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l'articolo indeterminativo UN
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FORUM - SEMINARIO di ARTE e POESIA - LINGUA SICILIANA :: LINGUA SICILIANA :: Grammatica della Lingua siciliana
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Re: l'articolo indeterminativo UN
ho riflettuto e studiato questi versi:
Mi pari di vulari, pi ’n mumentu,
supra li nuvuliddi raccamati,
e provu ’n mistiriusu sintimentu
ero convinta che un in siciliano si traducesse nu....poichè foneticamente parlando io nel mio linguaggio di tutti i giorni direi per esempio : ....spetta nu mumentu....
invece mi accorgo che davanti a consonante (che non sia z o s impura) di deve tradurre un ....solo diversamente 'nu... e 'n' davanti a vocale
corro a correggere i miei errori....grazie Ninni.....
Mi pari di vulari, pi ’n mumentu,
supra li nuvuliddi raccamati,
e provu ’n mistiriusu sintimentu
ero convinta che un in siciliano si traducesse nu....poichè foneticamente parlando io nel mio linguaggio di tutti i giorni direi per esempio : ....spetta nu mumentu....
invece mi accorgo che davanti a consonante (che non sia z o s impura) di deve tradurre un ....solo diversamente 'nu... e 'n' davanti a vocale
corro a correggere i miei errori....grazie Ninni.....
Re: l'articolo indeterminativo UN
Cara Flavia, l'uso del "nu", che si riscontra solo nelle parlate locali di pochissime parti della Sicilia, come appunto Messina, è pressoché regola nel napoletano, non nel siciliano. Nel siciliano, che praticamente è diretta derivazione dal latino arricchito dai fonemi di ben quattordici popoli di dominatori, si riscontra: un, unu, una. La regola grammaticale dell'aferesi e dell'apocope, largamente diffusa nei dialetti in genere, è sacrosanta anche per il siciliano. Alcuni studiosi come il prof. Salvatore Camilleri hanno suggerito di fare a meno di questa regola, ma hanno avuto il buon senso e l'onestà di giustificare questo loro suggerimento col fatto che le tipografie, non essendo attrezzate con tutti questi apostrofini, avevano enormi difficoltà a trascrivere i testi siciliani. Oggi, con l'avvento del computer, questo problema è definitivamente superato, quindi non vi è più nessun motivo plausibile per non ritornare alle corrette regole grammaticali, che sono pressoché identiche, tranne in alcune cose specifiche, alle regole grammaticali dell'italiano, che a sua volta deriva dal toscano, che a sua volta deriva dal latino e dal siciliano. Cercherò di spiegare queste semplici e basilari regole con un esempio pratico:
Il mio cuore aveva un desiderio grande: ritrovare un'amica della mia infanzia e tornare a parlare con lei delle cose di una volta; ma a chi lo potevo domandare dove stava adesso? Ci voleva un amico comune!
Lu meu cori aveva un disideriu granni: attruvari una amica di la mea picciuttanza e turnari a parrari cu idda di li cosi di una vota; ma a cui ci lu puteva addumannari unni stava ora? Ci vuleva un amicu cumuni!
Lu me' cori aveva 'n disideriu granni: 'ttruvari 'n'amica di la me' picciuttanza e parrari cu idda di li cosi di 'na vota; ma a cu' ci lu puteva addumannari unni stava ora? Ci vuleva 'n amicu cumuni!
un disideriu vuole l'aferesi: 'n disideriu;
una amica vuole l'aferesi e l'apocope (anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di apostrofo): 'n'amica;
una vota vuole l'aferesi: 'na vota;
un amicu vuole l'aferesi: 'n amicu.
La regola dell'aferesi e dell'apocope vale per tutte le parole "evirate"
Per ora ci fermiamo qui, altrimenti ni 'mbriacamu! (anche qui l'aferesi!)
Il mio cuore aveva un desiderio grande: ritrovare un'amica della mia infanzia e tornare a parlare con lei delle cose di una volta; ma a chi lo potevo domandare dove stava adesso? Ci voleva un amico comune!
Lu meu cori aveva un disideriu granni: attruvari una amica di la mea picciuttanza e turnari a parrari cu idda di li cosi di una vota; ma a cui ci lu puteva addumannari unni stava ora? Ci vuleva un amicu cumuni!
Lu me' cori aveva 'n disideriu granni: 'ttruvari 'n'amica di la me' picciuttanza e parrari cu idda di li cosi di 'na vota; ma a cu' ci lu puteva addumannari unni stava ora? Ci vuleva 'n amicu cumuni!
un disideriu vuole l'aferesi: 'n disideriu;
una amica vuole l'aferesi e l'apocope (anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di apostrofo): 'n'amica;
una vota vuole l'aferesi: 'na vota;
un amicu vuole l'aferesi: 'n amicu.
La regola dell'aferesi e dell'apocope vale per tutte le parole "evirate"
Per ora ci fermiamo qui, altrimenti ni 'mbriacamu! (anche qui l'aferesi!)
Ultima modifica di Antonino Magrì il Sab 28 Giu 2008 - 18:35 - modificato 2 volte.
Re: l'articolo indeterminativo UN
riporto quanto scritto da Quartarone in "'A Parrata Missinisa"
allora....io credevo che l'articolo un, uno....foneticamente parlando...si traducesse nu (non consideriamo al momento aferesi e apocope...)
e una .....si traducesse na
es: nu tavulu....na buttigghia....
invece mi accorgo che anche se io dico nu tavulu....si scrive un tavulu!!!?
UN, NA ecc
Ma Flavia, tu si missinisa, o no?
Io pur essendo cresciuto qui, posso dire che in messinese si dice UN e NA e mancu sugnu sicuru che si usa NU davanti a Z, S impura ecc. Pero' dato che sia nato qui tra tutti gli italo-americani che, per la maggior parte sono meridionali, ho sentito con le mie orecchia sempre aperte essendo appassionato dei dialetti, che i calabresi (e ho un amico nato a Scilla, RC) i napoletani, gli abruzzesi, i molisani, i lucani (tutti questi dialetti rappresentano le parlate delle persone conosciute qui da me a NY) dicono sempre NU (nu pocu, nu picciriddu, nu piccirille ecc.) e ho sempre pensato che questa differenza, con lo stretto di Messina che fa la frontiera, e' una cosa che distingue il siciliano dagli altri dialetti meridionali. (e uso "dialetto" sapendo bene che il siciliano e' una vera lingua con i suoi dialetti: messinese, palermitano, agrigentino-molto diverso ecc).
Io pur essendo cresciuto qui, posso dire che in messinese si dice UN e NA e mancu sugnu sicuru che si usa NU davanti a Z, S impura ecc. Pero' dato che sia nato qui tra tutti gli italo-americani che, per la maggior parte sono meridionali, ho sentito con le mie orecchia sempre aperte essendo appassionato dei dialetti, che i calabresi (e ho un amico nato a Scilla, RC) i napoletani, gli abruzzesi, i molisani, i lucani (tutti questi dialetti rappresentano le parlate delle persone conosciute qui da me a NY) dicono sempre NU (nu pocu, nu picciriddu, nu piccirille ecc.) e ho sempre pensato che questa differenza, con lo stretto di Messina che fa la frontiera, e' una cosa che distingue il siciliano dagli altri dialetti meridionali. (e uso "dialetto" sapendo bene che il siciliano e' una vera lingua con i suoi dialetti: messinese, palermitano, agrigentino-molto diverso ecc).
Patrizio Pregiato- nutrìcu
Re: l'articolo indeterminativo UN
Esattamente, Flavia. Nel testo che hai scansito ci sono errori talmente evidenti da non poter passare inosservati. Se per l'articolo determinativo concordo in parte (l'apocope nell'articolo determinativo non andrebbe mai usata se si scrive in lingua siciliana, altro discorso è se anziché adoperare la lingua siciliana si adopera la "fonografia" per esprimere le parlate locali), per quello indeterminativo le incongruenze sono evidenti: ripetendo ancora una volta che il nu o 'nu non appartiene propriamente al siciliano se non nelle parlate locali di alcune rare zone (e Quartarone parla della parlata - sic - messinese), e quindi in quelle zone lo si usa se si scrive "fonograficamente", e non in lingua; l'esempio riportato contiene decisamente degli errori:
un cani, 'nu zitu, 'nu sceccu, 'n'authru, 'na casa, un'ala, 'n'authra;
'n cani, 'n zitu, 'n sceccu, 'n autru, 'na casa, 'n'ala, 'n'autra.
Se non si vuol credere che l'autore del libro abbia commesso degli errori, e quindi che quello che asserisce non è propriamente Vangelo, basta riflettere su 'n'authru, che in italiano sarebbe un altro, e si sa che l'articolo indeterminativo non usa l'apostrofo davanti a un nome maschile, anche se comincia per vocale: un altro, un uomo, un amico, un elefante, un indiano, ecc. non potrebbero mai diventare un'altro, un'uomo, un'amico, un'elefante, un'indiano, ecc.; mentre l'autore asserisce che un autru si scrive 'n'authru, ossia, scrivendolo per esteso, diventa una authru, e che è femmina? Sta a voi riflettere col cervello e valutare. Sull'h dentro la parola authru parleremo in seguito, perché il problema merita un argomento a parte.
un cani, 'nu zitu, 'nu sceccu, 'n'authru, 'na casa, un'ala, 'n'authra;
'n cani, 'n zitu, 'n sceccu, 'n autru, 'na casa, 'n'ala, 'n'autra.
Se non si vuol credere che l'autore del libro abbia commesso degli errori, e quindi che quello che asserisce non è propriamente Vangelo, basta riflettere su 'n'authru, che in italiano sarebbe un altro, e si sa che l'articolo indeterminativo non usa l'apostrofo davanti a un nome maschile, anche se comincia per vocale: un altro, un uomo, un amico, un elefante, un indiano, ecc. non potrebbero mai diventare un'altro, un'uomo, un'amico, un'elefante, un'indiano, ecc.; mentre l'autore asserisce che un autru si scrive 'n'authru, ossia, scrivendolo per esteso, diventa una authru, e che è femmina? Sta a voi riflettere col cervello e valutare. Sull'h dentro la parola authru parleremo in seguito, perché il problema merita un argomento a parte.
Re: l'articolo indeterminativo UN
per la h dentro la parola c'è già l'argomento qui:
http://artevizzari.italianoforum.com/lingua-siciliana-f4/uso-della-consonante-h-t557.htm
http://artevizzari.italianoforum.com/lingua-siciliana-f4/uso-della-consonante-h-t557.htm
Ultima modifica di Flavia Vizzari il Mer 2 Lug 2008 - 7:05 - modificato 2 volte.
Re: l'articolo indeterminativo UN
qui le cose si infittiscono, forse è meglio ritornare alla pittura
ricapitolando....
se un poeta dovrebbe scrivere in versi per come pensa, allora deve scrivere solo e soltanto foneticamente?!?!
Ma io non penso con un..... mi viene spontaneo pensare con nu, e vi assicuro che anche se avevo un caro zio napoletano sono sempre vissuta solo a Messina
stavo per scrivere il mio pensiero in dialetto e mi sono accorta di avere scritto (cioè di avere pensato) così:
Si nu pueta scrivi comu penza
allora mi pongo questa domanda: "forse il poeta (come mi pare trapeli anche dal testo di Quartarone) modifica in versi, la grammatica accomodandola al ritmo della poesia?
se io scrivo
Si un pueta scrivi comu penza ... lo avverto meno fluido
ricapitolando....
se un poeta dovrebbe scrivere in versi per come pensa, allora deve scrivere solo e soltanto foneticamente?!?!
Ma io non penso con un..... mi viene spontaneo pensare con nu, e vi assicuro che anche se avevo un caro zio napoletano sono sempre vissuta solo a Messina
stavo per scrivere il mio pensiero in dialetto e mi sono accorta di avere scritto (cioè di avere pensato) così:
Si nu pueta scrivi comu penza
allora mi pongo questa domanda: "forse il poeta (come mi pare trapeli anche dal testo di Quartarone) modifica in versi, la grammatica accomodandola al ritmo della poesia?
se io scrivo
Si un pueta scrivi comu penza ... lo avverto meno fluido
Re: l'articolo indeterminativo UN
Patrizio Pregiato ha scritto:Ma Flavia, tu si missinisa, o no?
Io pur essendo cresciuto qui, posso dire che in messinese si dice UN e NA e mancu sugnu sicuru che si usa NU davanti a Z, S impura ecc. Pero' dato che sia nato qui tra tutti gli italo-americani che, per la maggior parte sono meridionali, ho sentito con le mie orecchia sempre aperte essendo appassionato dei dialetti, che i calabresi (e ho un amico nato a Scilla, RC) i napoletani, gli abruzzesi, i molisani, i lucani (tutti questi dialetti rappresentano le parlate delle persone conosciute qui da me a NY) dicono sempre NU (nu pocu, nu picciriddu, nu piccirille ecc.) e ho sempre pensato che questa differenza, con lo stretto di Messina che fa la frontiera, e' una cosa che distingue il siciliano dagli altri dialetti meridionali. (e uso "dialetto" sapendo bene che il siciliano e' una vera lingua con i suoi dialetti: messinese, palermitano, agrigentino-molto diverso ecc).
anche qui viene citato l'uso di 'nu davanti a z o s impura o complicata
L'articolo UN......
Si si...ho visto questo. Da dove viene??
Io ho la Grammatica di Pitre' ed anche A PARRATA MISSINISA di Quartarone e ho conosciuto l'autore a Nizza nel 2003.
Io ho la Grammatica di Pitre' ed anche A PARRATA MISSINISA di Quartarone e ho conosciuto l'autore a Nizza nel 2003.
Patrizio Pregiato- nutrìcu
Re: l'articolo indeterminativo UN
Ho scannerizzato anche il link.....
ma la grammatica del Pitrè si trova facilmente?!....E tu sei in America....uhahuuuuuuuuuu
ma la grammatica del Pitrè si trova facilmente?!....E tu sei in America....uhahuuuuuuuuuu
Grammatica di Pitre'
La Grammatica di Pitre' lo trovai 20 (?) anni fa in una libreria in citta' che vendeva libri italiani.
Una delle cose interessanti che imparai e' la variazioni della forma della terza persona singolare dei verbi terminano in "ARI" (cantari ecc) - per esempio: IDDU CANTO' (palermitano) CANTAU (messinese, catanese e molti altri locali) CANTA' (Caltanissetta) ma anche nella stessa provincia di Messina si trovano CANTA' (Milazzo), CANTOI (Giammoro, Pace del Mela), CANTUA ( vic. Milazzo)
Pero' anche Pitre', non essendo messinese, fece un errore dicendo che a Milazzo e Messina si conserva la D ( nella combinazione di ND) come SCINDIRI, ' RANDI, UNDI quando sappiamo che in messinese si dice SCINNIRI, 'RANNI, UNNI come tutte le altre parlate dell'isola. - E questo sbaglio ho visto ripetuto da quelli che non conoscono il messinese.
Ciao,
Patrizio
Una delle cose interessanti che imparai e' la variazioni della forma della terza persona singolare dei verbi terminano in "ARI" (cantari ecc) - per esempio: IDDU CANTO' (palermitano) CANTAU (messinese, catanese e molti altri locali) CANTA' (Caltanissetta) ma anche nella stessa provincia di Messina si trovano CANTA' (Milazzo), CANTOI (Giammoro, Pace del Mela), CANTUA ( vic. Milazzo)
Pero' anche Pitre', non essendo messinese, fece un errore dicendo che a Milazzo e Messina si conserva la D ( nella combinazione di ND) come SCINDIRI, ' RANDI, UNDI quando sappiamo che in messinese si dice SCINNIRI, 'RANNI, UNNI come tutte le altre parlate dell'isola. - E questo sbaglio ho visto ripetuto da quelli che non conoscono il messinese.
Ciao,
Patrizio
Patrizio Pregiato- nutrìcu
Re: l'articolo indeterminativo UN
Antonino Magrì ha scritto:Esattamente, Flavia. Nel testo che hai scansito ci sono errori talmente evidenti da non poter passare inosservati. Se per l'articolo determinativo concordo in parte (l'apocope nell'articolo determinativo non andrebbe mai usata se si scrive in lingua siciliana, altro discorso è se anziché adoperare la lingua siciliana si adopera la "fonografia" per esprimere le parlate locali), per quello indeterminativo le incongruenze sono evidenti: ripetendo ancora una volta che il nu o 'nu una authru, e che è femmina? Sta a voi riflettere col cervello e valutare. Sull'h dentro la parola authru parleremo in seguito, perché il problema merita un argomento a parte.
scusa ma perchè una e non unu ?!?!
Re: l'articolo indeterminativo UN
Antonino Magrì ha scritto:Esattamente, Flavia. Nel testo che hai scansito ci sono errori talmente evidenti da non poter passare inosservati. Se per l'articolo determinativo concordo in parte (l'apocope nell'articolo determinativo non andrebbe mai usata se si scrive in lingua siciliana, altro discorso è se anziché adoperare la lingua siciliana si adopera la "fonografia" per esprimere le parlate locali), per quello indeterminativo le incongruenze sono evidenti: ripetendo ancora una volta che il nu o 'nu non appartiene propriamente al siciliano se non nelle parlate locali di alcune rare zone (e Quartarone parla della parlata - sic - messinese), e quindi in quelle zone lo si usa se si scrive "fonograficamente", e non in lingua; l'esempio riportato contiene decisamente degli errori:
un cani, 'nu zitu, 'nu sceccu, 'n'authru, 'na casa, un'ala, 'n'authra;
'n cani, 'n zitu, 'n sceccu, 'n autru, 'na casa, 'n'ala, 'n'autra.
anche Wikipedia cita il NU...e non come parlata locale
Flavia Vizzari ha scritto:L'articolo [modifica]
Dal latino "unus", l'articolo indeterminativo italiano diventa un/uno, mentre in siciliano è un/nu/unu; "unas" in latino, e in taliano una , in siciliano è una/na .
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana_e_lingua_italiana
Re: l'articolo indeterminativo UN
Flavia Vizzari ha scritto:
scusa ma perchè una e non unu ?!?!
Anche se fosse unu nulla cambierebbe, perché il corrispondente italiano usa l'articolo un e non uno; lo scriveresti mai uno altro?
scusa ma perchè una e non unu ?!?!
Anche se fosse unu nulla cambierebbe, perché il corrispondente italiano usa l'articolo un e non uno; lo scriveresti mai uno altro?
Re: l'articolo indeterminativo UN
anche Wikipedia cita il NU...e non come parlata locale
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana_e_lingua_italiana[/quote]
wikipedia non è certo il vangelo, essa riporta una corrente di pensiero. Quartarone, molto correttamente dice che la sua non è la grammatica della lingua siciliana, ma la intitola per l'appunto: A Parrata Missinisa; asserendo così che non sta spiegando la grammatica di una lingua, ma di una parlata, quella messinese, appunto. Il nu o 'nu lo troverai in diverse grammatiche, questo però non vuol dire che è corretto o che fa parte della lingua siciliana; ma tu ritieni quanto dico una mia corrente di pensiero che, seppur basata sulla logica, alcuni condanneranno e altri approveranno. Quello che non tutti riescono a capire è che la "lingua" è una e le "parlate" sono tante, centinaia; la grafia della lingua è semplice e una e le parlate, per la loro diversità, necessitano di una grafia di volta in volta diversa.
Flavia Vizzari ha scritto:L'articolo [modifica]
Dal latino "unus", l'articolo indeterminativo italiano diventa un/uno, mentre in siciliano è un/nu/unu; "unas" in latino, e in taliano una , in siciliano è una/na .
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana_e_lingua_italiana[/quote]
wikipedia non è certo il vangelo, essa riporta una corrente di pensiero. Quartarone, molto correttamente dice che la sua non è la grammatica della lingua siciliana, ma la intitola per l'appunto: A Parrata Missinisa; asserendo così che non sta spiegando la grammatica di una lingua, ma di una parlata, quella messinese, appunto. Il nu o 'nu lo troverai in diverse grammatiche, questo però non vuol dire che è corretto o che fa parte della lingua siciliana; ma tu ritieni quanto dico una mia corrente di pensiero che, seppur basata sulla logica, alcuni condanneranno e altri approveranno. Quello che non tutti riescono a capire è che la "lingua" è una e le "parlate" sono tante, centinaia; la grafia della lingua è semplice e una e le parlate, per la loro diversità, necessitano di una grafia di volta in volta diversa.
Re: l'articolo indeterminativo UN
Vorrei partecipare a questa interessante discussione, nell' avvicinarmi alla scrittura dialettale nella veste del neofita.
Dovendo utilizzare un uno nella stesura di un testo mi sono posto il quesito su come scrivere. Premettendo di non aver trovato un, riporto da "la lingua dei padri" dizionario dialettale (le parlate della piana lametina) di Santo Sesto, l'argomentazione su unu, agg. num. card. dal lat. unus Uno; "è il primo d'una serie ed indica unità: unu 'i marzu. unu d''i cchjù bbuani. Ma, anche, "Davanti ad un nome, unu va soggetto ad aferesi e diventa 'nu: 'nu minutu" (un minuto). Questo è quel che ho trovato. Beh, potrebbe essere plausibile, se il dialetto lametino, come probabile, viste le influenze, è avvicinabile al napoletano, in fatto di origini. Quel che mi ha incuriosito e sorpeso, è che ci sono stessi termini che, in base alla località, pur adiacenti, cambiano. Alcuni di questi si avvicinano molto al siciliano (o forse al messinese). Saranno i francesismi? Boh Buona giornata, mi fa piacere questo scambio di informazioni, stimola ed invita alla ricerca.
Dovendo utilizzare un uno nella stesura di un testo mi sono posto il quesito su come scrivere. Premettendo di non aver trovato un, riporto da "la lingua dei padri" dizionario dialettale (le parlate della piana lametina) di Santo Sesto, l'argomentazione su unu, agg. num. card. dal lat. unus Uno; "è il primo d'una serie ed indica unità: unu 'i marzu. unu d''i cchjù bbuani. Ma, anche, "Davanti ad un nome, unu va soggetto ad aferesi e diventa 'nu: 'nu minutu" (un minuto). Questo è quel che ho trovato. Beh, potrebbe essere plausibile, se il dialetto lametino, come probabile, viste le influenze, è avvicinabile al napoletano, in fatto di origini. Quel che mi ha incuriosito e sorpeso, è che ci sono stessi termini che, in base alla località, pur adiacenti, cambiano. Alcuni di questi si avvicinano molto al siciliano (o forse al messinese). Saranno i francesismi? Boh Buona giornata, mi fa piacere questo scambio di informazioni, stimola ed invita alla ricerca.
Pasquale Ermio- nutrìcu
Re: l'articolo indeterminativo UN
Antonino Magrí ha detto:
wikipedia non è certo il vangelo, essa riporta una corrente di pensiero. Quartarone, molto correttamente dice che la sua non è la grammatica della lingua siciliana, ma la intitola per l'appunto: A Parrata Missinisa; asserendo così che non sta spiegando la grammatica di una lingua, ma di una parlata, quella messinese, appunto. Il nu o 'nu lo troverai in diverse grammatiche, questo però non vuol dire che è corretto o che fa parte della lingua siciliana; ma tu ritieni quanto dico una mia corrente di pensiero che, seppur basata sulla logica, alcuni condanneranno e altri approveranno. Quello che non tutti riescono a capire è che la "lingua" è una e le "parlate" sono tante, centinaia; la grafia della lingua è semplice e una e le parlate, per la loro diversità, necessitano di una grafia di volta in volta diversa.
A me sembra tutto corretto e logico... e mi congratulo con il poeta Magrí per la sua competenza, generosità nel trasmettere con pazienza le sue conoscenze e la chiarezza con cui le espone...
Io, che non sono competente, e mi si perdoni l'audacia per intervenire in tali disquisizioni, domando: se la lingua scritta rimane inalterata molti decenni e si discosta dalle lingue parlate tanto che diventa difficile mantenere tra loro una corrispondenza di "amorosi sensi", non è opportuno modificar questa per "avvicinarla" a quelle e conservare meglio la sua potenzialità unificatrice e regolatrice, assumendo questa la vitalità di quelle?
Però sorge una seconda domanda: chi ha l'autorità (se c'è qualcuno che ce l'ha) di decidere come, quando e perché la lingua scritta deve essere "aggiornata" opportunamente ai cambi delle lingue parlate, assumendo che queste ultime sono lingue vive? O si pensa che la lingua scritta deve rimanere fissa (non in senso dialettale ;-)) per sempre?
Dico questo perché in Spagna funziona per questi magisteri la Real Academia Española (RAE), che ogni certo numero di anni riunisce i suoi membri (accademici della lingua) e dettano le novità che si devono adottare; ma credo che succeda anche in Italia, ovviamente, qualcosa di simile... Mi sembra con l'Accademia della Crusca.
Quello che non ho chiaro è chi esercita tale alta funzione per la lingua siciliana.
wikipedia non è certo il vangelo, essa riporta una corrente di pensiero. Quartarone, molto correttamente dice che la sua non è la grammatica della lingua siciliana, ma la intitola per l'appunto: A Parrata Missinisa; asserendo così che non sta spiegando la grammatica di una lingua, ma di una parlata, quella messinese, appunto. Il nu o 'nu lo troverai in diverse grammatiche, questo però non vuol dire che è corretto o che fa parte della lingua siciliana; ma tu ritieni quanto dico una mia corrente di pensiero che, seppur basata sulla logica, alcuni condanneranno e altri approveranno. Quello che non tutti riescono a capire è che la "lingua" è una e le "parlate" sono tante, centinaia; la grafia della lingua è semplice e una e le parlate, per la loro diversità, necessitano di una grafia di volta in volta diversa.
A me sembra tutto corretto e logico... e mi congratulo con il poeta Magrí per la sua competenza, generosità nel trasmettere con pazienza le sue conoscenze e la chiarezza con cui le espone...
Io, che non sono competente, e mi si perdoni l'audacia per intervenire in tali disquisizioni, domando: se la lingua scritta rimane inalterata molti decenni e si discosta dalle lingue parlate tanto che diventa difficile mantenere tra loro una corrispondenza di "amorosi sensi", non è opportuno modificar questa per "avvicinarla" a quelle e conservare meglio la sua potenzialità unificatrice e regolatrice, assumendo questa la vitalità di quelle?
Però sorge una seconda domanda: chi ha l'autorità (se c'è qualcuno che ce l'ha) di decidere come, quando e perché la lingua scritta deve essere "aggiornata" opportunamente ai cambi delle lingue parlate, assumendo che queste ultime sono lingue vive? O si pensa che la lingua scritta deve rimanere fissa (non in senso dialettale ;-)) per sempre?
Dico questo perché in Spagna funziona per questi magisteri la Real Academia Española (RAE), che ogni certo numero di anni riunisce i suoi membri (accademici della lingua) e dettano le novità che si devono adottare; ma credo che succeda anche in Italia, ovviamente, qualcosa di simile... Mi sembra con l'Accademia della Crusca.
Quello che non ho chiaro è chi esercita tale alta funzione per la lingua siciliana.
Ospite- Ospite
Re: l'articolo indeterminativo UN
Grazie Nicola, per i tuoi interventi costruttivi ;-)
ciò che tu chiedi è ciò che io ho voluto ricercare avvicinandomi mesi or sono alla conoscenza della lingua siciliana e dialetti vari ... non posso dire di avere raggiunto risultati, ma perchè credo che non ci sia nessun gruppo siciliano equiparabile all'Accademia della Crusca ...
qui :
http://artevizzari.italianoforum.com/convegni-per-una-koine-della-scrittura-siciliana-f61/
ho aperto un topic in cui speravo di raccogliere informazioni utili in merito.
ciò che tu chiedi è ciò che io ho voluto ricercare avvicinandomi mesi or sono alla conoscenza della lingua siciliana e dialetti vari ... non posso dire di avere raggiunto risultati, ma perchè credo che non ci sia nessun gruppo siciliano equiparabile all'Accademia della Crusca ...
qui :
http://artevizzari.italianoforum.com/convegni-per-una-koine-della-scrittura-siciliana-f61/
ho aperto un topic in cui speravo di raccogliere informazioni utili in merito.
Re: l'articolo indeterminativo UN
nicolacomunale ha scritto:
Dico questo perché in Spagna funziona per questi magisteri la Real Academia Española (RAE), che ogni certo numero di anni riunisce i suoi membri (accademici della lingua) e dettano le novità che si devono adottare; ma credo che succeda anche in Italia, ovviamente, qualcosa di simile... Mi sembra con l'Accademia della Crusca.
Quello che non ho chiaro è chi esercita tale alta funzione per la lingua siciliana.
Credo che questo possa interessare a capire meglio le cose ... :
da: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana
- Codice:
La lingua siciliana si deve ritenere una Lingua Regionale o minoritaria ai sensi della "Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie", che all'Art. 1 afferma che per "lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue ... che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato". La "Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie" è stata approvata il il 25 giugno 1992 ed è entrata in vigore il 1 marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non l'ha ancora ratificata.
Re: l'articolo indeterminativo UN
Pasquale Ermio ha scritto:Vorrei partecipare a questa interessante discussione, nell' avvicinarmi alla scrittura dialettale nella veste del neofita.
Dovendo utilizzare un uno nella stesura di un testo mi sono posto il quesito su come scrivere. Premettendo di non aver trovato un, riporto da "la lingua dei padri" dizionario dialettale (le parlate della piana lametina) di Santo Sesto, l'argomentazione su unu, agg. num. card. dal lat. unus Uno; "è il primo d'una serie ed indica unità: unu 'i marzu. unu d''i cchjù bbuani. Ma, anche, "Davanti ad un nome, unu va soggetto ad aferesi e diventa 'nu: 'nu minutu" (un minuto). Questo è quel che ho trovato. Beh, potrebbe essere plausibile, se il dialetto lametino, come probabile, viste le influenze, è avvicinabile al napoletano, in fatto di origini. Quel che mi ha incuriosito e sorpeso, è che ci sono stessi termini che, in base alla località, pur adiacenti, cambiano. Alcuni di questi si avvicinano molto al siciliano (o forse al messinese). Saranno i francesismi? Boh Buona giornata, mi fa piacere questo scambio di informazioni, stimola ed invita alla ricerca.
credo proprio sia dovuto al fatto che abbiamo subito le dominazioni di molte civiltà che ci hanno influenzato in tutto ciò che era la nostra cultura e anche notevolmente ...
nel mio dialetto ci sono molte affinità con quello di alcune zone della Calabria e anche del Salento uno dei maggiori studiosi in merito credo sia stato il Rohlfs
Re: l'articolo indeterminativo UN
L'articolo [modifica]
Dal latino "unus", l'articolo indeterminativo italiano diventa un/uno, mentre in siciliano è un/nu/unu; "una" in latino, e in italiano una , in siciliano è una/na.
Dal latino "ille/Illum", si ha l'articolo determinativo italiano il/lo che trova nel siciliano il suo equivalente in lu . "Illam" latino, che in italiano dà la, in siciliano ha il medesimo esito con la. La lingua italiana dispone di più articoli per il plurale: i, gli per i sostantivi di genere maschile, le per il femminile. Nella lingua siciliana c'è invece un solo articolo: li. In entrambe le lingue l'articolo definito singolare davanti a una vocale è ridotto a l'..
Gli articoli partitivi esistono in entrambe le lingue, italiana e siciliana, e si formano tramite la preposizione di.
Declinazione [modifica]
In tutte e due le lingue i casi si formano per mezzo di preposizioni:
Le preposizioni da e di. In siciliano, la preposizione di corrisponde alle preposizioni italiane da e di. La siciliana di l' corrisponde alle forme italiane dell' (l'articolo definito tra di ed una vocale). Le forme siciliane di lu, di la (equivalenti degli italiani del, della) sono ridotte spesso a dû, dâ. La forma di plurale di li (equivalente degli italiani dei, degli, delle) - a dî.
La preposizione a. In siciliano a non diviene ad davanti ad una vocale. La siciliana a l' corrisponde alle forme italiane all', (l'articolo definito tra a ed una vocale). Le forme siciliane a lu, a la, (equivalenti delle italiane al/allo, alla) sono ridotte spesso ad ô, â. La forma di plurale a li (equivalente delle italiane ai, agli, alle) - ad ê.
La preposizione in. In siciliano, n o nta corrispondono alla parola italiana in. La siciliana nta l' corrisponde alle forme italiane nell' (l'articolo definito tra in ed una vocale). Le forme siciliane nta lu, nta la (equivalenti delle italiane nel/nello, nella) sono ridotte spesso a ntô, ntâ. La forma del plurale nta li (equivalente degli italiani nei, negli, nelle) - a ntê.
La preposizione per. La parola siciliana pì, e davanti ad una vocale - p', corrisponde alla parola italiana per.
La preposizione con. La parola siciliana cu, corrisponde alla parola italiana con.
La preposizione su. La parola siciliana supra che non è congiunta con l'articolo, corrisponde alla parola italiana su. Per esempio, le parole italiane sul/sullo, sulla hanno in siciliano le forme supra a lu, supra a la, ecc. Altra forma è susu, che diviene susu a lu e susu a la.
La preposizione tra. La parola siciliana ntra corrisponde alla parola italiana tra.
Dal latino "unus", l'articolo indeterminativo italiano diventa un/uno, mentre in siciliano è un/nu/unu; "una" in latino, e in italiano una , in siciliano è una/na.
Dal latino "ille/Illum", si ha l'articolo determinativo italiano il/lo che trova nel siciliano il suo equivalente in lu . "Illam" latino, che in italiano dà la, in siciliano ha il medesimo esito con la. La lingua italiana dispone di più articoli per il plurale: i, gli per i sostantivi di genere maschile, le per il femminile. Nella lingua siciliana c'è invece un solo articolo: li. In entrambe le lingue l'articolo definito singolare davanti a una vocale è ridotto a l'..
Gli articoli partitivi esistono in entrambe le lingue, italiana e siciliana, e si formano tramite la preposizione di.
Declinazione [modifica]
In tutte e due le lingue i casi si formano per mezzo di preposizioni:
Le preposizioni da e di. In siciliano, la preposizione di corrisponde alle preposizioni italiane da e di. La siciliana di l' corrisponde alle forme italiane dell' (l'articolo definito tra di ed una vocale). Le forme siciliane di lu, di la (equivalenti degli italiani del, della) sono ridotte spesso a dû, dâ. La forma di plurale di li (equivalente degli italiani dei, degli, delle) - a dî.
La preposizione a. In siciliano a non diviene ad davanti ad una vocale. La siciliana a l' corrisponde alle forme italiane all', (l'articolo definito tra a ed una vocale). Le forme siciliane a lu, a la, (equivalenti delle italiane al/allo, alla) sono ridotte spesso ad ô, â. La forma di plurale a li (equivalente delle italiane ai, agli, alle) - ad ê.
La preposizione in. In siciliano, n o nta corrispondono alla parola italiana in. La siciliana nta l' corrisponde alle forme italiane nell' (l'articolo definito tra in ed una vocale). Le forme siciliane nta lu, nta la (equivalenti delle italiane nel/nello, nella) sono ridotte spesso a ntô, ntâ. La forma del plurale nta li (equivalente degli italiani nei, negli, nelle) - a ntê.
La preposizione per. La parola siciliana pì, e davanti ad una vocale - p', corrisponde alla parola italiana per.
La preposizione con. La parola siciliana cu, corrisponde alla parola italiana con.
La preposizione su. La parola siciliana supra che non è congiunta con l'articolo, corrisponde alla parola italiana su. Per esempio, le parole italiane sul/sullo, sulla hanno in siciliano le forme supra a lu, supra a la, ecc. Altra forma è susu, che diviene susu a lu e susu a la.
La preposizione tra. La parola siciliana ntra corrisponde alla parola italiana tra.
Re: l'articolo indeterminativo UN
Secondo Nino Barone (tratto da facebook) : - L'aferesi e l'apocope indicano la caduta temporanea della vocale. Nella zona di Catania per esempio è un fatto consolidato nella parlata comune quella di far saltare la vocale U nell'articolo indeterminativo, i catanesi non dicono UN CANI ma 'N CANI mentre in alte parti della Sicilia rimane UN CANI. Un fatto simile accade nella Sicilia occidentale per quanto riguarda la preposizione semplice IN. Noi nella parlata comune facciamo saltare la vocale I quindi per diri IN CASA diciamo 'N CASA. In questi casi l'aferesi è sacrosanta perchè indica una caduta temporanea della vocale; è ovvio che l'articolo indeterminativo così come la preposizione semplice sono rispettivamente UN e IN.
Nell'articolo indeterminativo femminile non c'è più bisogno di mettere l'aferesi perchè la caduta della U è definitiva e consolidata quindi è NA. UNA non si utilizza come articolo indeterminativo ma bensì come pronome. Noi non diciamo MI DUNI UNA COSA semmai diciamo MI DUNI NA COSA
Nell'articolo indeterminativo femminile non c'è più bisogno di mettere l'aferesi perchè la caduta della U è definitiva e consolidata quindi è NA. UNA non si utilizza come articolo indeterminativo ma bensì come pronome. Noi non diciamo MI DUNI UNA COSA semmai diciamo MI DUNI NA COSA.
UN DISIDERIU è esatto ma anche 'N DISIDERIU purchè c'è l'aferesi che indica la caduta temporanea della vocale. Io comunque preferirei DISIU. HAIU DISIU D'AMURI per me suona meglio.
Re: l'articolo indeterminativo UN
Si considera, secondo te, un fatto consolidato, così come Camilleri asseriva al convegno Asas del 16 Luglio, <non si usa più, è morta!> ... Quindi ciò che voi stessi dite è che PRIMA NON ERA COSI' . Oggi è così a seguito di un uso diverso, scaturito dal modo di parlare! Ma tutti sappiamo che, se pure tutte le lingue subiscono processi di evoluzione, la Lingua siciliana si differenzia dai dialetti perchè questi ultimi sono modificati dalla parlata e cioè dal fonetismo. C'è da dire cmq che altri studiosi oltre te e Camilleri, e cioè Arturo Messina e Antonino Magrì, tra quelli che io conosco, non sono daccordo a scrivere NA in maniera definitiva senza apocope ... ma 'na... in quanto anche se si pronunzia NA è una e anche io sono daccordo che le Lingue non devono essere lette per come è scritto, come il francese, l'inglese ecc. ... Come su è scritto, nei tempi passati si è cercato di eliminare gli apicetti, perchè nelle tipografie veniva complicata la realizzazione delle lastre ... ma oggi con l'era del Computer riassumere un uso, che io ritengo più corretto in quanto spiega meglio l'origine del termine, che torna ad essere semplice ... beh ... non vedo cosa ci costi farlo ...
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