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Critici, artisti e storici dell'Arte

5 partecipanti

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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Admin Mer 5 Mag 2010 - 13:15

Gli storici e i critici dell'Arte sono due tipologie di personaggi che appunto di Arte si interessano; che ruolo dai a loro e quali ritieni siano le rispettive funzioni, positive o negative?

cheers
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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Frasesia Mer 5 Mag 2010 - 15:09

I critici sono i parassiti dell'arte (altra cosa gli storici dell'arte)... Penso che l'artista normale (no quello che soffre di avidità e ambizione smodata) dovrebbe rinunciare a chiedere critiche, perché solo servono a farsi condizionare e ad ammettere di non capire quello che si crea, di non possedere una intelligenza tale da poter spiegare ciò che si è voluto dire con la propria opera...
Trovo che sia veramente deprimente il fatto che l'artista senta questo bisogno di farsi spiegare da un altro quello che ha voluto dire... È per questo che tali parassiti ne approfittano e hanno creato e creano la grande e profonda contaminazione mistificante che incombe sull'arte e sugli artisti... :-(((
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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Alba Terranova Sab 14 Ago 2010 - 10:13

Storico dell'arte è colui che studia la storia dell'arte e che conosce il susseguirsi dei movimenti artistici nel tempo e che ha la funzione sociale di tramandare ai posteri questo suo sapere.
Critico dell'arte è colui che conoscendo l'arte (e quindi prima di tutto deve essere uno storico) può interpretare un'opera alla luce del suo sapere collocandola in un dato movimento e studiando le forme d'arte a lui contemporaee.
Sono per me due figure che meritano attenzione e rispetto quando hanno un titolo per esercitare questa loro professione missione. Docenti ricercatori o nulla. Non ho vie di mezzo...diffidare da tutti gli altri saltimbanchi che cercano di arrabbattarsi per farsi spazio in questo ambiente.
Alba Terranova
Alba Terranova
affiziunatu
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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Ospite Mer 18 Ago 2010 - 19:38

Sono d'accordo con Alba che gli storici e i critici d'arte meritano rispetto... Però al margine del rispetto che i professionisti, gli artisti e le persone tutte meritano... ci sono delle professioni che possono risultare discutibili per la funzionalità che molti professionisti che appartengono a tali professioni svolgono realmente (al di la delle funzioni ideali che dovrebbero essere svolti in quella categoria)...

Perciò permettetemi di fare alcune considerazioni, che non pretendono di proporre verità assolute, ma più realisticamente e ragionevolmente... temi di riflessione...

Che fa lo storico d'arte?

1. Principalmente descrive gli artisti, le loro estrazioni socioculturali, le loro innovazioni...
- scrive le biografie degli artisti con i loro ideali, cultura, idee, evoluzione umana e tecnica... i loro trucchi, i loro "tic" (piccole manie), maniere, abilità necessarie e speciali che posseggono...
- spiega l'ambito culturale in cui si inserisce il pensiero di determinati artisti, insomma le radici culturali e la "scuola" da cui derivano (Giotto da Cimabue, Masaccio da Masolino...)...

2. A parte descrive le opere:
- scrive, basandosi su documenti e certificazioni o testimonianze "credibili", sulle attribuzioni artistiche delle opere... le date in cui sono state realizzate, i luoghi dove sono ubicate nel presente... dimensioni, tecniche, genere iconografico, materiali di cui sono fatti, ecc.
- descrive i soggetti delle opere e ne spiega i messaggi dedotti dalle immagini e dai dati storici conosciuti dell'opera e dell'artista...
3. Ma tenta anche di descrivere il valore artistico dell'artista e il quid artistico dell'opera che tratta... Qui entra in ambito critico!!!

Sappiamo che quando si è cercato di stabilire o affermare i valori di correnti filosofiche, musicali, artistiche, letterarie, mediche, scientifiche, politiche, economiche... per concludere quali sono stati le più "importanti" o le "migliori"... si sono prodotti tesi per tutti i gusti e le credenze... basta leggere le "letterature" corrispondenti...

Io ho studiato principalmente (per i primi 6 anni) sul Bevilacqua e poi (gli ultimi 5 anni, fino all'accademia) sull'Argan... Un abisso tra i due... come metodo e come modo di spiegare le cose dell'arte... Non parliamo poi delle altre letture... il Venturi, il Berenson, il Ballo e tanti altri...

Da docente (gli ultimi 42 anni) ho continuato a leggere e studiare tantissimi altri storici dell'arte ed ho potuto comprovare le differenze di opinioni che esistono tra gli "esperti", a volte rasentano il paradosso... senza contare i pregiudizi di tanti!!!

Pero con questo non pretendo di dimostrare quello che sto cercando di risaltare per offrirlo alla riflessione... Ogni persona che vuole chiarirsi le idee deve entrare in ciò che hanno scritto questi esperti nei vari libri (non in tutti naturalmente... se no non basterebbero 10 vite ;-) e dedurre razionalmente le proprie conclusioni...

Altro "cantare" è il tema dei Critici d'arte, musicali, letterari, cinematografici... ma anche scientifici ;-)

Prima di tutto io farei un'indagine statistica su un gruppo campione di critici di un certo genere culturale... Sulla loro estrazione culturale; sui loro studi; sulla funzione o funzioni che pensano che devono svolgere con la loro attività; sul metodo che impiegano per dimostrare le loro asserzioni; sui criteri che applicano per esprimere un giudizio di valore; se si fanno pagare direttamente dall'artista che devono "criticare", ecc.

Poi ci sarebbe da analizzare gli scritti che compaiono dappertutto sui dépliant, sui cataloghi, nei mezzi di comunicazione di massa, sui libri monografici, ecc.

Possiamo fare un esempio...
Se qualcuno riporta sul forum una critica d'arte che considera seria e valida... io mi impegno ad analizzarla e a tentare di dimostrare con la logica e la ragionevolezza di cui sono capace, quello che sto cercando di risaltare...

Infine c'è il problema che deriva dalla domanda; "è proprio necessario per l'artista che ci sia un esperto che spieghi il suo operato e la sua "personalità creatrice"... o che dia un giudizio di valore prestigioso su di lui e sulle di lui opere, per dimostrare che è un artista?"

Certo se qualcuno (veramente esperto) crede che può fare cosa utile scrivendo e spiegando in modo colto e profondo, ma obiettivo... una chiave per stabilire il valore di un artista o di una o più opere "artistiche" (in bene o in male) spiegando le ragioni logiche e deduttive delle sue conclusioni... è libertà di ognuno... quando si senta di essere un esperto e crede opportuno farlo...

Però... è accettabile, è opportuno, é utile che la stragrande maggioranza dei critici si sentano autorizzati ad emettere critiche assolutiste su tutto quello che "pigliano", e poi pretendano di essere pagati dagli stessi artisti che criticano???

Ancora... è ragionevole, è utile... che gli artisti sentano la morbosa necessità di avere una critica da ogni persona che considerano in qualche modo competente, su ogni loro opera e sul loro valore come "artista"???

Infine... è giusto, è utile che ogni persona che vuole avvicinarsi a un'opera per capire se è "di valore" (economico... sotto sotto) deve per forza basarsi sul giudizio del critico di turno???

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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Admin Gio 19 Ago 2010 - 8:46

in effetti chi pubblica "antologie d'arte" e contatta gli artisti per linserimento non pretende dall'artista che lo scritto biografico da inserire sia di un critico, ma l'artista spesso invia uno scritto personale, magari riportanto pezzi di critica alla sue opere di terzi ...

il problema, per l'avere una realizzazione critica scritta, potrebbe essere dovuta alla richiesta del frutore di avere una conoscenza dell'artista da parte di una persona "competente"

Infine... è giusto, è utile che ogni persona che vuole avvicinarsi a un'opera per capire se è "di valore" (economico... sotto sotto) deve per forza basarsi sul giudizio del critico di turno???

... pertanto come si potrebbe ovviare a ciò?
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Messaggio  Ospite Gio 19 Ago 2010 - 21:19

Admin ha scritto:

il problema, per l'avere una realizzazione critica scritta, potrebbe essere dovuta alla richiesta del fruitore di avere una conoscenza dell'artista da parte di una persona "competente"

Infine... è giusto, è utile che ogni persona che vuole avvicinarsi a un'opera per capire se è "di valore" (economico... sotto sotto) deve per forza basarsi sul giudizio del critico di turno???

... pertanto come si potrebbe ovviare a ciò?

Prima di tutto direi che non è necessario "ovviare", ma è molto opportuno razionalizzare...

Il fruitore, dovrebbe ricevere direttamente dall'opera TUTTO ciò che gli serve per apprezzarla moltissimo, molto, abbastanza, poco, o per niente
Critici, artisti e storici dell'Arte Icon_wink

Poi, se fosse interessato ad avere maggiori dati di informazione sull'opera o l'artista, in tal caso, si potrebbe ampliare l'informazione opportunamente...

La mia domanda "è ragionevole, è utile... che gli artisti sentano la morbosa "necessità" di avere una critica da ogni persona che considerano in qualche modo competente, su ogni loro opera e sul loro valore come "artista"???" era rivolta al fatto che molti artisti -mi pare di aver notato- fanno i salti mortali per ottenere una presentazione di un critico... senza accorgersi che si stanno creando una "dipendenza" e nello stesso tempo stanno ammettendo di aver bisogno di un "avallo esterno" per potersi considerare artista... quasi dichiarando che non hanno fiducia in se stessi Critici, artisti e storici dell'Arte Icon_wink

Quindi ritorno a domandare: è ragionevole, è utile... tutto ciò


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Messaggio  Flavia Vizzari Ven 20 Ago 2010 - 1:39

sentano la morbosa "necessità" di avere una critica da ogni persona che considerano in qualche modo competente,


Rispondendo soggettivamente al tuo quesito, da chi considero competente sento il bisogno di ricevere piuttosto che una critica direi meglio un'opinione ... il resto mi fa solo sorridere ... o 'incazzare' a seconda dei casi ;o)))


... ma mi rendo conto che molti "artisti" vanno 'a caccia' di "critiche", anche se penso non lo facciano per irrobustire la propria cognizione personale di se stessi, ma illusoriamente per "irrobustire" la loro immagine qualitativa visibile da parte dei fruitori dal momento che si è diffusa la cognizione che avere più critiche equivale all'essere + quotati ... molti sono disposti a sborsare anche cifre attorno alle 500 euro :-((( ... io non l'ho mai fatto nè lo farò sicuramente ... (meglio acquistare un bel portatile ;o)))) Critici, artisti e storici dell'Arte 883256 Critici, artisti e storici dell'Arte 883256 Critici, artisti e storici dell'Arte 883256 Critici, artisti e storici dell'Arte 883256 Critici, artisti e storici dell'Arte 883256 Critici, artisti e storici dell'Arte 424999 Critici, artisti e storici dell'Arte 815725
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Messaggio  Ospite Lun 23 Ago 2010 - 20:42

Ripropongo ancora questi temi di riflessione per avere opinioni da chi si pone da tempo interrogativi sull'arte o che se li voglia porre adesso... pero generali... sulla pluralità... non referenti "soggettivamente" al proprio caso personale...

Ricordo questi temi:

È accettabile, è opportuno, è utile che la stragrande maggioranza dei critici si sentano autorizzati ad emettere critiche assolutiste su tutto quello che "pigliano", e poi pretendano di essere pagati dagli stessi artisti che criticano???

Ancora... è ragionevole, è utile... che gli artisti sentano la morbosa necessità di avere una critica da ogni persona che considerano in qualche modo competente, su ogni loro opera e sul loro valore come "artista"???

Infine... è giusto, è utile che ogni fruitore che vuole avvicinarsi a un'opera per capire se è "di valore", deve per forza basarsi sul giudizio del critico di turno???

Il mio invito a ponderare e offrire le proprie riflessioni su questi temi accennati, non dovrebbero essere "internati" nell'esperienza concreta personale, ma lasciati liberi nell'ambito generale... Se no si rischia di essere troppo riduttivi... E si sminuisce la portata delle conclusioni che si potrebbero elaborare...

Se vogliamo dare un contributo utile agli altri, al collettivo degli artisti, non è opportuno parlare solo delle proprie cose... Semmai parlare delle nostre cose... deve essere un mezzo per ricondurre a giudizi generali, buoni per capire molti di noi ciò che può essere giusto, o sbagliato, ammissibile, ecc... E sapere come muoverci e funzionare "meglio" Wink

In ogni modo mi pare interessante l'opinione di Flavia nel merito del fatto "che molti "artisti" vanno 'a caccia' di "critiche", per cui lei scrive: "penso non lo facciano per irrobustire la propria cognizione personale di se stessi, ma illusoriamente per "irrobustire" la loro immagine qualitativa visibile da parte dei fruitori dal momento che si è diffusa la cognizione che avere più critiche equivale all'essere + quotati ... molti sono disposti a sborsare anche cifre attorno alle 500 euro"...

Certo l'interesse a "irrobustire l'immagine qualitativa" (e qui è opportuno distinguere che "qualitativa" si riferisce al valore commerciale , evidentemente, non a quello artistico) è legittimo, se non si confonde ciò che è mercantile con ciò che è culturale...

Visto che non è in discussione il valore artistico-culturale, ma stiamo parlando di soldi, di euro... allora dobbiamo fare un poco di calcoli da "ragionieri" Wink

Quanti biglietti da 500 bisogna sborsare per ottenere la sufficiente pubblicità e rinforzare il valore commerciale della firma dell'autore e poter vendere prodotti nel mercato in numero sufficiente e con un ricavato complessivo che faccia recuperare tutte le spese investite nella campagna d'immagine?

Poi ci sarebbe da chiedersi anche... come mai queste critiche hanno il "potere" di "irrobustire l'immagine qualitativa (commerciale)"? Chi ha conferito questo potere a queste persone? È ragionevole che ci sia questa situazione? Risponde a una necessità reale? O risponde a un potere basato su un "interesse falsato" estraneo alla necessità congiunta dell'arte, degli artisti e dei fruitori?

Sono ancora in attesa di vedere pubblicata in questo topic una critica d'arte (che sia stata scritta realmente) per poter cominciare a mettere in chiaro alcune questioni che non sono di poco conto...

Nel frattempo suggerisco a chi ha interesse in questo argomento, a leggersi (se non l'ha ancora fatto) il libro "Il successo nell'arte" di Tom Wolfe... Potrebbe avere delle "belle" sorprese Wink

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Messaggio  Flavia Vizzari Gio 2 Set 2010 - 10:22

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Messaggio  Flavia Vizzari Gio 2 Set 2010 - 10:24

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Messaggio  Flavia Vizzari Gio 2 Set 2010 - 10:25

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Messaggio  Ospite Ven 3 Set 2010 - 22:36



va bene ora dammi tempo che cominceremo questo lavoro di decodificazione, per chiarire da dove vengono i dubbi relativi ai critici d'arte Wink

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Messaggio  Angelo Castorelli Mer 22 Set 2010 - 20:47

Dicevano gli antichi: ars imitatur naturam, l'arte è imitazione della natura (mìmesis physeos).
Il grande Oscar Wilde alla sua maniera paradossale e brillante "rovesciava" la frase: la natura è imitazione dell'arte.
Una "diatriba" in qualche modo simile può essere riproposta anche riguardo all'"annosa" questione dei rapporti tra i critici d'arte e gli artisti in senso stretto.
Un noto proverbio recita: artisti si nasce.
Achille Bonito Oliva a sua volta ha rovesciato questo aforisma: critici d'arte si nasce, artisti si diventa.
Dietro questa frase a effetto si cela forse anche la preoccupazione da parte del grande critico che la sua categoria possa essere ritenuta non caratterizzata da un vero e proprio "talento naturale " e che quindi possa ricevere-sotto questo aspetto-in qualche modo qualche sottovalutazione o "stroncatura": da ciò la necessità di rivendicare invece il possesso di questo talento.
Del resto un altro noto proverbio recita: chi la fa l'aspetti...

Angelo Castorelli
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Messaggio  Flavia Vizzari Mer 22 Set 2010 - 22:28

beh ... a dire il vero è molto complicato discernere ... forse non si nasce artisti, nè critici, ma si nasce con una sensibilità in più per cui si possono apprezzare di più questi argomenti e modi di essere, per cui si è più predisposti, a divenire artisti ... ad amare l'arte ... cheers
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Messaggio  Ospite Mer 6 Ott 2010 - 22:23

Flavia, queste critiche potresti immetterle come testi e non come immagini? Perché se no diventa complicato suddividere le frasi e le parole che si vogliono analizzare...
Wink

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Messaggio  Flavia Vizzari Mer 6 Ott 2010 - 22:41

Recensione - Dicembre 2000 - Fortunato Micale - ME

"Quella di Flavia Vizzari è una pittura nitida ed accurata, dal disegno corretto e preciso. L'ispirazione predilige temi familiari ed affettuosi, scorci vissuti o piccoli angoli di paese resi con precisione e dolcezza; si risolve cioè in un realismo agreste o paesano concreto e quasi - a volte - aneddotico che non aspira ad uscire dai propri confini da sabato del villaggio, per sfumare in zone di reverie o di meditazione, e si realizza invece nel mondo chiuso e piccolo racchiuso con amore, fedeltà e delicatezza.
Per questo motivo, a mio avviso, i lavori meglio riusciti e più significativi per la personalità dell'artista sono, in primis, le nature morte, di perfetta resa e sapiente struttura compositiva, dal colore soffice e brillante, puntigliosamente fotografico, a volte corposo quasi fino a farti sentire il profumo del vegetale; ed immediatamente dopo, le tele di interni o di piccoli scorci di terrazze o giardini pieni di dolcezza mediterranea, realissimi, in cui la poesia è tutta rappresa nella concretezza della cosa ritratta, e mai allusiva di un qualcosa d'altro d'oltre; in questi felici lavori viene valorizzata al massimo e posta in risalto una notevole sapienza tecnica, la pazienza nell'esecuzione, specie se si tratti di volumi o di piani in prospettiva in cui l'artista eccelle. La sua è una realtà che non desidera mutarsi, non sogna e neppure soffre, ma è serena, appagata, ed appaga l'osservatore. E' difficile, esaminando i lavori della giovane artista, la cui attività è perartro un continuo Work in progress, è piuttosto arduo distinguere dove finisce "la caratteriale" compostezza della resa pittorica, la delicatezza serena di segno grafico, e dove incominci una certa insicurezza e indecisione nella tavola cromatica, specie nelle marine e soprattutto dove si sconfini verso una caratteriale timidezza in eccesso, poichè la molto dotata pittrice appare a volte piuttosto inibita e non del tutto consapevole e padrona della robustezza dei propri mezzi espressivi. Non farebbe male ad abbandonarsi all'istinto nel colorire i paesaggi, anzichè meditare scelte a volte imprecise, e farebbe soprattutto bene ad arricchirsi d'audacia che indubbiamente le schiuderebbe più personali traguardi." / FORTUNATO MICALE /.


spero di avere copiato giusto ... il resto lo copio in seguito ;o))

-- analisi di alcuni lavori di Fortunato Micale :

"..."RITORNO AL ROMANTICISMO" presenta un insieme soddisfacente per disegno e sufficientemente buono per colore; il gruppo sfumato di costruzioni in fondo a destra, è di notevole bravura ( ed anche la nera fontana in primo piano ) e ricorda certi sfondi

quattrocenteschi....ottimo anche il "ponte d'Altolia" non solo per disegno ma anche per il colore...bello il verde nelle varie gradazioni fino al nero intrecciato al marrone autunnale. "TRA GLI ULIVI..."

è un opera in bilico tra l'eccellente

realismo dei tronchi e rami, ed il realismo naif delle foglie, felice incongruenza..... "ASTRAZIONE"

piena di mistero e di solitudine; anche qui i piani e volumi sono eccellentemente resi in modo da scaturire in accordi di colore in prospettiva. Ed è proprio qui, in quest'opera che si sente l'oltre e l'infinito come mistero inquietante. L'orizzonte lontano è appena suggerito da un bell'arco sul mare alla fine del sabbioso canale: quest'arco è la porta dell'infinito presentito come assenza d'ogni confine......" / Fortunato Micale, Dicembre 2000.


Flavia Vizzari
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Messaggio  Ospite Gio 7 Ott 2010 - 12:00


Per comodità ho introdotto le mie note all'interno del testo quotato, sperando che si capisca meglio Wink

Flavia Vizzari ha scritto:Recensione - Dicembre 2000 ...
"Quella di Flavia Vizzari è una pittura nitida ed accurata, dal disegno corretto e preciso fin qui la critica si limita a descrivere ciò che è evidente... per cui questa frase non è determinante... e poi che il disegno sia preciso è dubbio, se pensiamo alle opere conosciute che hanno un disegno preciso, più giustamente, si potrebbe dire: tende a essere preciso.... L'ispirazione qui si introduce un termine fuorviante... perché si poteva scrivere con pieno diritto: l'artista predilige temi familiari ed affettuosi, scorci vissuti o piccoli angoli di paese resi con precisione (ripetizione) e dolcezza; si risolve cioè in un realismo agreste o paesano concreto e quasi - a volte - aneddotico questo termine è forzato: dire aneddotico senza dare un esempio o una spiegazione è molto comodo, perché suona bene e nessuno può controllare a che cosa si riferisce... che non aspira ad uscire dai propri confini da sabato del villaggio, per sfumare in zone di reverie (francesismo di moda) o di meditazione, e si realizza invece nel mondo chiuso e piccolo racchiuso con amore, fedeltà e delicatezza (frase assolutamente romantica, accattivante).
Si suppone che il soggetto di "non aspira" sia il "realismo agreste o paesano"... Ma cosa pretende il critico che vuole far sapere che lui sa che il realismo di Flavia non aspira a uscire dai confini del sabato del villaggio? E come fa a saperlo? E poi che cosa intende lui concretamente alludendo a questo spazio poetico "confinato nel sabato del villaggio"?... Mi pare molto fumoso, un discorso che dice poco, ma allude a cose che suonano bene, che il critico sa che possono piacere al criticato... da imbonitore quasi...
Per questo motivo, a mio avviso, i lavori meglio riusciti e più significativi per la personalità dell'artista sono, in primis, le nature morte (che c'entra la natura morta con il sabato del villaggio?), di perfetta resa e sapiente (aggettivo che vuole lusingare) struttura compositiva, dal colore soffice e brillante (altri aggettivi che vogliono lusingare), puntigliosamente fotografico (cosa vuol dire? Ci sono milioni di tipi di fotografia, sembra piuttosto una perfida e sottile frecciata, visto che moltissimi artisti superficialmente considerano la fotografia un'arte minore o peggio, alcuni lo considerano perfino un insulto), a volte corposo quasi fino a farti sentire il profumo (bugia che vuole lusingare) del vegetale; ed immediatamente dopo, le tele di interni o di piccoli scorci di terrazze o giardini pieni di dolcezza mediterranea, realissimi (il superlativo vuole suggerire sottilmente che non c'è fantasia?), in cui la poesia è tutta rappresa nella concretezza della cosa ritratta (ma cosa vuol dire quest'altra frase? mi pare chiaramente una frase "ad effetto" che dice e non dice alla fine proprio niente Rolling Eyes), e mai allusiva di un qualcosa d'altro d'oltre (altra frecciatina, mediante un linguaggio che vuole esibire cultura, con quel: "qualcosa d'altro d'oltre"... è una frase che ho letto in varie critiche, perché anche questa "suona bene", senza significare niente in concreto, solo allude al fatto che non ci sono metafore, suggestioni, o cose del genere...); in questi felici (aggettivo che vuole lusingare) lavori viene valorizzata al massimo (aggettivo che vuole lusingare) e posta in risalto una notevole sapienza (espressione che vuole lusingare) tecnica, la pazienza nell'esecuzione, specie se si tratti di volumi o di piani in prospettiva in cui l'artista eccelle (espressione che solo vuole lusingare).
La sua è una realtà che non desidera mutarsi, non sogna e neppure soffre, ma è serena, appagata (cosa vuol dire che in un quadro c'è una realta che "non desidera" mutarsi? Che non sogna? Neppure soffre? Ma è serena? Ecc. Mi sembrano delle assurdità, sensa senso!!! Ma servono a creare fumo), ed appaga l'osservatore (?!?!).
E' difficile, esaminando i lavori della giovane artista, la cui attività è perartro un continuo Work in progress (altra espressione che vuole solo lusingare, utilizzando un inglesismo di moda), è piuttosto arduo distinguere dove finisce "la caratteriale" compostezza della resa pittorica (ma che vuol dire "la caratteriale" compostezza della resa pittorica... Ma scherziamo? Ma cosa dovrebbe capire il pubblico che vuole fruire e capire le opere di Flavia, leggendo queste parole fumose, ammiccanti e vuote? Scusatemi, ma non riesco a non indignarmi di fronte a tanta spudoratezza), la delicatezza serena di segno grafico, e dove incominci una certa insicurezza e indecisione nella tavola cromatica, specie nelle marine e soprattutto dove si sconfini verso una caratteriale timidezza in eccesso, poichè la molto dotata pittrice appare a volte piuttosto inibita e non del tutto consapevole e padrona della robustezza dei propri mezzi espressivi. Non farebbe male ad abbandonarsi all'istinto nel colorire i paesaggi, anzichè meditare scelte a volte imprecise, e farebbe soprattutto bene ad arricchirsi d'audacia che indubbiamente le schiuderebbe più personali traguardi." /

Ho risaltato le espressioni chiave, però e meglio lasciar perdere... l'analisi è complicata e non vale la pena continuare... C'è tutta una serie di espressioni, ora ipocritamente lusinghiere, ora sottilmente critiche, ora esortative, ma così generiche e fumose, che ben si potrebbero attribuire a milioni di giovani artisti con le identiche parole...

Riassumendo, devo affermare, purtroppo, che questa critica è ripiena di frasi fatte e di parole di moda nell'ambito dell'arte (con molte contaminazioni linguistiche, pseudo colte), senza ragionamenti ed esempi chiari di nessun tipo. I giudizi espressi sono vaghi e ammiccanti con un abbondante uso di superlativi assoluti e qualche frecciatina perfidamente posta in modo seminascosto come per dire ti faccio delle lodi superlative però non ti montare la testa... E perciò alla fine mi domando e domando a tutti: è questa una persona preparata veramente per fare questo lavoro seriamente e utilmente? È una persona onesta intellettualmente? Quanti critici funzionano con questo sistema?
Questo per me è un chiaro esempio (anche se ne ho letti di peggiori) di quanti critici utilizzano nell'arte il metodo di sparare frasi e parole altisonanti, spesso melliflue (senza offrire ragioni ne ragionamenti), per accattivarsi la gratitudine dell'artista, con lo scopo di rendersi poco a poco "indispensabile" e poi sfruttare tutte le occasioni che di ritorno arrivano fra le sue mani... per poter "fare soldi", probabilmente... Mad Mad Mad
Quando un artista fa una mostra e poi legge tali critiche, se sono state scritte spontaneamente e senza compensi, attirano l'artista in una trappola psicologica. E quasi sicuramente viene invogliato a chiamare l'autore delle stesse critiche, per farsi scrivere la presentazione in catalogo, nel caso di una mostra personale o, eventualmente, anche in un libro (se l'artista dispone di denaro per farlo); però il critico, questa volta, chiederà di essere lautamente pagato, in proporzione alla disponibilità economica dell'artista che richiede i suoi servigi... Ed ecco che il circolo si chiude: la trappola ha funzionato... Mad Mad Mad
In conclusione, con questa riflessione analitica, mi sembra che sorgono ragionevolmente i seguenti dubbi:
1. Svolge un'attività di questo genere una funzione culturale o sociale costruttiva o utile per l'arte?
2. Il pubblico che vuole capire le opere d'arte che si espongono, sente soddisfatto questo suo desiderio? O esce dalla mostra visitata, più confuso che persuaso?
3. Infine, l'artista si beneficia di una spiegazione seria sulle sue opere? Per trovare conferma sulle virtù artistiche che lui crede di aver già maturato e sui difetti che pensa che deve superare ancora? Per trovare conferma pure sul fatto che i messaggi, che lui tenta di comunicare, emanano correttamente dalle sue opere?

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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Flavia Vizzari Lun 11 Ott 2010 - 23:34

Questa critica mi è stata scritta da Fortunato Micale, allora compagno della pittrice Piera Ierna con la quale feci una personale a Lipari ...

il favore è stato offerto da me ... (Sala prenotata, pernottamento tramite amici, viaggio free ;o)) con la 11 di mio marito e senza pagare trasporto ... ) lei in cambio è rimasta a Lipari con Fortunato Micale ... poichè io non potevo ...

ma è rimasta riconoscente e ha voluto lei che mi fosse scritta questa recensione ... ricordo che dovetti pure portare delle tele a casa sua ...

Lui era credo già fuori dall'ambito espositivo, da scultore credo che non realizzasse più neppure nuove opere ...

magari dopo anni che attuava quel modo di scrivere l'avrà trovato spontaneo, o era un pò contrariato perchè non ha potuto dire di no a Piera ... boh ... non saprei ...

ma adesso mi è venuta la curiosità su un'altra recensione, poichè è scritta da un ragazzo allora neppure diciottenne :-))

Puoi darci un'occhiata appena hai un pochino di tempo?

Grazie :-) Critici, artisti e storici dell'Arte 63550 Critici, artisti e storici dell'Arte 557865


Codice:
A CURA DI GIUSEPPE MANITTA ( critico del " Convivio" )

            " ...raffigura nei suoi dipinti immagini affascinanti e spunti romantici tratti dalla sua terra: la Sicilia. I suoi gusti cromatici sono intensi, spingono il fruitore alla riflessione mediante pulsazioni emotive che traggono origine dalla fascinosa interiorità femminile. Scene radicate nella storia e nell'amenità della natura sono affiancate ad immagini di risvolto sociale, momenti di un esistenza in evoluzione esistenziale, che si spinge alla meditazione di drammi irrisolti, quali l'emarginazione, il pregiudizio. Tutti elementi che traspaiono con chiarezza da opere che hanno una forte vitalità. Illuminanti tramonti irradiano alcune tele, sembrano fare scorgere una luce intensa sull'esistenzialismo buio dell'uomo, sulla sua anima. Con intensa emozionalità l'autrice modella narrazioni paesaggistiche e ritratti molto ben equilibrati, sapientemente articolati in luci ed ombre. Inoltre con fine intuito psicologico fonde nei soggetti i sentimenti che attinge non solo dal proprio io, ma anche dall'esperienza. Pittura intensa , molto raffinata, che fonde quelle intime pulsazioni con tensioni e palpiti vitali che vengono oggettivati pur partendo da un'analisi profondamente soggettiva. Scene molto ricche sia dal punto di vista contenutistico che stilistico. Spesso sentimenti diversi, tramutati in pennellate dense di colori, si oppongono e si fondono in un connubio di rara bellezza. Dalle opere si evince una buona preparazione artistica soprattutto nella resa prospettica, dalle raffigurazioni umane, nonchè dalla realizzazione di nature morte. Uno stile che sapora di impressionismo filtrato dalle ultime correnti del Novecento, di un simbolismo di immediata espressività. I soggetti rivivono nel ritmo delle vibrazioni, in una pittura che propone oniriche e affascinanti realtà, semplici e complesse allo stesso tempo. Ogni pennellata ridesta nel fruitore le emozioni sopite nell'animo, che sempre più spesso si distrae e, impensierito dal cammino della vita, tralascia sentimenti e valori universali di cui ha necessariamente bisogno. la sua arte, dunque, si dispiega tra il racconto e la riflessione, tra la contemplazione del reale e del bello, tra le mozioni interiori e l'assoluto. Aneliti di libertà e di serenità, di riflessione e di risvolti cupi dell'animo si materializzano nelle tele , in piena sintonia con i vari messaggi che l'autrice vuole trasmettere."

(Giuseppe Manitta - critico del " Convivio").
Flavia Vizzari
Flavia Vizzari
Spicialista
Spicialista


http://blog.libero.it/Artevizzari/

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Critici, artisti e storici dell'Arte Empty Re: Critici, artisti e storici dell'Arte

Messaggio  Admin Lun 15 Nov 2010 - 17:45

Nel frattempo mi sono ricordata pure che anche a me è capitato di scrivere qualche "recensione" esattamente tre ... una spontanea per un pittore, l'altra per una singola opera e la terza su Pippo La Delfa :

http://arteflaviavizzari.blogattivo.com/Primo-blog-b1/Recensioni-b1-c6.htm

mi piacerebbe conoscere però l'opinione di Nicola, anche se negativa (del resto io non sono una critica), su questa:



... del 15 Aprile 2006.

"L'Arte di Osvaldo Crotti è quanto di più positivo, a mio avviso, si possa ammirare nel campo. Ho avuto ultimamente modo di ammirare i lavori di molti artisti e di dovere considerare le loro basi conoscitive di elementi di prospettiva e di abilità coloristiche e plastiche.




Ebbene secondo il mio parere di artista, Crotti eccelle in tutto; ha una buona padronanza dell'uso della biro o della matita, dal tocco deciso e fermo, una grafica sicura nella quale si percepisce il trasporto dell'immedesimazione nella creazione. I suoi ritratti ci parlano, ci comunicano l'intensità degli sguardi; le carnagioni, dai tratti chiaroscurali espressi al sublime, guizzano facendoci percepire lo spessore o la delicatezza della pelle ... la carnosità ... le muscolature dei corpi femminili intrisi di mascolinità ... la rugosità degli anni.



Ma non basta, Crotti è sublime anche nelle realizzazioni delle vedute paesaggistiche; la sua matita scivola creando sul foglio, sia con la dovuta fermezza e precisione evidenti nelle linee dei palazzi e delle cupole, sia con la dovuta sinuosità che affascina negli elementidell'architettura baroccheggiante o nel volo dei gabbiani o nella morbidezza delle nuvole o ancora nella modularità evanescente delle onde.



Ma l'Artista vero ha ancora bisogno di altro, che non sia solo la maestria nella Tecnica, e Crotti ha anche questo! In Crotti troviamo anche una superba fantasia che si realizza d'impatto con l'uso del suo inconfondiblie stile: immagini sovrapposte, contorni sfumati, particolari evidenziati o elementi lasciati a dissolversi trasportando il fruitore ad immaginare un espandersi della sua Arte al di fuori del limite di realizzazione. Ed ancora il Pathos, il bisogno di esternare i propri sentimenti di ribellione verso tutto ciò che nel mondo è falso e mistificante, pathos espresso con la forza del chiaroscuro e con i tocchi di colore vermiglio, che vogliono colpire, ma vogliono anche evidenziare la forza dell'Amore che dovrebbe emergere per ridare giustizia all'Umanità.

Critica scritta da Flavia Vizzari nell'Aprile 2006.

Il Sito di Osvaldo Crotti:

http://crottiosvaldo.fasturl.it/
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http://linguasiciliana.altervista.org

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