Giuseppe Garibaldi

A furia di parlare male di Garibaldi anch'io mi sto entusiasmando a fare ricerche sui Borboni del regno di Napoli e scoprire la verità attraverso lo studio e l'approfondimento. Pippo

bellooo

io ho un libro su Garibaldi :-))

Caro Pippo,
felice della passione sbummicàtati, (ehi, ho fatto un proselito… proselita… proselito…sì, è mascolo, proselito), minni cumpiacciu assà.
Perché noi eravamo lo stato più ricco e progredito (a st’indirizzo, il primo che google mi ha restituito, ci stanno tutti i primati del regno: http://massdeprofundis.blogspot.com/2007/10/i-primati.html ).
Il popolo, sotto il Borbone come in tutto il resto del mondo, stava male ed operava per ottenere delle minime garanzie di libertà e di democrazia.
Ed in Francia, qualche anno prima, ed in Russia, qualche anno dopo, successe ddu VivaMarì che ben conosciamo, e che portò alla nascita, seppur tribolata e contrastata, di una democrazia ad ovest e di una dittatura ad est.
Qui, invece, alla dipartita dei Borbone, le cose peggiorarono in ogni campo, e talmente tanti furono orrendi crimini dei savoia, che Napoleone III ebbe a scrivere al “galantuomo” Vittorio Emanuele:
“I Borboni non commisero, in cento anni, gli orrori e gli errori che hanno commesso gli agenti di sua maestà in un anno”
(Lettera di Napoleone III a Vittorio Emanuele riportata in una miriade di libri e ricerche, ma costantemente nascosta e sminuita dalla storiografia ufficiale fino a qualche anno fa.)
Ebbene, se ci si batte per ricordare lo sterminio degli ebrei e quello delle foibe, per portare alla luce quello degli armeni e dei tibetani, se si dedicano epopee cinematografiche allo sterminio degli indiani d’America (miiiiiiiiiiiiiiiih, chi beddu panorama di bontà umanitaria), è sacrosanto che venga fatta luce sul nostro recente passato e sul’operato dei maledettisavoia.
Alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi.

Cara Flavia,
ci stanno migliaia di libri sul mito garibaldigno, costruito a tavolino.
E ce ne stanno, adesso, altrettante che quel mito sdirrupano.
Basta fare una semplice ricerca e si trova di tutto.
Epperò, è emblematico conoscere di che gente si circondasse, per combattere le sue "eroiche" battaglie in difesa, addirittura, della intera umanità.
L'eroe dei due mondi, puro e fulgido e disinteressato, in parlamento a Torino il 5 dicembre 1861, definisce i mille ( i "suoi" mille):
«tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra; e, tranne poche eccezioni, con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto».
Eccolo lì, il risorgimento, ed il letamaio della violenza e del delitto da cui è nato.
Cià

Grazie a Giò e Flavia,sono ben lieto di leggere testi inerenti la storia dei Borboni. Cara Flavia , appena possibile fammi consultare il tuo libro , per il resto provvederò in biblioteca. PIPPO

Certo Pippo, fammi sapere ...