Leonardo <Sciascia

All'inaugurazione del museo Paolo Orso di Viale TEOCRITO A SIRACUSA, all'ingresso conobbi lo scrittore agrigentino (Racalmuto) e scoprii che era collega d'insegnamento di mio zio e padrino Agatino-Ugo fratello di mia madre . ,Leonardo fumava la solita Gouluase, sigaretta popolare francese lui sempre di poche parole, ma cortese e gentile ed io ero accanto all'arbitro internazionale On. Concetto Lo Bello e numerosi ministri e autorità per l'occasione . Incontro culturale di grande valenza internazionale . Dopo tutti a pranzo nella prestigiosa Villa Politi dove il grande primo miniostro inglese WISTON CHIURCHILL RISIEDETTE NEL 1957 e nelle ORE LIBERE DIPINGEVA QUADRI alla veneranda età di oltre 80 anni . Pippo
Leonardo Sciascia è nato a Racalmuto in provincia di Agrigento l'8 Gennaio del 1921.

Ha dalla famiglia un'educazione laica ed aperta.

Durante le Magistrali a Caltanissetta, dove ha la fortuna di avere come maestro Vitaliano Brancati, si avvicina all'anti-fascismo e legge molto gli autori nordamericani, specie Dos Passos, Caldwell, Steinbeck.

Nel 1943 lavora come impiegato negli uffici per l'ammasso obbligatorio del grano, attività che porta Leonardo Sciascia ad incontrare la realtà del mondo contadino e poi inizia ad insegnare (senza troppo entusiasmo), alla scuola elementare di Racalmuto.

Durante il suo lavoro di Maestro elementare Sciascia comincia a scrivere all’insegna dell’impegno poetico “Favole della dittatura”,nel 1950, “La Sicilia, il suo cuore”nel 1952, per dedicarsi poi alla saggistica in forma di racconto.

Nel 1957 Leonardo Sciascia, abbandona l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno, come scrittore e come organizzatore culturale.

"Le parrocchie di Regalpetra" vengono pubblicatenel 1956, " cronache” su un immaginario paese della Sicilia, quattro racconti de "Gli zii di Sicilia" nel 1958, "Il giorno della civetta" nel 1961, giallo di ambientazione contemporanea, "Il consiglio d'Egitto" nel 1964, “Morte dell’inquisitore” (1964), sulla figura di un frate finito sul rogo nel Seicento, “I pugnalatori” (1976), rievocazione di un complotto contro lo Stato ordito a Palermo nel 1862, "A ciascuno il suo" nel 1966 romanzo centrato sulla mafia e sui suoi delitti.

Notevoli i suoi studi su Pirandello che si realizzano prima con "Pirandello e la Sicilia" (1961) e poi con "La corda pazza" (1970).

Negli anni Settanta Sciascia si impone all'attenzione per il vivace dibattito politico seguito la pubblicazione di ognuna delle sue opere "Il contesto" 1971, "Todo modo" 1975, "L'affaire Moro" 1978, "Relazione sul caso Moro" (1982), "Dalle parti degli infedeli "(1979) che si distinguono sempre per lucidità intellettuale e anticonformismo.

A questa letteratura di impegno civile e politico Sciascia affianca i romanzi polizieschi "La scomparsa di Majorana" (1975), "Il teatro della memoria" (1981) e raccoglie il suo «diario in pubblico» "Nero su nero"(1979).