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Messaggio  Giuseppe La Delfa Mar 28 Lug 2009 - 6:47

Maurizio Cucchi 78942 Maurizio Cucchi 78942 Maurizio Cucchi 78942
L'amicizia con Maurizo Cucchi risale ai miei anni milanesi 1997-98 .
L'ho conociuto al Premio Bagutta assieme a Raboni, però con MAURIZIO SI INSTAURO' UN RAPPORTO DI FREQUENZA PERIODICA PRESSO UN CAFFè Letterario meneghino, donai dei libri e lui ricambiò con alcune recensioni per me e per poeti miei amici e conoscenti fra questi il bravissimo poeta prof. Fiore Torrisi allievo di Quasimodo . Siamo rimasti in contatto sei mesi . Di lui potete gustarvi lil suo ricco curriculum: PIPPO


Maurizio Cucchi è nato a Milano nel 1945, dove vive. Si laurea all'Università Cattolica con una tesi su Nelo Risi e Zanzotto. Per anni opera come consulente editoriale, critico letterario e traduttore (Flaubert, Lamartine Mallarmé, Stendhal, Villiers de l'Isle-Adam, Prévert). Si impone alla critica e al pubblico già con la prima raccolta del 1976 Il Disperso (Mondadori &endash; Nuova edizione in Guanda, 1994), di cui scrive Magrelli: "Lenticolare e concentrica, la forza del "Disperso" rimane a tutt'oggi esemplare, nella sua intatta capacità di tradurre la fibrillazione psichica in parola poetica". Nel 1980 pubblica Le meraviglie dell'acqua (Mondadori) e due anni più tardi il poemetto Glenn, (ed.San Marco dei Giustiniani), è premiato al Viareggio. Pubblica poi Dama del gioco e Poesia della fonte ancora per i tipi di Mondadori, nel 1987 e nel 1993. Nel 1996 ha curato, con Stefano Giovanardi,lNelle opere più recenti invece lo stile di Cucchi si fa più limpido e diretto; il lessico dimesso compare poche volte e cede il passo ad una lingua che cerca una dimensione morbida e luminosa, un ritmo che assecondi un respiro più calmo e pacato; i contenuti si arricchiscono di sentimenti meno concitati e più positivi. Ma è sempre una poesia vissuta, che nasce dall'esperienza diretta e sempre all'ombra dei temi iniziali, a cui il poeta rimane fedele.
Cucchi svolge nelle sue raccolte successive il tema del senso collocandolo come cornice generale entro la quale svolge le sue composizioni. Per certi aspetti, non esiste quasi verso di Cucchi che sia leggibile a prescindere da questa particolare sensibilità, che è squisitamente religiosa (pur non volendo connotare questo termine di alcun significato dottrinario o dogmatico, anche se il tema di La luce del distacco, è squisitamente religioso &endash; la pazzia trasfigurata nella santità di Giovanna D'Arco e la santità trasfigurata nella pazzia di una ricoverata in un ospedale psichiatrico). Lo sguardo di Cucchi trascende sempre la dimensione di ciò che racconta, proiettandosi verso un "oltre" - come nei buchi, nei tagli o nei globi di Fontana, o come nella speculazione dei mistici medioevali.
Nella sua opera recente, L'ultimo viaggio di Glenn, questi temi sono elaborati in modo più raffinato e peraltro asciutto. La dissoluzione della materia viene rappresentata in alcune poesie come dissoluzione dell'essere stesso (tema della morte), e a nulla vale il segno, l'incidere, l'affidare a un testimonianza qualsiasi il ricordo del proprio passaggio nel mondo e della propria provvisorietà: nel libro spira un forte vento, un turbine nel quale il lettore viene preso a vortice, una vacuità nella quale egli viene proiettato e che ha l'inquieto di una domanda ineludibile. L'unico sbocco surrettizio è un qualcosa che assomiglia alla memoria foscoliana, un abbandonarsi al ricordo degli altri, e un ricordare quelli che ci precedettero, come modo per espandere il proprio essere nel tempo, sì che possa raggiungere una infinità teorica, o piuttosto una inestinguibilità. Un uomo dunque che sopravvive a se stesso soltanto come segno o come parola, finché i segni di lui sopravviveranno alla disgregazione generale ad opera del tempo: tale è la inconsistenza dell'esserci, che può essere superata soltanto nella relazione e nella solidarietà profonda con gli altri esseri umani: allora sì che questo segno che l'essere lascia di sé, questa sua memoria, trova una incarnazione che lo porta a rivivere in ripercussioni infinite, fin a quando tempo non sia dato.
Anche il linguaggio appare radicalmente mutato, in senso evolutivo. A parte la nitidezza dello stile e l'invidiabile precisione del lessico, Cucchi fa uso di frequenti ermetismi, ambienti e descrizioni di difficile collocazione, personaggi non ben identificati o volutamente appena tratteggiati, ma sempre in una tensione evocativa di spiritualità (fortissima nella doppia identità di Giovanna D'Arco), di emozioni e sensazioni affidate a una dimensione più onirica e immediata, che a volte si trasforma in dubbio d'esistenza, terrore di allucinazione, oscillazione fra disperazione e speranza. Persino nella formulazione sintattica, certe frasi presentano una stupefacente ambiguità e doppi-sensi: possono avere più di un soggetto, o certi termini possono concordare in modo difforme con altri termini a loro volta in opposizione. I pensieri, appena accennati e pur incisivi, permangono nella mente come sorta di graffiti esposti all'inclemenza del tempo, dilavati dalla pioggia, crepati dal sole. Ed è questo materiale che vaga nel nostro inconscio, frutto della nostra non ascoltata intuizione e del nostro rimosso, che il poeta recupera, costruendo versi che hanno una densità e un vigore espressivo di grande effetto.
Infine una nota va spesa per la prosodia di questo poeta, così ricco di musicalità, di ritmo, di allitterazioni, rime interne, una fonoprosodia capace di evocare ambientazioni e sonorità che fanno da sfondo e sostegno sonoro a un parlato che unisce il rigore del lessico alla freschezza dell'ispirazione, così che la forma stessa sembra uscita dalla penna di getto, senza quasi riflettere, come sovrappensiero.

Bibliografia:

Il Disperso, Guanda, 1994 (Mondadori, 1976)
Le meraviglie dell'acqua (Mondadori, 1980)
Glenn, (San Marco dei Giustiniani, 1982 &endash; premio Viareggio)
Il Figurante &endash; antologia 1971-1985, (Sansoni, 1985 )
Donna del gioco (Montadori, 1987)
La luce del distacco (Crocetti, 1990)
Poesia della fonte (Mondadori, 1993 &endash; Premio Montale)
L'ultimo viaggio di Glenn
Giuseppe La Delfa
Giuseppe La Delfa
Canuscituri
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