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I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
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FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Storia, tradizioni e leggende
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I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
I fuochi dell'Immacolata e il ceppo di Natale hanno una caratteristica particolare, perché entrambi simboleggiano la distruzione del peccato originale ed il simbolico consumarsi del vecchio anno, con tutto il male che vi si è accumulato.
Nel mio paese (Poggio Imperiale) la vigilia dell'Immacolata vede fin dal primo pomeriggio un continuo movimento di giovani e meno giovani, che trasportano legna e frasche in piazza o nei diversi rioni del paese. Si preparano i falò, accatastando quanto più legna è possibile, per costruire un mucchio più alto di un altro.Verso l'imbrunire, quando è cessata la funzione religiosa della novena, si accendono i falò tra il vocio e i salti di gioia dei bambini. Quando la legna è consumata e il fuoco è meno ardente, si raccolgono intorno al falò le persone del quartiere, che, in segno di devozione, riempionono i loro bracieri di brace che deve servire per riscaldarsi per tutta la serata. Il parroco con un nutrito gruppo di chierichetti fa il giro dei quartieri per benedire i fuochi e recitare una preghiera.
Dopo cena, soprattutto i giovani, si recano dove c'è ancora residuo di falò e, schierati in cerchio, recitano il Santo Rosario e cantano canti mariani.
Nel mio paese (Poggio Imperiale) la vigilia dell'Immacolata vede fin dal primo pomeriggio un continuo movimento di giovani e meno giovani, che trasportano legna e frasche in piazza o nei diversi rioni del paese. Si preparano i falò, accatastando quanto più legna è possibile, per costruire un mucchio più alto di un altro.Verso l'imbrunire, quando è cessata la funzione religiosa della novena, si accendono i falò tra il vocio e i salti di gioia dei bambini. Quando la legna è consumata e il fuoco è meno ardente, si raccolgono intorno al falò le persone del quartiere, che, in segno di devozione, riempionono i loro bracieri di brace che deve servire per riscaldarsi per tutta la serata. Il parroco con un nutrito gruppo di chierichetti fa il giro dei quartieri per benedire i fuochi e recitare una preghiera.
Dopo cena, soprattutto i giovani, si recano dove c'è ancora residuo di falò e, schierati in cerchio, recitano il Santo Rosario e cantano canti mariani.
Re: I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
dev'essere molto bello e suggestivo; non puoi postarci dopo delle immagini?
Re: I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
No, assolutamente. Anzi, sembra vicino, ma si è a debita distanza...
Re: I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
I tradizionali falò dell’Immacolata a Poggio Imperiale.
Continua ancora oggi, a Poggio Imperiale, la tradizione dei falò accesi in occasione della ricorrenza dell’Immacolata, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
L’usanza di accendere la sera della vigilia dell’Immacolata grandi falò in onore della Madonna è legata alle tradizioni popolari di un tempo quando, nei vari rioni del paese in competizione tra loro per fare il fuoco più grande, già dal pomeriggio si accumulavano e accatastavano frasche e ceppi da ardere, raccolti appositamente per l’occasione, per formarne cumuli sempre più alti, che dopo la cerimonia religiosa in chiesa venivano incendiati.
Una sorta di gara che si traduceva in uno spettacolo scintillante di luci che illuminavano l’incantevole e festosa serata che vedeva radunati intorno ai fuochi tutti gli abitanti dei vari rioni.
Prima di rincasare qualcuno ne approfittava per riempire di brace il proprio braciere da portare a casa per scaldarsi o semplicemente in segno di devozione.
I fuochi dell’Immacolata simboleggiavano, secondo alcuni, la distruzione del peccato originale ed il simbolico consumarsi del vecchio anno, con tutto il male che vi si era accumulato, ma voleva forse rappresentare anche un rito propiziatorio legato all’abbondanza della terra.
In diverse zone d’Italia la festa più importante dell’Avvento, l’Immacolata Concezione, è ricordata con l’accensione di fuochi, accompagnata in molti casi da degustazioni gastronomiche.
In Umbria, la sera dell’8 dicembre le campagne si illuminano della luce dei “focaracci”, covoni di legna ed arbusti, dati alle fiamme verso sera, per celebrare la traslazione della Casa della Vergine Maria da Nazareth a Loreto. Per questa ragione i fuochi dell’Immacolata sono detti anche “fuochi della Venuta”.
Nella tradizione popolare pugliese, invece, i falò dell’Immacolata avrebbero la funzione di asciugare i panni del Bambin Gesù. Nel barese e nel leccese, la gente assiepata intorno ai fuochi usa mangiare delle frittelle devozionali, le “pettole”, preparate con pasta di pane fritta e intinta nel miele.
A Maglie, in provincia di Lecce, l’8 di dicembre è tradizione osservare il digiuno e l’unico cibo ammesso è la “puccia”, piccola forma di pane condito con formaggio, pomodoro e olive nere, importato dai coloni greci.
Ancora il fuoco è protagonista della processione che va in scena nella notte tra il 7 e l’8 dicembre ad Atri nel teramano. I fedeli, muniti di grosse torce di canne, i cosiddetti “faugni”, raggiungono in processione la cattedrale, dove si celebra la santa messa in onore dell’Immacolata Concezione.
Il termine “faugni” è una chiara volgarizzazione di quel “fauni ignis” che ci riconduce al cuore più oscuro del paganesimo.
http://www.paginedipoggio.com/dblog/articolo.asp?articolo=19
Continua ancora oggi, a Poggio Imperiale, la tradizione dei falò accesi in occasione della ricorrenza dell’Immacolata, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
L’usanza di accendere la sera della vigilia dell’Immacolata grandi falò in onore della Madonna è legata alle tradizioni popolari di un tempo quando, nei vari rioni del paese in competizione tra loro per fare il fuoco più grande, già dal pomeriggio si accumulavano e accatastavano frasche e ceppi da ardere, raccolti appositamente per l’occasione, per formarne cumuli sempre più alti, che dopo la cerimonia religiosa in chiesa venivano incendiati.
Una sorta di gara che si traduceva in uno spettacolo scintillante di luci che illuminavano l’incantevole e festosa serata che vedeva radunati intorno ai fuochi tutti gli abitanti dei vari rioni.
Prima di rincasare qualcuno ne approfittava per riempire di brace il proprio braciere da portare a casa per scaldarsi o semplicemente in segno di devozione.
I fuochi dell’Immacolata simboleggiavano, secondo alcuni, la distruzione del peccato originale ed il simbolico consumarsi del vecchio anno, con tutto il male che vi si era accumulato, ma voleva forse rappresentare anche un rito propiziatorio legato all’abbondanza della terra.
In diverse zone d’Italia la festa più importante dell’Avvento, l’Immacolata Concezione, è ricordata con l’accensione di fuochi, accompagnata in molti casi da degustazioni gastronomiche.
In Umbria, la sera dell’8 dicembre le campagne si illuminano della luce dei “focaracci”, covoni di legna ed arbusti, dati alle fiamme verso sera, per celebrare la traslazione della Casa della Vergine Maria da Nazareth a Loreto. Per questa ragione i fuochi dell’Immacolata sono detti anche “fuochi della Venuta”.
Nella tradizione popolare pugliese, invece, i falò dell’Immacolata avrebbero la funzione di asciugare i panni del Bambin Gesù. Nel barese e nel leccese, la gente assiepata intorno ai fuochi usa mangiare delle frittelle devozionali, le “pettole”, preparate con pasta di pane fritta e intinta nel miele.
A Maglie, in provincia di Lecce, l’8 di dicembre è tradizione osservare il digiuno e l’unico cibo ammesso è la “puccia”, piccola forma di pane condito con formaggio, pomodoro e olive nere, importato dai coloni greci.
Ancora il fuoco è protagonista della processione che va in scena nella notte tra il 7 e l’8 dicembre ad Atri nel teramano. I fedeli, muniti di grosse torce di canne, i cosiddetti “faugni”, raggiungono in processione la cattedrale, dove si celebra la santa messa in onore dell’Immacolata Concezione.
Il termine “faugni” è una chiara volgarizzazione di quel “fauni ignis” che ci riconduce al cuore più oscuro del paganesimo.
http://www.paginedipoggio.com/dblog/articolo.asp?articolo=19
Re: I FUOCHI DELL'IMMACOLATA (I foke da Cuncètte)
Un saluto ad Alfonso che sicuramente anche quest'anno ammirerà dei bei falò ;o)
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