altre regioni il primo dell'anno deve trascorrere in riposo, altrimenti ci si affannerà per tutta l'annata. Un'altra diffusa credenza è quella delle calende, per la quale si ritiene che dal tempo che farà nei primi dodici giorni dell'anno si possa prevedere quello che farà nei dodici mesi.......
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Messaggio  GIANSERE Mer 31 Dic 2008 - 19:58

Capodanno, storia di un evento eccezionale ricco di ripetitività…

A Capodanno che si fa? Gira e rigira facciamo sempre le stesse cose e un tempo come si commemorava il giorno d’inizio d’anno?

A poche ore dalla tanto e da tutti attesa notte del 31 dicembre come al solito siamo pronti a festeggiare con brindisi e botti quella che è considerata dagli storici come la festa più antica di tutte. Pochi conoscono la vera origine della festa del nuovo anno che, diversamente da ciò che si potrebbe credere, ingloba elementi di natura religiosa oltre alle evidenti caratteristiche di matrice pagana.
Da antiche fonti possiamo apprendere che il Capodanno ha origini davvero remote, la festività è stata, infatti, introdotta nel II millennio a.C. dalla popolazione babilonese. La festa è legata, per l’appunto, ad un’antica credenza mesopotamica riguardante il terribile scontro tra il loro dio Marduk e la dea del caos Tiamat, il quale avrebbe condotto alla nascita dell’universo. Il dio Marduk, che rappresentava l’ordine, ottenne la vittoria ed ogni anno, all’arrivo delle piogge, simbolo di vita, si ritirava per undici giorni durante i quali la popolazione, per commemorare l’impresa, riproponeva il caos della lotta, ubriacandosi e realizzando gesti ignobili. Venivano effettuati, inoltre, riti esoterici per scacciare il male e per mezzo della lettura dell’enuma elish, il testo della creazione, si faceva rivivere la vittoria di Marduk attraverso una solenne processione che godeva della partecipazione di tutti gli dei babilonesi. Parimenti, gli antichi egizi celebravano il Capodanno, giorno solenne nel quale si celebravano le dee dell’amore, della musica, della gioia e della danza, Hathor. Prima che giungesse l’alba, le sacerdotesse egizie esponevano, sotto i raggi del sole nascente, l’immagine della dea; la giornata proseguiva con canti, bevute e giochi orgiastici.
Nell’antica Roma, invece, il primo giorno dell’anno era celebrato in onore del sacro dio bifronte Giano, da qui l’origine del nome gennaio. Il dio, ritenuto il protettore dei passaggi e delle porte, possedeva due facce e due fronti, una rivolta indietro a salutar il passato, l’altra in avanti verso il futuro. Anche presso i romani l’evento si festeggiava per l’intera giornata con canti e giochi che sfociavano in eccessi in onore del dio Giano. I romani usavano festeggiare l’inizio del nuovo anno nel tardo marzo, ma, in seguito a parecchi cambiamenti effettuati al calendario, nel 46 a.C., Giulio Cesare introdusse il calendario giuliano che sintonizzava l’inizio dell’anno al 1° gennaio.
Oggi siamo soliti festeggiare la ricorrenza del Capodanno in svariati modi, tra laute cibarie, botti casalinghi e giochi pirotecnici, cenoni, veglioni, gran balli, in breve ciascuno dà all’evento la sua importanza, molti si disfano di vecchi oggetti come a voler lasciarsi il passato alle spalle…Ma, tra mille velleità, il senso più profondo, quello religioso, par perduto per sempre e ci muoviamo come sempre nelle maglie di quel solito consumismo fine a se stesso che ci attanaglia, ritrovandoci a pagar fior di quattrini per un gran cenone, senza talvolta saper bene nemmeno per quale ragione. Sembra quasi una logica conseguenza, in questo tempo di ritorno di austerità, quella di dedicarsi maggiormente alla ricerca del senso più vero d’ogni cosa, non saziano ugualmente la nostra fame normali cibarie al pari di luculliani cenoni che dissanguano, invece, i portafogli? Che si fa quest’anno a Capodanno? Molti intervistati a questa domanda ci han risposto: “Starò a casa, mangerò come al solito, sono a dieta.”…Che sian tutti a dieta di questi tempi? Ma pensa un po’ che strano…
Gianluca Agrusa
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