dialetti personalizzati?

I dialetti delle singole province seguono, in teoria, un iter comune o sono personalizzati? Non considerando naturalmente le singole pubblicazioni autoreferenziate!

Cioè, mi spiego meglio, il dialetto deve essere comune per tutti gli autori che desiderano scrivere nel proprio dialetto fonetico e sono della stessa provincia? Oppure ogni autore esprime una particolare espressione unica di idioma?

nessuno ad oggi si è espresso eppure mi sembra una tematica interessante ...

Hai toccato un tasto dolente, secondo me è proprio questo il motivo che ha fatto cadere nel baratro più profondo la lingua siciliana.
Infatti, con la nascita del fonografismo, non abbiamo avuto più una lingua siciliana, ma una serie di vernacoli che variano non solo da provincia a provincia, ma addirittura nei comuni di una stessa provincia e spesso con termini praticamente incomprensibili anche per i paesi vicini.
Ora io ho tutto il rispetto per ogni tipo di vernacolo, credo che sia importantissimo conoscere il proprio, ma deve essere usato solo per la conversazione orale, non per la scrittura, altrimenti non si avrà mai una lingua siciliana, ma una serie di vernacoli (purtroppo questa è la situazione attuale), che vanno ad avvalorare tutte quelle teorie (stupide), di chi afferma che quella siciliana non è una lingua.
Anche perchè come -come scritto sopra- spesso un termine usato a trapani, non è conosciuto a catania e viceversa, proprio perchè tipico della zona e non di tutta la sicilia, ed io penso che non sia una cosa bella la mancanza di comprensione linguistica fra gli abitanti di una stessa regione, per questo, almeno nello scritto dovremmo avere una scrittura -non dico uniforme al 100%-
ma che abbia una certa linea, che usi parole corrette etimologicamente.

già, ma come rimediare a tutto ciò?

Io proporrei di redigere una pubblicazione ... e di prenderci incarico noi per ogni provincia di diffonderla tra i poeti, nei caffè letterari o altrove ...

Lo scorso anno feci leggere una delle mie poesie ad un lettore al caffè letterario che conducevo con due amici e mi chiesero in che dialetto fosse scritta perchè non ne hanno riconosciuto il dialetto da noi parlato a Messina ...

Quest'anno ho partecipato ad un Corcorso e portato le mie poesie con la traduzione in italiano ... mi è stato detto che era una offesa per loro messinesi accettare poesie in dialetto con la traduzione ... non ho risposto perchè pensavo altre cose in quel frangente, ma credo che anche per noi siciliani la traduzione sia necessaria ...

MI CHIEDI COME RIMEDIARE A TUTTO CIò?
BELLA DOMANDA!
NON CREDO DI AVERE LA SOLUZIONE, POSSO SOLO DARTI LA MIA OPINIONE.

credo che la cosa da fare principalmente sia studiare, studiare e studiare, poi evitare di usare alcuni termini prettamente vernacolari, cercando di usare il più possibile quelli che sono comprensibili in tutta la regione.

GIUSEPPE GERBINO ha scritto:Ora io ho tutto il rispetto per ogni tipo di vernacolo, credo che sia importantissimo conoscere il proprio, ma deve essere usato solo per la conversazione orale, non per la scrittura, altrimenti non si avrà mai una lingua siciliana, ma una serie di vernacoli (purtroppo questa è la situazione attuale), che vanno ad avvalorare tutte quelle teorie (stupide), di chi afferma che quella siciliana non è una lingua.
.

Dici bene studiare ... ma per chi non sa che potrebbe abbandonare il fonografismo? ... Molti non ne conoscono l'esistenza della diversità ...

come li informeresti, senza star li a dirglielo singolarmente?

flaviuzza, ma io mica faccio il discepolo non posso andare in giro a convertire la gente o a costringerla a cambiare modo di scrivere

però, quando mi capita di parlare con altri poeti che usano il fonografismo, allora cerco di speigar loro che sarebbe meglio scrivere la lingua siciliana non per come si parla, ma cercando di andare all'etimologia della parola.

ma non sempre riesco a convincerli, mi rispondono che a loro basta essere compresi da i loro stessi paesani; io invece credo che tutte queste poesie siano un patrimonio culturale inestimabile e sarebbe giusto metterle a disposizione di tutti.

GIUSEPPE GERBINO ha scritto:flaviuzza, ma io mica faccio il discepolo non posso andare in giro a convertire la gente o a costringerla a cambiare modo di scrivere

però, quando mi capita di parlare con altri poeti che usano il fonografismo, allora cerco di speigar loro che sarebbe meglio scrivere la lingua siciliana non per come si parla, ma cercando di andare all'etimologia della parola.

ma non sempre riesco a convincerli, mi rispondono che a loro basta essere compresi da i loro stessi paesani; io invece credo che tutte queste poesie siano un patrimonio culturale inestimabile e sarebbe giusto metterle a disposizione di tutti.

No Peppe, non volevo gettarmi nella missionarietà .. ma siccome mi capita di partecipare a caffè letterari, anzichè stare li a spiegare ad uno ad uno quando mi chiedono, se si facessero dei depliants con contenuti qualificati in merito uno potrebbe darli per conoscenza ... e altrettanto si potrebbe, da questo forum, far diffondere da chi lo voglia nelle altre province ...

credi sia sbagliato? Io penso invece che possa essere molto utile, ma farlo da me indivudualmente non mi pare opportuno per la mia scarsità di competenza in merito :-))

cara flavia, è già in cantiere un progetto del genere.
ne abbiamo parlato con alberto criscenti e con nino barone proprio qualche mese fa.

GIUSEPPE GERBINO ha scritto:cara flavia, è già in cantiere un progetto del genere.
ne abbiamo parlato con alberto criscenti e con nino barone proprio qualche mese fa.

Davvero? :-))

Contate su di me allora ...

Credo che bisognerebbe uniformare le regole di trascrizione del dialetto, ma non si può prescivere l'uso o il non uso di una parola perché non immediatamente comprensibile. Per il latino, il greco, le lingue straniere e lo stesso italiano antico abbiamo traduzioni a fronte. Perché per il siciliano deve essere diverso, dato che le nuove generazioni non lo parlano né lo scrivono, figurarsi leggerlo?
Penso a Salvo Basso, a tanti poeti che sarebbe stato un delitto costringere ad uniformare.

Maria Lucia Riccioli ha scritto:Credo che bisognerebbe uniformare le regole di trascrizione del dialetto, ma non si può prescivere l'uso o il non uso di una parola perché non immediatamente comprensibile.

è prorio quello che intendevo dire.
non dobbiamo fare a meno di certi termini, che comunque fanno parte sempre del ricco vocabolario siciliano, ma dobbiamo cercare di scriverli nella giusta maniera per far si che tutti possano capirli.
capisco che molti sono prettamente di una sola provincia o di un solo comune, però una volta unificata la lingua ed il modo di scriverla, si può sempre fare un dizionario dei sinonimi no?

non esistono già dei validi dizionari ?!?

sì, è vero che esistono molti validi dizionari, ma è pur vero che molti termini di cui conosciamo la forma in italiano, non ne conosciamo il corrispettivo in lingua siciliana e viceversa.

GIUSEPPE GERBINO ha scritto:sì, è vero che esistono molti validi dizionari, ma è pur vero che molti termini di cui conosciamo la forma in italiano, non ne conosciamo il corrispettivo in lingua siciliana e viceversa.

Davvero? Perchè non proviamo ad aprire un Topic qui ? ... Non è detto che per fare un dizionario ci voglia un solo autore ... se mettiamo delle basi qui, si può fare come gruppo ...

Argomento esaurito

Flavia Vizzari ha scritto:I dialetti delle singole province seguono, in teoria,  un iter comune o sono personalizzati?  Non considerando naturalmente le singole pubblicazioni autoreferenziate!

Cioè, mi spiego meglio, il dialetto deve essere comune per tutti gli autori che desiderano scrivere nel proprio dialetto fonetico e sono della stessa provincia? Oppure ogni autore esprime una particolare espressione unica di idioma?

Credo che il dialetto debba essere condiviso da tutti gli autori della stessa provincia, anche perchè sarebbe molto difficile personalizzarlo...
Io, come ben sai, scrivo poesie in lingua italiana e, quindi, sono la persona meno acculturata come lingua dialettale! 

Purtroppo Renato ciò che dovrebbe essere non coincide con la realtà in nessun campo ... quei pochi poeti della nostra provincia che scrivono in dialetto lo fanno senza attenersi a regole grammaticali o utilizzando testi e dizionari. Molti scrivono foneticamente (detto alla buona ... "a comu capita capita" )

Quindi ne vien fuori un "dialetto personalizzato" ... (è come la calligrafia :-) unica e inconfondibile

Voglio richiamare  l'attenzione su questo argomento interessante, ma scottante .Da oltre un secolo numerosi poeti validi  siciliani  si sono riuniti in convegni in diverse parti della Sicilia senza mai trovare un accordo valido per risolvere la Koinè da adottare unica per tutta l'isola. Oggi abbiamo  la fortuna di trovare in commercio l'opera faraonica del  vocabolario siciliano in  cinque volumi edito dal Centro Studi filologici e linguistici siciliani di Palermo autore Giorgio Piccitto che costa 100 euro a Volume ,inoltre  esistono numerose e valide grammatiche  del Pitrè , di Camilleri , di Arturo Messina ecc. ; che necessita studiarle e consultarle per arrivare ad un obiettivo comune per come da me ribadito precedentemente su questo forum. Pippo       

Flavia Vizzari ha scritto:Purtroppo Renato ciò che dovrebbe essere non coincide con la realtà in nessun campo ... quei pochi poeti della nostra provincia che scrivono in dialetto lo fanno senza attenersi a regole grammaticali o utilizzando testi e dizionari. Molti scrivono foneticamente (detto alla buona ... "a comu capita capita" )

Quindi ne vien fuori un "dialetto personalizzato" ... (è come la calligrafia :-) unica e inconfondibile

Ed è un vero peccato, perchè così viene meno la vera essenza del dialetto siciliano...

infatti, per questo noi dell'Asas insieme a pochi altri ci battiamo per lo studio della nostra Lingua