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DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
3 partecipanti
FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: SEMINARIO ARTE e POESIA :: Componimenti poetico-letterari
Pagina 1 di 1
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
In una realtà avanzatissima sotto l'aspetto tecnico-scientifico, ci troviamo quotidianamente in lotta contro l'onnipotenza dell'immagine e assistiamo allo smarrimento della logica espressiva sia scritta che orale. E' ormai segnata la fine della lingua italiana? Non possiamo fare più nulla per frenare la sua decadenza? L'analisi di un testo dialettale lucerino (Lucera in prov. di Foggia) è il punto da cui prende il via un'indagine ad ampio raggio, che sottolinea come la progressiva perdita di importanza della parola abbia sconvolto la logica di pensiero e la comunicazione. E' necessario allora creare dettagliati programmi di collaborazione intercontinentale, educare e guidare i giovani al piacere di leggere e di esprimersi, stimolare, infine, gli studi informatici, approfondendo le problematiche ad essi connessi, in modo specifico l'attuale e molto discussa questione dulla "privacy".
(retro copertina)
(retro copertina)
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Nella premessa del libro si legge:
L'italiano è in uno stato di evoluzione e di rinnovamento, rinnovamento che interessa soprattutto gli uomini di scuola. Lo stimolo scaturito dalla lettura del libretto Matremoneije de Seppine e Mariuccia ha prodotto un'indagine limitata alla città di Lucera focalizzando un aspetto: quello lessicale con le caratteristiche ambientali che la differenziano dalle altre località pugliesi. Indubbiamente certe peculiarità fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali accomunano Lucera al resto della regione e più genericamente all'Italia meridionale, ma una parte del lessico è tipica ed esclusiva di Lucera per cui il libretto è specchio dell'italiano in uso dai lucerini legati alle loro tradizioni.
Non mi permetto di effettuare un'indagine di tipo fonetico, morfologico e sintattico, che può essere condotta con proficui risultati sulla base di una attenta lettura della stampa locale, da cui emergerebbe il quadro linguistico con voci dialettali adoperate con l'evidente intenzione di far risaltare il colore locale, per cui chi parla usa, senza rendersene conto, termini che non sono propri dell'italiano ma che risultano più immediati e reali. Da ciò si desume che è proprio il dialetto a essere al centro di tutta una serie di equivoci subculturali, pertanto il presente lavoro è orientato verso l'interpretazione delle situazioni in cui si trasmettono i messaggi dialettali del libretto nonché verso i rapporti che essi creano, verso le azioni reciproche, le fratture e le sospensioni in cui essi si svolgono e che da essi procedono non trascurando l'aspetto economico del contratto matrimoniale. Tutto cio si configura nel nostro rapporto con testi ed esperienze già date nel passato più o meno lontano rischiando di esser presi da una vera e propria "angoscia della compiutezza" che in realtà non tutti sono in grado di superare definitivamente; per il genere dialettale è il momento storico che trasmette si tratta di corpora testuali "chiusi" il cui corpus resta inevitabilmente parziale.
.............
La trasformazione delle trecniche di scrittura data dal computer, dai vari modi di programamzione, di virtualità, di interruzione che esso mette in gioco, crea dimensioni e caratteri nuovi modificando radicalmente anche lo statuto delle discipline filologiche.
Questo il problema di fondo affrontato: l'informatica, linguaggio futuro per tutti gli abitanti del pianeta terra.
Lo sfondo di questo lavoro è rappresentato dalla crisi del modello storiografico fondato sulle scuole, i gruppi, le correnti, le poetiche, connesse al declino del mito modernista che privilegia ciò che è innovativo e cosmopolita rispetto a ciò che è troppo tradizionale e troppo provinciale, senza per questo offendere i programmatori delle feste, delle sagre o altro, che allontanano e distraggono le masse dai quotidiani problemi reali e razionali.
Penso al venir meno dei pregiudizi sul dialetto grazie alla diffusione senza precedenti della coscienza linguistica, all'immissione della prospettiva geografica tra le variabili in gioco nello studio della letteratura italiana, al recupero filologico di una serie di classici dialettali, alla riabilitazione del locale e del territoriale, senza dimenticare la qualità dei risultati offerti da alcuni poeti in dialetto che resteranno, per gli intenditori, i maggiori del secolo.
Il dialetto locale si trova al centro di tutta una serie di equivoci subculturali, donde la necessità di eliminare tali equivoci sorti da una cattiva interpretazione che conduce il dialetto stesso verso il vero declino, in quanto la dimensione storica del presente oggi più che mai si affaccia perentoriamente; sappiamo infatti che il linguaggio svolge una decisiva funzione formativa: è il linguaggio che ordina, costruisce e organizza il mondo, tutta la realtà e la nostra esperienza sono strutturate dall'uso corretto di esso.
L'apprendimento del dialetto dipende in gran parte dal rapporto primario con la madre; la qualità nasce dall'essere intrecciata ai primi vissuti e pertanto dominata dai conflitti arcaici con le prime esperienze, alquanto limitate, percettive e sensoriali.
La modernizzazione della società pensa al dialetto come a un dialogo con i fantasmi anche se in esso si affronta il problema duplice di una lettura trasversale che sviluppa la trattazione per nuclei problematici e per questioni, moltiplicando gli strumenti interpretativi e differenziandone i piani d'analisi in letterario, linguistico, antropologico, sociologico; dall'altro vengono ripristinate le singole individualità facenti parte di un repertorio sistematico del genere dialettale in cui è in gioco il rapporto tra contemporaneità e memoria che ha giocato la scommessa della forma futura della letteratura rimanendo solo un mito.
La narrazione Matremoneije di Seppine e Mariuccia [/i è un esempio di accostamento [i]sic et simpliciter fra mito e quotidianità spicciola che non prescinde dalla realtà contemporanea e che non può agevolare o essere coerente con quel processo di affrancamento epocale di arte come semplice copia o specchio del reale propria di una meno recente speculazione estetica e prassi artistica.
L'italiano è in uno stato di evoluzione e di rinnovamento, rinnovamento che interessa soprattutto gli uomini di scuola. Lo stimolo scaturito dalla lettura del libretto Matremoneije de Seppine e Mariuccia ha prodotto un'indagine limitata alla città di Lucera focalizzando un aspetto: quello lessicale con le caratteristiche ambientali che la differenziano dalle altre località pugliesi. Indubbiamente certe peculiarità fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali accomunano Lucera al resto della regione e più genericamente all'Italia meridionale, ma una parte del lessico è tipica ed esclusiva di Lucera per cui il libretto è specchio dell'italiano in uso dai lucerini legati alle loro tradizioni.
Non mi permetto di effettuare un'indagine di tipo fonetico, morfologico e sintattico, che può essere condotta con proficui risultati sulla base di una attenta lettura della stampa locale, da cui emergerebbe il quadro linguistico con voci dialettali adoperate con l'evidente intenzione di far risaltare il colore locale, per cui chi parla usa, senza rendersene conto, termini che non sono propri dell'italiano ma che risultano più immediati e reali. Da ciò si desume che è proprio il dialetto a essere al centro di tutta una serie di equivoci subculturali, pertanto il presente lavoro è orientato verso l'interpretazione delle situazioni in cui si trasmettono i messaggi dialettali del libretto nonché verso i rapporti che essi creano, verso le azioni reciproche, le fratture e le sospensioni in cui essi si svolgono e che da essi procedono non trascurando l'aspetto economico del contratto matrimoniale. Tutto cio si configura nel nostro rapporto con testi ed esperienze già date nel passato più o meno lontano rischiando di esser presi da una vera e propria "angoscia della compiutezza" che in realtà non tutti sono in grado di superare definitivamente; per il genere dialettale è il momento storico che trasmette si tratta di corpora testuali "chiusi" il cui corpus resta inevitabilmente parziale.
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La trasformazione delle trecniche di scrittura data dal computer, dai vari modi di programamzione, di virtualità, di interruzione che esso mette in gioco, crea dimensioni e caratteri nuovi modificando radicalmente anche lo statuto delle discipline filologiche.
Questo il problema di fondo affrontato: l'informatica, linguaggio futuro per tutti gli abitanti del pianeta terra.
Lo sfondo di questo lavoro è rappresentato dalla crisi del modello storiografico fondato sulle scuole, i gruppi, le correnti, le poetiche, connesse al declino del mito modernista che privilegia ciò che è innovativo e cosmopolita rispetto a ciò che è troppo tradizionale e troppo provinciale, senza per questo offendere i programmatori delle feste, delle sagre o altro, che allontanano e distraggono le masse dai quotidiani problemi reali e razionali.
Penso al venir meno dei pregiudizi sul dialetto grazie alla diffusione senza precedenti della coscienza linguistica, all'immissione della prospettiva geografica tra le variabili in gioco nello studio della letteratura italiana, al recupero filologico di una serie di classici dialettali, alla riabilitazione del locale e del territoriale, senza dimenticare la qualità dei risultati offerti da alcuni poeti in dialetto che resteranno, per gli intenditori, i maggiori del secolo.
Il dialetto locale si trova al centro di tutta una serie di equivoci subculturali, donde la necessità di eliminare tali equivoci sorti da una cattiva interpretazione che conduce il dialetto stesso verso il vero declino, in quanto la dimensione storica del presente oggi più che mai si affaccia perentoriamente; sappiamo infatti che il linguaggio svolge una decisiva funzione formativa: è il linguaggio che ordina, costruisce e organizza il mondo, tutta la realtà e la nostra esperienza sono strutturate dall'uso corretto di esso.
L'apprendimento del dialetto dipende in gran parte dal rapporto primario con la madre; la qualità nasce dall'essere intrecciata ai primi vissuti e pertanto dominata dai conflitti arcaici con le prime esperienze, alquanto limitate, percettive e sensoriali.
La modernizzazione della società pensa al dialetto come a un dialogo con i fantasmi anche se in esso si affronta il problema duplice di una lettura trasversale che sviluppa la trattazione per nuclei problematici e per questioni, moltiplicando gli strumenti interpretativi e differenziandone i piani d'analisi in letterario, linguistico, antropologico, sociologico; dall'altro vengono ripristinate le singole individualità facenti parte di un repertorio sistematico del genere dialettale in cui è in gioco il rapporto tra contemporaneità e memoria che ha giocato la scommessa della forma futura della letteratura rimanendo solo un mito.
La narrazione Matremoneije di Seppine e Mariuccia [/i è un esempio di accostamento [i]sic et simpliciter fra mito e quotidianità spicciola che non prescinde dalla realtà contemporanea e che non può agevolare o essere coerente con quel processo di affrancamento epocale di arte come semplice copia o specchio del reale propria di una meno recente speculazione estetica e prassi artistica.
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
insomma anche la Lingua italiana, un po come la Lingua siciliana, non è esente da problematiche di influenze dialettali.... per gli studenti sarà un doversi adeguare all'insegnante del caso che il destino gli porrà come docente!?!...Si dovrà fare una formazione particolare per docenti dunque?...Come correggerà i temi in classe un prof. napoletano, rispetto a un calabrese o a un toscano o pugliese?..... ...Con l'ausilo del PC?
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Sicuramente un prof. terrà conto dell'ambiente in cui si trova ad operare...
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Alfonso Chiaromonte ha scritto:Sicuramente un prof. terrà conto dell'ambiente in cui si trova ad operare...
bhè... non sempre tutti i professori sono giusti e obiettivi...
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Flavia Vizzari ha scritto:Alfonso Chiaromonte ha scritto:Sicuramente un prof. terrà conto dell'ambiente in cui si trova ad operare...
bhè... non sempre tutti i professori sono giusti e obiettivi...
Hai ragione.... ma fa parte della personalità e della professionalità.
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Flavia Vizzari ha scritto:la professionalità andrebbe selezionata....
E' un argomento troppo scottante oggi, per parlare di selezione della professionalità.
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Alfonso Chiaromonte ha scritto:Flavia Vizzari ha scritto:la professionalità andrebbe selezionata....
E' un argomento troppo scottante oggi, per parlare di selezione della professionalità.
cioè?
Re: DAL DIALETTO ALL'INFORMATICA
Admin ha scritto:Alfonso Chiaromonte ha scritto:Flavia Vizzari ha scritto:la professionalità andrebbe selezionata....
E' un argomento troppo scottante oggi, per parlare di selezione della professionalità.
cioè?
Perché sulla scia dei vari baroni è diffifile parlare di professionalità, ma di raccomandazioni.
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