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I CREATIVI CULTURALI
FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Idee e Opinioni sull'Arte e la Poesia
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I CREATIVI CULTURALI
Sembra che si stia creando un nuovo movimento spontaneo nelle società dei paesi più avanzati...
Qui riporto un articolo che si sta proponendo al dibattito scientifico in un ciclo si seminari dell'università di Granada.
Qui va l'articolo in questione:
In italia si parla di Creativi Culturali anche in questo sito web:
http://www.creativiculturali.it/home.php
La ripercussione crescente che hanno gli incontri del Foro Sociale sono il riflesso del fatto che esistono nuove forme di percepire la realtà che incominciano a concettualizzarsi. Un movimento culturale si sta svegliando nel nostro pianeta. Sono i denominati creativi culturali CCs. Questo concetto è stato coniato da Paul Ray e Sherry Anderson che dopo 30 anni di ricerca sui valori della società statunitense hanno constatato l'esistenza di questa, per il momento, sottocultura. Secondo un altro autore Richard Florida, autore del best seller "the rise of creative class", si tratta di una classe sociale in auge negli Stati Uniti alla quale appartengono quelle persone che sono pagate per creare siano essi scienziati, ingegneri, educatori, avvocati, giornalisti. La mia esperienza nella dinamizzazione di comunità virtuali internazionali mi fa constatare che con distinta intensità quel cambiamento si sta producendo in tutto il mondo più verso la nascita di una nuova coscienza o cultura che non verso una classe sociale.
Il perché è una nuova cultura si basa sul fatto che persone di differenti luoghi, classi sociali, sessi, religioni o livelli di studi condividono alcuni valori. Solo negli Stati Uniti si collegherebbero con questi valori, secondo Ray ed Anderson, 50 milioni di persone e stimano che nell'Unione Europea possono appartenere a questa sottocultura tra 80 e 90 milioni di persone.
È lei un creativo culturale?
Tutti gli investigatori coincidiamo nel fatto che il principale scoglio nell'evoluzione di questo movimento è la mancanza di coscienza di appartenenza ad un gruppo. Si continuano ad utilizzare le vecchie etichette per i nuovi concetti. Considero che è conveniente rinnovare il nostro sguardo e scoprire le nuove possibilità che stanno sorgendo. L'incertezza che genera ogni novità si risolve con l’informazione, la riflessione e la comunicazione; ma soprattutto con un atteggiamento aperto.
Quello che comproviamo è che ogni giorno più persone sentono che vivono in alcune coordinate differenti a quelle che imperano nella nostra società. Esiste una sensazione di disorientamento e perfino di isolamento intenzionato in distinti ambiti: sociale, intellettuale ed ideologico. Si sente più interconnessione con persone a centinaia di chilometri che con i vicini o la famiglia. L'astensione dalla realtà sociale si compensa con l'attività frenetica di una realtà parallela che è Internet. Non possiamo dimenticare che anche il silenzio è comunicazione.
Come distinguere o identificare i tratti che definiscono questo movimento emergente?
Ricerca dell'autenticità. Davanti all'eccesso di opinioni sbiecate e con una svalutata credibilità politica ed intellettuale, i CCs sono coscienti che devono generare le proprie opinioni. Decidono di prendere coscienza delle loro riflessioni ed opinioni cominciando a comprovare ciò che è vero o falso, per esempio, leggendo vari giornali o alternando l'ascolto dei canali informativi in diversi mezzi. Sono consumatori critici di informazione.
Riescono ad unire azione con apprendistato. Concepiscono l'imparare come un atto creativo. Vogliono godere di quello che fanno. Il prodotto è importante ma il processo e l'ambiente riscuotono molta importanza. Non si limitano ad essere meri riproduttori ma inoltre cercano di apportare nuove idee. Molti di essi hanno deciso di lavorare per proprio conto: designer, consulenti, scrittori, giornalisti, artisti. In essi la "conoscenza" e la "informazione" sono gli attrezzi della creatività e la "innovazione" il prodotto.
Idealismo ed attivismo. Cresciuti nel consolidamento dei movimenti sociali e rivendicativi. I creativi culturali stanno partecipando in prima linea attraverso il volontariato e l'attivismo. Si sono fatti coscienti attraverso la loro stessa esperienza che l'unica maniera di cambiare qualcosa è mediante l'implicazione personale. In questo idealismo differiscono dei movimenti hippie o del new age che si sono centrati di più nell'interiorizzare che non nell’esteriorizzare.
Maggioranza femminile. Un fattore da risaltare è il ruolo della donna. Possiede una maggiore partecipazione che gli uomini: numerica, attiva ed ideologica. Sono donne che non hanno oramai, nella maggioranza dei casi, come priorità lottare per i loro diritti. Si sono consegnate totalmente alla lotta per il benessere sociale e la famiglia. Non intendono il loro ruolo nella casa dal punto di vista della casalinga ma da direttrice del nucleo familiare.
Disincantati. Sono delusi con molti dei valori che predominano nelle società capitaliste più sviluppate: materialismo, edonismo, ossessione per lo status ed la doppio morale.
Davanti alla tessitura di bianco o nero, destre o sinistre, progressisti o conservatori si constata una realtà piena di sfumature e scale. Le persone possono prendere posizioni progressiste e conservatrici, come le consideriamo attualmente, senza cadere nell'ambiguità o in un'accusa di incoerenza.
Perché appaiono i CCs?
In larga misura appaiono per il fallimento delle promesse dei moderni. Si tenta di sviluppare una nuova cultura che integri la cosa tradizionale e la cosa moderna, la cosa globale e la cosa locale, il cambiamento interno ed esterno. Cercano di integrare concetti che la cultura occidentale ha separato: cuore e mente, la cosa personale e la cosa pubblica, la cosa individuale e la cosa comunitaria. Per quel motivo constatiamo quell'auge della cultura tradizionale orientale più centrato nell'interazione dell'essere con la natura, lo sviluppo dello spirito e la ricerca dell'essenza attraverso la semplicità.
Che cosa può ostacolare il rafforzamento di questo gruppo?
Senza dubbio la mancanza di credibilità che vorranno imporre quelli che si sentono minacciati per la loro apparizione. Tarderanno molto a consolidarsi (o poco chi sa?), ma gli effetti della distruzione dell'ambiente e le dispute tra gli esseri umani provoca, benché risulti paradossale, un brodo di coltivazione eccellente per la loro crescita. Un altro pericolo da superare è il non cadere nella falsa coscienza da essere concorde come pubblico obiettivo, meri consumatori. Mercificare il concetto può farli diventare solo una moda e che gli individui assumano abitudini indotte e non realmente scelte. I CCs non vogliono identificarsi col "new age" ormai molto svalutato. Neanche bisogna confonderli col "materialismo spirituale" movimento nel quale (come indicano, Ray ed Anderson), molta gente sta ingannando se stessa pensando che stanno crescendo spiritualmente quando in realtà stanno solo fortificando il loro egocentrismo attraverso tecniche spirituali.
Quello che i CCs hanno di bisogno sono istituzioni che appoggino i loro valori, formatori e scuole per i professori ma anche spazi dove potersi riunire. Devono avere la possibilità di contattare altri CCs attraverso riviste, webs e canali di televisione.
Dove vivono?
Scappando dalle mega-città industriali, burocratiche o finanziarie, si identificano nuclei urbani che starebbero attraendo le classi creative dove si afferma la priorità, come indica Richard Florida, la "qualità" dell'ambiente invece della (fino ad ora desiderata) "qualità di vita". Nel Nord America Austin o Albany si affermano come città emergenti benché New York o Boston non perderebbero la spinta avanguardista. In Europa si affermerebbero città come Dublino o Berlino. In Spagna possiamo sottolineare Valencia o Gijón come esempi di queste città emergenti. Barcellona manterrebbe il suo status di capitale dell'avanguardia se non si lascia trascinare dall'omogeneità culturale.
Stiamo in un momento molto interessante nel quale percepiamo la nascita di un movimento realmente impegnato con lo sviluppo sostenibile a tutti i livelli: ambientale, economico, educativo, sociale, politico…Dove la capacità creatività dell'essere umano, è il concetto che lo definisce. Solo manca l’appello al risveglio della coscienza delle persone che si identifichino coi loro valori e potenziare la loro interconnessione.
Juan Pastore Bustamante
Pedagogo
Direttore del Gabinetto di Iniziativa Giovane della Giunta dell'Estremadura. È stato direttivo della Fondazione Opera Prevale e della web Neuronilla.com. Continua ad essere vincolato a questa istituzione come volontario.
Qui riporto un articolo che si sta proponendo al dibattito scientifico in un ciclo si seminari dell'università di Granada.
Qui va l'articolo in questione:
I CREATIVI CULTURALI:
LA NASCITA DELLA COSCIENZA CREATIVA
JUAN PASTOR BUSTAMANTE
MADRID. SPAGNA.
LA NASCITA DELLA COSCIENZA CREATIVA
JUAN PASTOR BUSTAMANTE
MADRID. SPAGNA.
In italia si parla di Creativi Culturali anche in questo sito web:
http://www.creativiculturali.it/home.php
La ripercussione crescente che hanno gli incontri del Foro Sociale sono il riflesso del fatto che esistono nuove forme di percepire la realtà che incominciano a concettualizzarsi. Un movimento culturale si sta svegliando nel nostro pianeta. Sono i denominati creativi culturali CCs. Questo concetto è stato coniato da Paul Ray e Sherry Anderson che dopo 30 anni di ricerca sui valori della società statunitense hanno constatato l'esistenza di questa, per il momento, sottocultura. Secondo un altro autore Richard Florida, autore del best seller "the rise of creative class", si tratta di una classe sociale in auge negli Stati Uniti alla quale appartengono quelle persone che sono pagate per creare siano essi scienziati, ingegneri, educatori, avvocati, giornalisti. La mia esperienza nella dinamizzazione di comunità virtuali internazionali mi fa constatare che con distinta intensità quel cambiamento si sta producendo in tutto il mondo più verso la nascita di una nuova coscienza o cultura che non verso una classe sociale.
Il perché è una nuova cultura si basa sul fatto che persone di differenti luoghi, classi sociali, sessi, religioni o livelli di studi condividono alcuni valori. Solo negli Stati Uniti si collegherebbero con questi valori, secondo Ray ed Anderson, 50 milioni di persone e stimano che nell'Unione Europea possono appartenere a questa sottocultura tra 80 e 90 milioni di persone.
È lei un creativo culturale?
Tutti gli investigatori coincidiamo nel fatto che il principale scoglio nell'evoluzione di questo movimento è la mancanza di coscienza di appartenenza ad un gruppo. Si continuano ad utilizzare le vecchie etichette per i nuovi concetti. Considero che è conveniente rinnovare il nostro sguardo e scoprire le nuove possibilità che stanno sorgendo. L'incertezza che genera ogni novità si risolve con l’informazione, la riflessione e la comunicazione; ma soprattutto con un atteggiamento aperto.
Quello che comproviamo è che ogni giorno più persone sentono che vivono in alcune coordinate differenti a quelle che imperano nella nostra società. Esiste una sensazione di disorientamento e perfino di isolamento intenzionato in distinti ambiti: sociale, intellettuale ed ideologico. Si sente più interconnessione con persone a centinaia di chilometri che con i vicini o la famiglia. L'astensione dalla realtà sociale si compensa con l'attività frenetica di una realtà parallela che è Internet. Non possiamo dimenticare che anche il silenzio è comunicazione.
Come distinguere o identificare i tratti che definiscono questo movimento emergente?
Ricerca dell'autenticità. Davanti all'eccesso di opinioni sbiecate e con una svalutata credibilità politica ed intellettuale, i CCs sono coscienti che devono generare le proprie opinioni. Decidono di prendere coscienza delle loro riflessioni ed opinioni cominciando a comprovare ciò che è vero o falso, per esempio, leggendo vari giornali o alternando l'ascolto dei canali informativi in diversi mezzi. Sono consumatori critici di informazione.
Riescono ad unire azione con apprendistato. Concepiscono l'imparare come un atto creativo. Vogliono godere di quello che fanno. Il prodotto è importante ma il processo e l'ambiente riscuotono molta importanza. Non si limitano ad essere meri riproduttori ma inoltre cercano di apportare nuove idee. Molti di essi hanno deciso di lavorare per proprio conto: designer, consulenti, scrittori, giornalisti, artisti. In essi la "conoscenza" e la "informazione" sono gli attrezzi della creatività e la "innovazione" il prodotto.
Idealismo ed attivismo. Cresciuti nel consolidamento dei movimenti sociali e rivendicativi. I creativi culturali stanno partecipando in prima linea attraverso il volontariato e l'attivismo. Si sono fatti coscienti attraverso la loro stessa esperienza che l'unica maniera di cambiare qualcosa è mediante l'implicazione personale. In questo idealismo differiscono dei movimenti hippie o del new age che si sono centrati di più nell'interiorizzare che non nell’esteriorizzare.
Maggioranza femminile. Un fattore da risaltare è il ruolo della donna. Possiede una maggiore partecipazione che gli uomini: numerica, attiva ed ideologica. Sono donne che non hanno oramai, nella maggioranza dei casi, come priorità lottare per i loro diritti. Si sono consegnate totalmente alla lotta per il benessere sociale e la famiglia. Non intendono il loro ruolo nella casa dal punto di vista della casalinga ma da direttrice del nucleo familiare.
Disincantati. Sono delusi con molti dei valori che predominano nelle società capitaliste più sviluppate: materialismo, edonismo, ossessione per lo status ed la doppio morale.
Davanti alla tessitura di bianco o nero, destre o sinistre, progressisti o conservatori si constata una realtà piena di sfumature e scale. Le persone possono prendere posizioni progressiste e conservatrici, come le consideriamo attualmente, senza cadere nell'ambiguità o in un'accusa di incoerenza.
Perché appaiono i CCs?
In larga misura appaiono per il fallimento delle promesse dei moderni. Si tenta di sviluppare una nuova cultura che integri la cosa tradizionale e la cosa moderna, la cosa globale e la cosa locale, il cambiamento interno ed esterno. Cercano di integrare concetti che la cultura occidentale ha separato: cuore e mente, la cosa personale e la cosa pubblica, la cosa individuale e la cosa comunitaria. Per quel motivo constatiamo quell'auge della cultura tradizionale orientale più centrato nell'interazione dell'essere con la natura, lo sviluppo dello spirito e la ricerca dell'essenza attraverso la semplicità.
Che cosa può ostacolare il rafforzamento di questo gruppo?
Senza dubbio la mancanza di credibilità che vorranno imporre quelli che si sentono minacciati per la loro apparizione. Tarderanno molto a consolidarsi (o poco chi sa?), ma gli effetti della distruzione dell'ambiente e le dispute tra gli esseri umani provoca, benché risulti paradossale, un brodo di coltivazione eccellente per la loro crescita. Un altro pericolo da superare è il non cadere nella falsa coscienza da essere concorde come pubblico obiettivo, meri consumatori. Mercificare il concetto può farli diventare solo una moda e che gli individui assumano abitudini indotte e non realmente scelte. I CCs non vogliono identificarsi col "new age" ormai molto svalutato. Neanche bisogna confonderli col "materialismo spirituale" movimento nel quale (come indicano, Ray ed Anderson), molta gente sta ingannando se stessa pensando che stanno crescendo spiritualmente quando in realtà stanno solo fortificando il loro egocentrismo attraverso tecniche spirituali.
Quello che i CCs hanno di bisogno sono istituzioni che appoggino i loro valori, formatori e scuole per i professori ma anche spazi dove potersi riunire. Devono avere la possibilità di contattare altri CCs attraverso riviste, webs e canali di televisione.
Dove vivono?
Scappando dalle mega-città industriali, burocratiche o finanziarie, si identificano nuclei urbani che starebbero attraendo le classi creative dove si afferma la priorità, come indica Richard Florida, la "qualità" dell'ambiente invece della (fino ad ora desiderata) "qualità di vita". Nel Nord America Austin o Albany si affermano come città emergenti benché New York o Boston non perderebbero la spinta avanguardista. In Europa si affermerebbero città come Dublino o Berlino. In Spagna possiamo sottolineare Valencia o Gijón come esempi di queste città emergenti. Barcellona manterrebbe il suo status di capitale dell'avanguardia se non si lascia trascinare dall'omogeneità culturale.
Stiamo in un momento molto interessante nel quale percepiamo la nascita di un movimento realmente impegnato con lo sviluppo sostenibile a tutti i livelli: ambientale, economico, educativo, sociale, politico…Dove la capacità creatività dell'essere umano, è il concetto che lo definisce. Solo manca l’appello al risveglio della coscienza delle persone che si identifichino coi loro valori e potenziare la loro interconnessione.
Juan Pastore Bustamante
Pedagogo
Direttore del Gabinetto di Iniziativa Giovane della Giunta dell'Estremadura. È stato direttivo della Fondazione Opera Prevale e della web Neuronilla.com. Continua ad essere vincolato a questa istituzione come volontario.
Ospite- Ospite
Re: I CREATIVI CULTURALI
Test: sei un creativo culturale?
Test a cura di Enrico Cheli
Complimenti, sei una Creativa Culturale Leader
cioè una persona molto consapevole e responsabile che non solo ha a cuore le sorti dei propri simili e del Pianeta ma è pronta ad impegnarsi direttamente per costruire un mondo migliore e una umanità più consapevole. Probabilmente sei già impegnato in organismi di volontariato o in movimenti che operano nei campi della tutela dell'ambiente, della pace, dell'economia etica, della crescita personale e spirituale etc., e se ancora non lo sei ti suggeriamo di farlo: il Pianeta ha bisogno di persone come te.
http://www.creativiculturali.it/creativi.php?id=risultato&rid=test
Test a cura di Enrico Cheli
Complimenti, sei una Creativa Culturale Leader
cioè una persona molto consapevole e responsabile che non solo ha a cuore le sorti dei propri simili e del Pianeta ma è pronta ad impegnarsi direttamente per costruire un mondo migliore e una umanità più consapevole. Probabilmente sei già impegnato in organismi di volontariato o in movimenti che operano nei campi della tutela dell'ambiente, della pace, dell'economia etica, della crescita personale e spirituale etc., e se ancora non lo sei ti suggeriamo di farlo: il Pianeta ha bisogno di persone come te.
http://www.creativiculturali.it/creativi.php?id=risultato&rid=test
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